Pellegrinaggio a Crea ed a Terruggia Monferrato

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Il nostro pellegrinaggio dell'11 Settembre ultimo scorso, ai luoghi di Fra Leopoldo M. Musso, quantunque non sia riuscito quei movimento di folla che noi avremmo desiderato, ha raccolto tuttavia un discreto numero di partecipanti dove erano rappresentati tutti coloro che hanno qualche rapporto con la nostra Unione.

Vi erano dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dei Frati Minori, dei Catechisti Congregati ed Associati, dei parenti, Zelatori, Zelatrici, Ascritti ed Ascritte.

Ma sopratutto esso si svolse in un ambiente di serenità e di devozione così simpatica che per questo solo deve considerarsi ottimamente riuscito.

Nelle nostre belle melodie liturgiche vi è sempre un motivo dominante che pone lo spirito in una particolare atmosfera, in un determinato ordine di pensieri e di sentimenti.

Così è stato nel nostro pellegrinaggio e mi pare che il motivo dominante di esso si possa esprimere con questi concetti: semplicità serena, cordialità schietta, divozione sincera che spiravano da tutto, luoghi e persone.

Questo paesaggio monferrino con le sue dolci ondulazioni e il suo largo orizzonte, è vario, ricco di culture e di castelli offre mille prospettive, ma non presenta mai nulla di aspro, di duro. È sempre lieto.

Questa gente dal volto espressivo e dai modi gioviali è d'una cortesia disinvolta, d'una espansività che vi conquista il cuore.

Non è forse così che si sono presentati a noi i parenti e i conterranei tutti di Fra Leopoldo?

La casa di Lui è povera e semplice, ma tanto graziosa e cara come un piccolo nido di allodola tra i fiori del prato.

Laggiù si profilano le torri di Lu, il paese delle molte vocazioni religiose. Dalla parte opposta è il santuario di « Nostra Signora Regina di Crea », il Santuario del Monferrato, brulicante di folle devote.

All'orizzonte si distende la catena delle Alpi che di qui ha perduto ogni asprezza e non appare che in gaio aspetto decorativo bianco e azzurro.

Al piede dei mondi si intravedono i paesi subalpini, la cui gente severa, così poco distante da qui è invece tanto diversa da quella monferrina.

Ecco, è proprio solo di qui che poteva uscire D. Bosco e anche il; caro Fra Leopoldo è proprio figlio della sua simpaticissima terra.

Il raduno davanti la casetta di Fra Leopoldo.

La commemorazione dinanzi a S. Grato

L'Unione nostra ha di qui le sue radici e dalla psicologia di questa gente ripete uno dei tratti più simpatici della sua fisionomia morale: la « Virtù amabile » raccomandata dalle nostre regole.

Tutta Terruggia si animò al nostro arrivo.

Attorno alla chiesetta di S. Grato dalla cui soglia il Catechista Cesone tenne la sua conferenza così sentita, così intonata alle circostanze, si fece la calca.

Poi il popolo riempì la bella Chiesa parrocchiale, dove il P. Maccono disse arditamente l'elogio di Fra Leopoldo, espressione di ciò che tutti sentivano in cuore, preludio di una gloria che non può mancare di manifestarsi.

Il discorso del P. Maccono svolse un solo pensiero, ma colse l'essenziale del suo soggetto: « Fra Leopoldo non ebbe alcuna delle grandezze umane.

Non la ricchezza, non il potere, non la scienza, non il genio.

Egli ebbe una sola grandezza, l'unica però che sia vera: la santità.

E Dio che esalta gli umili, ecco che si accinge ad esaltarlo ».

I parenti e gli amici di Fra Leopoldo si strinsero a noi dopo la funzione per parlarci di Lui.

Noi pensavamo intanto che anche per noi, poveri e piccoli sotto ogni riguardo si aprono gli orizzonti della santità, invitandoci a conquistarla …

Il tramonto tingeva d'oro e di viola questi amenissimi colli, mentre l'auto ci riportava di corsa alla nostra città.

La catena delle Alpi si dispiegava avanti a noi, solenne, indescrivibile, sotto la volta stellata.

Ci pareva di correre verso una meta arcana, verso le cose sublimi a cui il nostro spirito anela.

Pensavamo che in quel giorno il Signore ci aveva visitati riportandoci alle più genuine sorgenti della nostra spiritualità, a quei sensi di umiltà e di amore che devono vivificare la nostra società e le nostre anime.

Perciò la preghiera ed il canto riempì tutto il viaggi di ritorno e il nostro canto era sfogo dell'entusiasmo era impeto di elevazione verso l'alto.

C. T.