Trent'anni di protezione

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Esponiamo a titolo di riconoscenza al Servo di Dio Fra Leopoldo e a conforto di tante anime che si consacrano a Dio nel mondo, alcuni segni di protezione sperimentati dalla Signorina Vincenza Sisone, già Direttrice dell'Asilo Roberto D'Azeglio di Torino.

Subito dopo la morte della Mamma avvenuta il 2 marzo 1917 - ch'ella chiamò il sole della sua vita - ebbe a lottare con la tristezza della sua solitudine, nell'incertezza di aderire o meno ad una proposta serissima che avrebbe risolto in pieno la sua situazione.

La desolante posizione durò sino al febbraio del 1918 epoca in cui la pia Signorina poté indirettamente raccomandarsi al consiglio e alle preghiere di Fra Leopoldo che dal convento di San Tommaso irradiava i benefici dei carismi di fede ch'Egli aveva in dono dall'alto.

Il Servo di Dio, dopo di aver pregato, rispose che non era opportuno seguire la nuova via proposta, bensì di aver fiducia nella Mammina che abbiamo in Cielo, Maria SS.

Chiarì poi meglio il suo consiglio in data 23 febbraio 1918 con le seguenti parole: « Dica di farsi coraggio, non sarà mai sola.

Il Signore ha una cura speciale delle persone sole »

Tale responso riferito fedelmente alla Sisone produsse un effetto insperato.

Nella sua anima subentrò una calma e una luce radiosa che dissiparono come per incanto l'agitazione, dandole nel contempo una forza tutta particolare per compiere ancora una grande missione di bene attorno a sé.

Riprese con slancio la direzione del suo asilo e compì i suoi quarant'anni d'insegnamento conseguendo la medaglia d'oro di benemerita; vi aggiunse quella delle Colonie Estive ad Avigliana; coprì la carica di Segretaria del Comitato Piemontese dell' « Unione Generale Insegnanti » e della Società di Studi Cateriniani e non abbandonò il posto di Tesoriera delle Operaie Cattoliche della Gran Madre di Dio.

Coltivò un'attività zelante ed illuminata quale Zelatrice dell'Unione del SS. Crocifisso ed appartenne tra le più operose del Terz'Ordine di S. Domenico.

Tutto ciò fondato sulla forza che le veniva dal Martire Divino.

Essa stessa nel luglio 1945 ebbe a scrivere: « Recitando la preghiera composta da Fra Leopoldo, la Divozione a Gesù Crocifisso, fui trasportata ad amare il Divino; cosa che molto mi consolò, elevò ed illuminò in questa difficile esistenza terrena ».

« Leggendo ora la vita del Frate Leopoldo, che si spera di beatificare, l'amore per Gesù Crocifisso si è aumentato ancora, si è ravvivato sublimato, con grande vantaggio della mia anima ».

La guerra ultima fece pesare anche su di Lei le tristi conseguenze del periodo dei bombardamenti terroristici, ma non venne meno la protezione promessole da Fra Leopoldo: non sarà mai sola!

Scriveva infatti il 27 gennaio 1944: « Ringrazio di cuore il Servo di Dio Fra Leopoldo Musso O.F.M. perché ebbe verso di me una continua protezione e mi ottenne tanti favori da Gesù Crocifisso ».

« Per l'intercessione sua, recitando la preghiera da lui compilata, io ho potuto terminare la mia carriera d'insegnante con onore: fui aiutata in caso di malattia: risolvendosi prontamente, in modo miracoloso, un infortunio occorsomi che avrebbe potuto avere gravi conseguenze ».

« Ancora, in questi ultimi penosi tempi di sfollamento, mi ottenne di venire nella sua Terruggia Monferrato, dove vivo tranquilla, amando e pregando.

Oh, potessi presto vedere la sua beatificazione! »

Nel dare notizia della sua morte avvenuta il giorno 26 gennaio 1946 - vigilia dell'anniversario del trapasso del Servo di Dio di cui Ella aveva tanto desiderato di vedere la gloria, la « Voce Casalese » pubblicò: « … negli ultimi mesi si affinò nell'amor di Dio sopportando in pace le sue sofferenze fisiche, meditando in cuor suo le grandezze della sua Fede che, faro della sua vita, divenne il sole della sua morte.

Assistita amorevolmente dal Rev. Prevosto, dalle Figlie della Carità e dalle Signore Frisetti e Piacenza, si dimostrò riconoscentissima delle loro cure pregando la Suora di rivestirla dopo la morte dell'abito di Figlia di Maria.

Sepolta per sua volontà nella fossa comune, resterà protettrice ed esempio a quei di Terruggia, sua patria di adozione, lasciando scritte le parole: Se Iddio mi userà indulgenza nel giudicarmi e potrò andare presto in Paradiso, pregherò per tutti »

Il « non sarà mai sola » si è concluso così santamente ed oggi si è voluto ciò ricordare specialmente per le anime che spinte dalla grazia di Dio vogliono avere in Cielo un protettore alla loro consacrazione fatta a Dio, pur restando sole in mezzo al mondo.

G. C.