Il Crocifisso tesoro dell'Umanità

B92-A1

( Seguito - vedi num. precedente ).

Chi potrà separarci da Gesù Crocifisso?

In certe occasioni, i persecutori dei cristiani recarono dinanzi ai Martiri il divin Crocifisso, comandando loro di calpestarlo se volevano salva la vita.

E non s'avvedevano, ciechi com'erano nel loro odio insensato, che mettere dinanzi ai martiri l'immagine di Gesù in Croce era come eccitarli ad amarlo di più e a resistere a tutte le seduzioni del male! »

Il Beato Gian Gabriele Perboyre, missionario in Cina, fu condotto dai persecutori dinanzi ad un Crocifisso da essi gettato a terra; poi gli gridarono: « Calpesta la Croce e ti mandiamo libero ».

« Lasciate fare a me », rispose il missionario; e inginocchiatesi con riverenza, prese il Crocifisso, se lo portò alle labbra e non finiva più di baciarlo con trasporti di amore.

Furibondi, perché delusi nella loro aspettativa, i pagani gli si gettano addosso per strappargli la Croce; egli sopporta con gioia i loro maltrattamenti, ma non si lascia strappare Gesù Crocifisso suo tesoro; lo porta con sé in prigione e da lui non si separa che per andare a morire su d'una croce, proprio come il Divino Maestro, l'11 settembre 1840.

Ma è ancor più significativo il seguente episodio accaduto nella recente guerra di Spagna del 1936.

I rossi Comunisti avevano arrestato quattordici religiosi Claretiani col loro Superiore Padre Emanuele Jovè; ad essi promisero la libertà qualora avessero pubblicamente bestemmiato Gesù Cristo.

Tutti rifiutarono con orrore la sacrilega proposta.

Allora i Rossi vennero a vie di fatto: si gettarono su Padre Emanuele e lo perquisirono in tutti i sensi, riuscendo a trovargli addosso un bel Crocifisso.

Bestemmiando orribilmente glielo posero in mano, comandandogli di gettarlo a terra e di calpestarlo.

Il Padre, per tutta risposta prese a coprire di baci Gesù Crocifisso esclamando: « È il mio più grande tesoro! ».

« Allora te lo faremo ingoiare », urlarono i Rossi, e uno di essi, strappato al Padre il Crocifisso, prese a percuoterlo con esso sulla bocca, insanguinandogli le labbra e il mento.

L'eroico Padre oppose la più strenua resistenza, e ogni volta che il Crocifisso gli era avvicinato alla bocca cercava di baciarlo, bagnandolo del suo sangue che per Lui versava.

Stanchi e delusi per tanta costanza, i Rossi scaricarono le loro armi sul Padre Emanuele e sui quattordici Religiosi, che dal Divin Crocifisso attinsero forza e coraggio sovrumano per l'ultimo sacrificio che li rese Martiri di Cristo Re.

Quale tesoro d'eroica fortezza e d'invitta costanza non è mai il Crocifisso per i Martiri della Fede!

( Continua )

Fr. Ernesto