L'Ubbidienza

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Compagni carissimi, oggi voglio considerare e voglio che consideriate con me un'altra virtù che dobbiamo ricopiare dal Divin Esemplare: l'ubbidienza; quella virtù cioè che inclina a sottomettere pienamente e di buon animo, la propria volontà a quella dei Superiori, o alle prescrizioni dai medesimi emanate.

Tutta la vita di Gesù Cristo fu un magnifico intreccio di atti di ubbidienza.

Per riparare la gloria del suo Divin Padre, sfregiata dalla ribellione dei progenitori, china il capo davanti al volere paterno …

Fattosi uomo conduce una vita nascosta e totalmente subordinata a due creature: Maria e Giuseppe, e obbedisce nelle più umili occupazioni per trent'anni continui, cioè nell'età virile, quando ciascun uomo sa comandarsi da sé …

Nella vita apostolica inculca e pratica l'obbedienza alle autorità, fino a far trovare da Simone una moneta nella bocca di un pesce, per pagare i gabellieri dell'Imperatore.

Infine è obbediente fino alla morte in croce; si assoggetta ai ludibrii, alle percosse, ai flagelli dei suoi carnefici.

Perché noi non ci copriamo di rossore davanti a questo Divin Esemplare?

Abbiamo noi dell'obbedienza, tutta la stima e tutto l'amore che si merita?

Pensiamo che essa è madre e custode di ogni virtù; è la porta del cielo; è la strada breve che conduce alla felicità, la via facile per arrivare alla più sublime perfezione?

Se consideriamo a fondo questa virtù, vediamo come essa toglie ogni responsabilità alle nostre azioni.

Infatti i superiori devono vigilare e rendere conto di quanto impongono per il bene delle anime.

È l'obbedienza un mezzo infallibile, anzi l'unico, per conoscere bene in ogni evento il volere divino, perché tutto è sicuro nell'obbedienza, tutto è sospetto fuori della medesima.

Essa fomenta la pace, il contento della coscienza, anzi rende chi obbedisce sempre vittorioso.

Santifica e rende meritoria la più piccola delle nostre azioni, poiché unisce la nostra volontà a quella di Dio.

Epperò, diceva San Filippo Neri, tutta l'obbedienza sta nel domare la superbia, essa fa praticare mille altre virtù, quali la pazienza, la mortificazione, l'umiltà, l'abnegazione.

Siamo dunque convinti che l'ubbidienza oltre che esserci di somma utilità, ci è di obbligo essenziale, perché senza questa virtù, né preghiere, né digiuni, né qualsiasi altra opera buona, possono tornare gradite a Dio?

Pensiamo a tutto questo, e io vorrei, come appartenente all'Unione del SS. Crocifisso, che ciascuno di noi meditasse in particolare questa sublime virtù, per poterla poi praticare ed essere di ottimo esempio agli altri.

Infatti vale più un esempio di obbedienza che un discorso tenuto da un ottimo oratore.

E questo esemplare, come ho già detto, lo dobbiamo trovare in Gesù Cristo.

Cerchiamo dunque che questa virtù sia continuamente praticata da noi, e così ogni nostra azione sarà meritoria dinanzi a Dio, e potremo poi godere i frutti della nostra sottomissione nella vita eterna.

Mario Frairia Aspir. Catechista.