F. Leopoldo Maria Musso ritorna a S. Tommaso

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È ancora vivo il ricordo in quanti il 28 gennaio 1922 accompagnarono al Camposanto di Torino F. Leopoldo M. Musso.

Pare ieri.

Era un sabato e la neve era caduta abbondante per tutta la mattina, ciò che però non aveva potuto impedire che i funerali riuscissero imponenti e la Chiesa di S. Tommaso si riempisse.

Furono in buon numero gli intervenuti che vollero anche seguire la salma fino al Cimitero.

Oltre ai Confratelli suoi, vi erano i fedelissimi suoi discepoli, gli ammiratori e i devoti.

Per via si pregò, si pregò al camposanto fin quando non si vide il feretro inghiottito dal loculo del sepolcreto dei Frati Minori.

Tutti si staccarono da quel luogo a malincuore.

Era un Santo esclamavano molti e che lo fosse lo pensavano tutti e un vago presentimento si provava che quella non fosse la sua dimora definitiva.

Il presentimento si cambiò presto in fermo proposito, in sicurezza e oggi è diventato una realtà, Fr. Leopoldo M. ritorna a S. Tommaso.

Si rifà il viaggio in senso contrario.

Il corteo non sarà più mesto, dolorante come allora.

Gli animi sono ora pervasi da sentimenti di gioia, perché un altro presentimento domina tutti, quello della sua glorificazione.

Il viaggio di ritorno non lo fa ancora è vero nella gloria ufficiale di Santo; è ancora soltanto un'apoteosi privata, popolare, ma che prova la fama di santità che Fr. Leopoldo gode nei fedeli.

Lo si chiama soltanto il Servo di Dio, ma quante cose ci dice anche questo solo titolo!

Dal campo dei morti ritorna vivente tra i vivi, perché Egli non è un morto comune; egli, come i Santi, è più vivo ancora dopo morte e continua la sua missione fra noi viventi.

Nella Cappella di N. Signora ritrova il suo posto di maestro e di intercessore per noi.

Presso l'altare della Madonna, della sua Mammina come amava chiamarla nel suo affetto tenero e nella sua illimitata confidenza figliale, depose tante volte in vita la preghiera per gli infiniti che ricorrevano a lui; di là piovvero per grazia sua larghezze divine senza numero.

Là spesso egli udì la voce del Crocifisso e di Maria SS.

Là dunque noi lo sentiremo più vicino, lo rivedremo ancora col suo sorriso caratteristico, lo ritroveremo pronto ad ascoltarci come quando viveva.

Se la sua anima privilegiata oggi è tra gli splendori dei Santi, immersa nella visione di Dio, osannante a Lui col coro dei Celesti, era per noi un dovere avvicinare, nel modo che ci è possibile, a quella gloria anche il suo corpo, quel fratello asino, che docilmente servì ai voleri dell'anima sua sitibonda di perfezione e di eroismi di santità, che sta attendendo la risurrezione finale per vestirsi anche lui di gloria e di splendori immortali.

Siamo tutti convinti che l'attuale traslazione non sarà l'ultima, ma solo preparazione di un'altra più solenne e più gloriosa, ma siamo lieti di vederlo finalmente in luogo più degno.

Le sue spoglie mortali entreranno esultanti nella sua Cappella, che diventerà ancora più sua.

Da quel luogo sacro, testimonio delle sue grandezze spirituali, non uscirà più.

La Madonna che tante volte, durante la sua vita, gli aprì e chiuse la porta perché egli potesse venire a trovarla nel suo Santuario, gliela apre ancora una volta, ma per fermarlo presso di se per sempre.

E l'apre anche a noi, affinché in compagnia del suo Servo fedelissimo e per la sua intercessione possiamo meglio conoscerla e meglio amarla.

P. F. Maccono