I nostri modelli

B86-A8

Gino Di - Gennaro

Piccolo Novizio dei F.lli d. S. C.

S. Giorgio C. 1920 - Torino 1936

( Puntata precedente )

Il grande freddo e la spossatezza l'obbligarono però a mettersi quasi subito a letto.

Si pensò di praticargli prima una medicazione onde alleviare i suoi dolori estremi.

Fu allora che Gino parve volere acquistare un ultimo tratto di somiglianza con il Divin modello che egli aveva già saputo così bene glorificare nella propria carne dolorante.

Anche il petto gli era stato poco prima aperto profondamente nel lato destro dal bistori del chirurgo, che, quantunque senza alcuna speranza di successo, era ricorso a quel mezzo estremo.

Unico risultato era stato quello di procurare al povero paziente nuovi dolori acutissimi ch'egli aveva sopportato con veto eroismo.

Cosa dunque gli rimaneva ancora a fare se non distendere le proprie membra già consunte dal male nel segno della croce per morirvi come Gesù?

Così appunto pare aver voluto fare egli con gesto davvero sublime.

I preparativi per quella medicazione, l'ultima, furono assai penosi: non si riusciva a trovare una posizione sopportabile tale che gli permettesse il respiro.

In fine fu Gino stesso che pose termine alle lunghe ricerche in modo inaspettato e commovente: distese le braccia in forma di croce, appoggiandosi con le mani al muro come meglio poteva, onde reggersi in piedi e rimase in tale posizione per tutto il tempo della penosa medicazione.

Volle poi ancora recitare la preghiera per la glorificazione del Fr. Muziano onde ottenere la grazia della propria guarigione, e lo fece accompagnato in ciò dalla buona Mamma a cui veniva mano mano traducendo la preghiera dal francese.

Qualche ora dopo la sua bell'anima volava a Dio.

Lasciava ai Suoi, con lo strazio infinito della sua perdita, il ricordo caro e indelebile dei suoi atti, delle sue parole preziose e il pegno sicuro della sua protezione.

A tutti poi il tesoro d'un esempio raro quanto sublime, che ben merita il coro unanime di lodi di quanti ne furono testimoni.

Valga per tutti un solo esempio, quello del Molto Rev. P. A. Pistarino, O. P., che fu più volte, vero angelo consolatore, al capezzale del caro infermo a cui recava, con il conforto della sua carità e del suo affetto, il dono più caro a Gino: la SS. Eucaristia.

Ecco quanto scrive tra l'altro, ricordando le virtù del caro scomparso: « … Rifuggiva dal parlare di sé.

Quando si diceva bene di lui, si faceva molto serio, e rispondeva con sentita e profonde convinzione, ch'era ben lungi dall'essere buono.

Si struggeva di non poter più pregare bene per i grandi dolori che il male gli procurava e perché non aveva più forza.

Lo rassicurai dicendogli che la sua vita era tutta una preghiera, ma sebbene la mia risposta lo persuadesse, tuttavia non lo consolava troppo, perché sentiva il bisogno e il dovere di pregare bene anche in mezzo ai suoi atroci tormenti.

Appena conosciuto il nostro piccolo santo, decisi di non più abbandonarlo e di seguirlo sempre più da vicino …

Il ricordo di quella grande anima e per me il più bell'esempio di fede, d'amore e d'eroismo.

Non soltanto i giovani, ma tutti gli uomini hanno da imparare da lui come si debba vivere, soffrire e morire ».

Questi i nostri magnifici modelli!

Voglia Dio che molti tra i nostri cari giovani ne seguano coraggiosamente gli esempi luminosi, studiandosi di uguagliarne la grande statura morale.

Gino non mancherà d'ottenere loro grazie copiose come non mancherà d'impetrare dal buon Dio per i diletti Genitori tutto il conforto necessario a superare lo strazio di tanta perdita.

Al babbo, Zelatore dell'Unione, ed alla Mamma che con lui tanta parte perdettero di sé, al fratello Angelo, e ai parenti tutti, le nostre più vive e cristiane condoglianze e la promessa delle nostre preghiere.

Fr. Augusto delle S. C.