L'ora della prova

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Il Santo Padre Pio XII sotto la data del 30 Novembre u. s. scriveva al nostro Amatissimo Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossati un'affettuosa lettera di partecipazione al dolore di Torino, barbaramente colpita dalle incursioni aeree, e in essa tra l'altro diceva:

« Mentre però Ci attristiamo sul tuo dolore e su quello dei tuoi figli, Ci solleva la certezza che la fede e la pietà tradizionali dei Torinesi, se sono duramente provate, non vengono meno tuttavia a sé stesse; e, guardando a Dio, misericordioso e buono, anch'essi, sopratutto nell'ora della prova, da Lui sapranno aspettare la grazia che fa dei nostri mali motivo di purificazione e di santificazione in Gesù Cristo ».

Parole paterne, serene e fiduciose.

Quanto bene hanno fatto ai nostri cuori smarriti fra tante rovine!

Solo Lui, il Papa, poteva riaccendere la nostra fede vacillante e la nostra speranza.

« Le nostre tradizioni di fede e di pietà ».

Torino infatti è chiamata la città del Santissimo Sacramento e della Consolata, titoli che le meritarono i padri nostri e che noi ereditammo come le cose più care al nostro cuore per alimentarle e trasmetterle a nostra volta ai nostri figli e nipoti.

Questo è dunque il nostro dovere, il dovere di tutti.

Il richiamarci ai doveri nostri ed esaminarci su di essi è sempre necessario non meno che utile; ora, spassionatamente, possiamo dire di essere i veri figli di una città e di una nazione eminentemente cattolica e pioniera di civiltà?

La nostra vita cristiana è sempre Stata all'altezza dei principi del Santo Vangelo, dei Comandamenti di Dio e dei Precetti della Chiesa?

Sapienti ci dimostriamo quando nella recita della nostra bella « Divozione a Gesù Crocifisso », dopo la detestazione dei propri peccati, chiediamo con fede la vittoria della Chiesa e di saper camminare con tutti i nostri fratelli sulla via della legge di Dio promulgata sul Monte Sinai e perfezionata da Gesù col suo divino esempio.

Soltanto a questa luce dobbiamo guardare, alle nostre tradizioni, di fede e di pietà, e sperare in quei segni di benevolenza che Iddio e la Vergine SS. Consolatrice ebbero per la nostra città e per la nostra patria.

Vogliamo essere veramente di Gesù Crocifisso? Gesù Crocifisso sarà allora, e solo allora, realmente la nostra salvezza, l'unica nostra salvezza.

Prendiamo pertanto lo spunto dalla parola del Papa per animarci a trarre « dai nostri mali motivo di purificazione e di santificazione in Gesù Cristo ».

Purificarsi e santificarsi.

Anche l'oro fino deve passare nel crogiuolo per liberarsi dalle sue scorie e quindi se, stoltamente, credessimo di essere giusti, poniamoci dinnanzi a Gesù Crocifisso, il solo giusto, e come i Santi, dopo di esserci confrontati a Lui, ci alzeremo coscienti di essere: peccatori e col proposito di emendare la nostra vita.

Ma la purificazione è in noi la parte negativa; bisogna su queste basi costruire la nostra vita cristiana tutta d'un pezzo, coerente alla nostra professione religiosa, più o meno impegnativa a seconda dei lumi, delle grazie e del nostro stato di vita.

Santifichiamoci con l'esercizio quotidiano di tutte le virtù inerenti alle nostre condizioni di famiglia e d'ambiente e specialmente con la carità somma verso Dio, noi stessi e il prossimo, dopo di aver ogni giorno rinnegato noi stessi e sopportato con allegrezza le pene con cui il Signore con mano di artista vorrà cesellare e impreziosire la nostra vita.

Solo così saremo degni delle predilezioni promesseci da Dio e che la Vergine Santa saprà ottenerci dal Suo Divin Figlio Crocifisso.

G. C. Catechista.