Sulle orme di Pio X

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Non mi si muova l'appunto che metto sempre avanti dappertutto, appena appena se ne presenti l'occasione, il nome di René Bazin.

Comunque sia, certo è che non posso dissociare il nome dell'Accademico francese e mio venerato maestro da quello del Beato Pio X, perché fu per l'appunto René Bazin che mi fece comprendere ed amare la figura dolcemente ferma del santo Pontefice.

E tanto me la fece comprendere ed amare; e tanto me la rese sacerdotalmente alta e santamente viva che, quando scrissi il profilo letterario del mio maestro ed amico, affermai con sicurezza: « Nel romanzo, Bazin non inventa, ma copia.

Non crea, ma ricrea. Non si sostituisce a Dio, ma ripete da lui la vicenda reale, limitandosi a travestire luoghi e persone, perché non siano riconosciuti.

E quando il riconoscimento non nuoce, ma edifica; quando il protagonista della vicenda narrata è il santo, allora il travestimento cade, il romanzo diventa storia, il personaggio della finzione è quello, esattamente e fedelmente quello della realtà e si chiama Charles de Foucauld o Pio X ».1

Il maestro mi aveva dato ragione.

Il nuovo Santo fu per lui - con chiaro presentimento - Pio X.

E la casa di Riese che cominciava « a diventare museo », si è davvero « trasformata in cappella ».

* * *

Se qualche cosa c'è da ridire, è questo: almeno per noi catechisti, non si può parlare di Pio X senza ricordarlo anche come grande maestro di catechismo.

Ed invece il libro di Bazin non sottolinea abbastanza codesto aspetto di Papa Sarto, omettendo quel commento che pare necessario sull'Enciclica Acerbo nimis, del 15 aprile 1906, avente per oggetto l'insegnamento della dottrina cristiana.

Viene infatti messo in ampia e bella evidenza che Pio X riformò la musica nelle chiese, nelle quali egli ricondusse la musica autenticamente sacra; ch'egli, « nato nel mondo del lavoro manuale », penetrò con illuminata chiarezza la questione sociale; volle e perseguì - senza per altro vederne il definitivo compimento - la codificazione del diritto canonico; intrepidamente debellò il modernismo, facendo cadere fiotti di luce a giorno sui più riposti involucri e filamenti cancerosi di quell'eresia; con felicissimo ritorno ai primi tempi della Chiesa, il quale reca l'impronta del « genio », estese la mensa eucaristica ai bambini dell'età, in cui si distingue il pane degli angeli dal pane degli uomini; tracciò in una famosa esortazione al clero, i lineamenti dell'uomo di Dio, del sacerdote modello, facendone un ritratto, nel quale « involontariamente riprodusse se stesso ».

Tutte benemerenze altissime ed insigni, codeste, ed altre ancora, di cui una sola basterebbe a fregiare a gloria la fronte d'un uomo per tutta la vita, additandolo alla gratitudine delle generazioni venture.

Ma sulla profonda orma catechistica, che il Beato Pio X impresse per la via maestra pontificale, non si può passar sopra.

Né si può omettere che, se il Concilio Tridentino fece il catechismo per i parroci, per gli aventi cura d'anime, il Beato Pio X fece il catechismo per il popolo, per le anime.

E non perdendo mai di vista il consiglio di muovere alla pietà per la bellezza, col mezzo della bellezza, volle che la cura letteraria del testo fosse affidata a Giulio Salvadori.

Cosicché quel catechismo, per scienza saldo come roccia e per veste terso come sorgiva, è rimasto intatto: unico per la Chiesa universale.

Pane fatto in briciole, perché l'alimento sia facilmente assimilato.

Documento di magistero perenne.

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Quel testo mirabile è il primo rimedio offerto dall'enciclica Acerbo nimis.

La quale, pur essendo di circa cinquant'anni addietro, permane di tale presente e viva attualità che di più non si potrebbe.

Anzi, più gli anni passano e più attuale è.

A che cosa si deve principalmente « l'odierno rilassamento e quasi insensibilità degli animi? »

Al « l'ignoranza delle cose divine ».

Ne consegue necessità di guida, che è l'intelletto aperto ai misteri della fede, l'insegnamento dei quali compete ai sacerdoti.

Compito del catechista è: « trattare una verità o di fede o di morale e spiegarla in ogni sua parte », secondo gli obblighi già fatti dal Concilio Tridentino agli aventi cura d'anime, «

1° ) di parlare al popolo delle cose divine;

2° ) di istruire nei rudimenti della legge di Dio e della fede i fanciulli ed i rozzi ».

L'ufficio del catechista è pochissimo stimato, né vale a suscitare plauso.

Tuttavia, senza il catechista, mancano i fondamenti, e « faticano indarno quelli che edificano la casa ».

Pur accarezzando le orecchie, non sono i discorsi fioriti che penetrano, ma è la parola piana e semplice: quella che, come dice Iddio stesso in Isaia, scende quale « pioggia o neve dal cielo e là più non torna, ma inebria la terra e la penetra e la fa germinare e da semenza al seminatore e pane al famelico ». ( Is 55,10 )

Su queste premesse, ecco la prescrizione e il comando di apostolica autorità:

1° ) si ammaestrino i fanciulli e le fanciulle nel catechismo, per lo spazio di un'ora, tutte le domeniche e le feste, dai parroci e da quanti hanno cura d'anime.

2° ) Si preparino i fanciulli e le fanciulle alla penitenza ed alla cresima

3° ) ed in tutti i giorni della quaresima, alla prima comunione.

4° ) Si eriga la congregazione della dottrina cristiana, i parroci avendo dei validi collaboratori nelle pie persone secolari.

5° ) Si istituiscano nelle città maggiori delle scuole di religione intese a istruire nelle verità della fede e nella pratica della vita cristiana la gioventù che frequenta le scuole, dalle quali è bandito ogni insegnamento religioso.

6° ) In altra ora da quella dei fanciulli, si spieghi dai parroci il catechismo ai fedeli ( oltre l'omelia sul Vangelo ) e per gli adulti si faccia uso del catechismo tridentino, in modo da svolgerlo in cinque anni.

* * *

L'enciclica Acerbo nimis ha la solennità perentoria d'un testamento.

Il suo testo è del 1905. La prima idea dell'Unione è del 1906.

Il Beato Pio X non ha forse idealmente asperso d'acqua lustrale il nostro Istituto nascente?

G. Gaetauo di Sales

- Il monito ai Genitori Cattolici

notificato in questo stesso mese di giugno dall'Em.mo Signor Cardinale Arcivescovo di Bologna, è la prova dell'attualità più che mai presente e viva dei richiami del Beato Pio X alla necessità di istruire le menti sulla verità religiosa.

Tale grave monito trae motivo dalla notizia pubblicata dalla stampa bolognese, secondo la quale i genitori che mandano i loro figli alle colonie estive, gestite dal Comune di Bologna, e desiderano che i loro bambini non partecipino alle pratiche del culto cattolico, lo possono ottenere rilasciando un'esplicita dichiarazione in tale senso.

I commenti sono superflui.

Vogliamo soltanto esprimere all'Era.mo Signor Cardinale Arcivescovo di Bologna la devota ed affettuosa parte che prendiamo al suo legittimo, vivo, paterno dolore.

- « Augusta Regina

dei cieli e capitana degli angeli, voi che da Dio riceveste il potere e la missione di schiacciare a Satana la testa, inviate - ve lo domandiamo umilmente - le legioni celesti perché agli ordini vostri perseguano i demoni, li combattano dovunque, li reprimano nell'audacia e li ricaccino negli abissi ».

Questa bellissima ed efficacissima preghiera nacque nel 1863, in Francia, nella provincia dei Bassi Pirenei.

Un'anima che godeva delle frequenti manifestazioni della bontà della Madonna, fu subitamente colpita come da un raggio di luce divina.

Le parve infatti di vedere i demoni sparsi su tutta la terra, in procinto di compiervi devastazioni senza nome.

Questa anima ebbe allora un pensiero di elevazione alla Vergine Santissima, la quale le avrebbe confermato che i demoni erano scatenati nel mondo.

Essere perciò giunta l'ora di pregare lei come Regina degli angeli e di chiederle di inviare le legioni sante per combattere ed atterrare le potenze infernali.

« Madre mia », profferì l'anima, « voi che siete tanto buona, non potreste inviarle senza che ve lo chiediamo? »

« No », rispose la Madonna, « la preghiera è una condizione posta da Dio stesso per ottenere le grazie ».

« Ebbene, Madre mia, » riprese l'anima, « vorreste insegnarmi voi stessa come bisogna pregarvi? »

E le parve di ricevere dalla Madonna la preghiera riprodotta sopra.

Approvata dal Vescovo di Baiona, essa fu fatta stampare.

Non si può omettere di riferire che durante la stampa le macchine si spezzarono per due volte.

Diffusasi rapidamente, la preghiera fu arricchita dal Beato Pio X d'indulgenza di 300 giorni, una volta al giorno.

- Quando a Pio X veniva proposta una decisione, sulla quale egli non era preparato, rispondeva: « Rifletterò ».

E indicando il Crocifisso, aggiungeva: « Deciderà lui! »

- Qualunque cosa si faccia, sarà sempre impossibile unire questi due termini estremi, i primi e gli ultimi, i ricchi ed i poveri, i grandi e i piccoli, se non si pone loro in mezzo il Vangelo e la Croce: la Croce, sola Arca di alleanza; il Vangelo, unico trattato di pace.

B. Pio X


1 Bene Bazin, Pie X, Flammarion, Paris, ultima edizione 1961, con uno studio sulla Actualité du Bienheureux Pie X del Ch.mo Mone. J. Calvet de l'Institut. C'è un'ottima traduzione italiana di Tito Casini, Libreria Editrice Fiorentina.