Messa del Povero |
B105-A8
Opera di Redenzione dei Mendicanti
… assistendo alla Messa del Povero in Via Cibrario …
Stanza non molto grande, trasformata in umile cappella … pareti nude … vi si accede scendendo una scaletta; in fondo, dalla parete opposta all'ingresso, un piccolo altare: pochi ceri attorno a Cristo Gesù … pochi fiori.
Un sacerdote celebra il sacro rito … stanza gremita di accattoni … di poveri … di miseria.
Salmodiare grave di preghiere, occhi che fissano il Cristo … occhi imploranti … sguardi che si rasserenano.
Parla ora il sacerdote …
Povertà che insegna l'umiltà.
Povertà che ci affratella a Gesù.
Povertà che rende dura la vita, più alto il merito della conquista di domani.
Chi è povero ed afflitto si sente suddito e figlio del Re dei poveri e degli afflitti: non maledice la propria povertà finché nel mondo vasto vi è chi si arricchisce con frode: non aspira a onori e potenza finché sulla terra vi sono fratelli che onori e potenza acquistano a prezzo di viltà: non si duole delle speranze deluse finché altri le traduce in realtà a danno dei fratelli; tutti consci che è meglio incanutire la vita perseverando in vita povera, ma scevra da ogni macchia, da ogni indegno baratto, e domani morire così contenti.
La Messa è finita.
Un segno di croce, in alcuni timido, furtivo quasi, in altri ampio, grave, quasi solenne.
I fedeli lasciano la stanza: passi pesanti sulla scala … la refezione.
Fuori nella mattina fredda, invernale, il sole tutto inonda con la sua chiarezza: più chiara è l'anima nostra.
Tutti abbiamo imparato qualche cosa: tanto chi ha dato, quanto chi ha ricevuto.
Fra Gerolamo.
Grigio mattino del 12 Dicembre 1943.
Una pioggerella sottile, sottile scende quasi per dire: l'inverno è alle porte.
Ne sanno qualcosa i nostri Poveri delle varie sezioni, perché molti di essi non hanno di che coprirsi, né scarpe per difendersi dai rigori della stagione.
Questa mattina c'è però un rumore insolito: preparativi e pulizia in ogni angolo preannunziano la visita di S. E. il Cardinal Arcivescovo.
Egli stesso ha manifestato il desiderio di venire in mezzo ai Poveri qui al Ricovero Municipale di Via Moncrivello che potrebbe benissimo definirsi il Paese dei Poveri.
Oh, ben lo sanno i medesimi dell'alto onore toccato loro in questo giorno ed alla meglio si preparano.
Pochi apparati esterni, la povertà non conosce il fasto dei maestosi palazzi, ma un'interna convinzione ci dice che il nostro Arcivescovo sarà contento ugualmente di quel poco che sorella povertà dispone.
Già alle sette e mezza in Cappella molti sono i Poveri che occupano i posti loro riservati.
I ragazzi non stanno più in sé dalla gioia e chiedono con insistenza quando arriverà il Cardinale.
Intanto anche in cucina fervono i preparativi.
Le buone Suore, Figlie di S. Vincenzo, stanno accudendo una minestra che, a dir la verità, soltanto dall'odore farebbe risuscitare un morto!
Alle ore 9, mentre l'Avv. Durando dà gli ultimi avvisi, appare l'Eminentissimo Arcivescovo di Torino accompagnato dal Suo Segretario.
Sono a riceverlo il Rev.mo Canonico Bertola, Confondatore della « Messa del Povero », il Rev.mo Padre Saccardi della Missione, il C.mo Fratello Teodoreto, la Rev.ma Visitatrice delle Figlie della Carità, il nostro Presidente, Benefattori e Autorità dello stesso Ricovero.
Molto gradito al Cardinale fu l'augurio rivoltogli da una bambina a nome dei suoi coetanei, dopo del quale seguì con viva attenzione la relazione lettagli da un povero a nome di tutti.
Visibilmente commosso l'Arcivescovo s'avvia quindi all'altare per la preparazione alla S. Messa che s'inizia poco dopo.
Commovente ed edificante la compostezza dei bambini.
Quattro giovani della Parrocchia di N. S. della Speranza servono impeccabilmente la S. Messa seguita da tutti gli astanti con fervore di preghiera e canti accompagnati dal violino.
Al S. Vangelo Sua Eminenza volle premiarci con una pastorale sua istruzione sulla liturgia del giorno, « La povertà - dice il Cardinale - sta per divenire il retaggio nostro; mai come in questi tempi Torino si sentì povera: molte case distrutte, moltissime quelle sinistrate, senza numero coloro che sono rimasti con la sola roba che avevano addosso nell'ora delle incursioni.
E per qual ragione siamo stati così umiliati ed avviliti dalle vicende della guerra?
La ragione è questa: si stava troppo bene sino al punto di pensare di far a meno di Dio; lusso sfrenato, moda invereconda, rinnegamento dei principi fondamentali del cristianesimo: ecco la cagione dei nostri mali.
Ritorniamo buoni e solo allora vi potrò ripetere le parole della Chiesa che oggi ci dice: Siate allegri, iterum dico: gaudete.
Siate osservanti della santa legge del Signore, raddrizzate le vostre vie ed allora verrà la pace e con essa la prosperità.
Ascoltate la voce del Santo Padre, dei Vescovi, dei Sacerdoti e arriverete al gaudio del Paradiso ».
Ripreso il Santo Sacrificio, al Communio ben 140 poveri si accostavano al Banchetto Eucaristico.
Significativa e commovente fu l'accondiscendenza di S. E. nel voler di sua mano portare la Santa Comunione a tutti gli infermi dei vari dormitori del Ricovero.
La devota distribuzione durò un bel quarto d'ora, durante il quale in Cappella si recitavano le preghiere del ringraziamento.
Dopo la Santa Messa, il Cardinale si volle render conto di ciò che veniva distribuito ai poveri: una buona minestra a tutti ( più di 420 ) e un'offerta di lire cinque a ciascuno.
Ai bimbi ed agli ammalati viveri di conforto: cioccolato, pane, formaggio ecc.
Funzione riuscitissima nella cornice bellissima della Santa Povertà, ha lasciato in tutti un buon ricordo ed un desiderio di voler servire con sempre maggior amore e pazienza questi nostri poveri fratelli.
Essi stessi, tanto amorevolmente confortati dalla visita del loro Pastore, hanno promesso preghiere che, certamente esaudite, attireranno grazie su tutta la Diocesi, sull'Unione e su tutte le persone che ci seguono e ci aiutano in quest'opera di bene che il nostro C.mo Fratello Teodoreto ha definito: il più bel regalo che il Signore ha potuto fare all'Unione.
Cat. T. Cocco.