La Divozione a Gesù Crocifisso

B126-A4

( Continuazione dal numero precedente )

3 - Alla piaga della mano destra

Tutto è ordine, di logica successione, la cui impeccabilità nasce - prima ancora che da lume di mente - da impulso di cuore amante.

E così, al cospetto attuale delle divine carni straziate, il primo moto è di adorazione, come si è già visto ( N. 1-2 del Bollettino gennaio-aprile di quest'anno ).

Il secondo è di ringraziamento. Il quale, nel testo della stesura originale, è espresso così: « Vi ringrazio dell'amore infinito col quale voleste sopportare questi atroci dolori per isconto dei miei peccati; perciò li detesto con tutto il cuore ».

Questi atroci dolori. Com'è semplice, com'è profondo, com'è attuale di vita!

E com'è vero! Questi.

Viene ribadito che la Croce e le piaghe di Gesù non si affondano alla vista, man mano che il tempo passa, lontane di venti secoli.

Esse sono qui, vive e palpitanti, dinanzi agli occhi nostri, fissi spalancati, pieni di raccapriccio.

E quel conclusivo perciò non è forse posto a causa della nostra superficialità distratta per sottolineare - richiamo incisivo e determinante - la conseguenza dell'esecrazione e del ripudio del peccato che ha prodotto quell'attuale Passione?

O infinitamente generose queste ferite goccianti, se per esse, ora ed in ogni tempo, si schiudono a noi viventi, che le chiudemmo per orgoglio dissociatore, le porte beatificate dell'eterna comunione! O infinito dolore, che si è fatto prezzo necessario della nostra gioia infinita! O egoismo esecrando, o vita d'odio, disgustoso al di là di ogni parola, che è continuamente causa di quella morte, e morte d'amore.

Il terzo moto è di preghiera, la cui prima invocazione, rivolta alla piaga della mano destra fu originariamente scritta così: « Vi domando la grazia di liberare il Sommo Pontefice dai suoi nemici e che oggi tutti i Sacerdoti del mondo abbiano a celebrare santamente. »

Qui, la formula, che recito e naturalmente continuo a recitare secondo il testo nuovo, non rispecchia fedelmente le intenzioni che ispirarono l'autore.

Quel primo filiale pensiero quel primo affettuoso erompere di trepidazione per il Papa, per il Padre di tutti, quella prima sùbita implorazione alla piaga della mano destra ( l'arto principale dell'azione ) perché si frapponga tra la sacra persona del Sommo Pontefice, Capo visibile di tutta la Chiesa, e lo liberi dai suoi nemici disperdendoli, perché è stato modificato?

E perché è stato soffocato il successivo grido della stessa invocazione, perdendo di vista o attutendo:

1° ) l'unita del pensiero dominante, che nel sacrificio della Vittima divina è ancora la Croce,

2° ) L'estensione, che essa abbraccia e che è senz'altro più espressivamente grandiosa nel vocabolo mondo, che ricalca tutti,

3° ) l'attualità sempre rinnovantesi di quell'oggi, quasi battito di pendolo, la quale c'impegna tutti a chiedere una così grande grazia: così grande che ogni giorno è fine a se stesso?

Dopo il Papa, il cuore infuocato di fra Leopoldo batte per tutti i Sacerdoti del mondo perché siano non valorosi, ma eroi; non buoni, ma santi, di quella santità, che è veste della dignità ( come qualificarla, se ogni aggettivo è pallido? ) di offrire alla Maestà divina per noi incatenati il sacrificio di Gesù Liberatore, nel quale siamo tutti trasformati.

In quell'invito, diretto in espressione scarna a tutti i fedeli del mondo, a pregare ogni giorno per una così grande grazia, in quell'alimento di così immenso mormorio di oranti, sento tutto il fuoco divorante dell'umile francescano, intuisco come posso tutta la percezione tremante che Iddio può concedere a creatura di questa terra, del mistero sovranamente angelico di Gesù, vivo in Sacramento d'amore!

E se fosse parso che in questa parte la formula autentica di fra Leopoldo può generare illazioni sciocche altrui, sarebbe stato ugualmente desiderabile a mio parere che dall'emendamento eventuale balzassero tuttavia evidenti i lineamenti caratteristici di quell'ispirata preghiera.

( Continua )

G. Gaetano di Sales