Casa di Carità Arti e Mestieri

B133-A13

I. Sono finite le vacanze …

Ed anche quest'anno abbiamo preso commiato dalle nevi eterne del Rosa, del Lyskamm, del Castore e dalle ridenti casette di Parletoa, a Gressoney-St. Jean.

Se ci volgiamo indietro a tirare le somme in rapporto ai due mesi estivi trascorsi nella nostra sede alpina, non possiamo non dirci soddisfatti.

Invece di un turno solo se ne fecero due.

Il primo avvio dell'estate 1950 ha cominciato a dare i suoi buoni frutti quest'anno.

Se si continua così, l'estate 1952, cha cosa avverrà? Come si potrà far fronte alle richieste dei nostri allievi?

Ampliando i locali o distribuendo i turni su perioda più brevi? Lo si vedrà poi, e si farà per il meglio.

Certo è che anche questo soggiorno estivo ha dimostrato di essere non avulso dalla Casa di Carità Arti e Mestieri, non facente parte a se stesso, ma di essere tutt'uno, ma di far corpo con la nostra Opera scolastica cittadina; come dire, un suo prolungamento, una sua proiezione, un ponte tra due sponde, tra la fine di un anno di, scuola e l'inizio del successivo.

Perché non vi sia soluzione di continuità.

Va da sé che a Parletoa non si studia, ma si riposa.

Tuttavia, in quel riposo s'innesta l'unica, diciamola così, materia che durante i mesi di città viene lasciata in disparte: l'educazione fisica, cioè lo sviluppo della vita fisica, con ricreazioni adeguate, con escursioni alpinistiche.

E nel tempo stesso s'inserisce anche la possibilità di curare di più l'educazione al senso del bello, negli ineffabili spettacoli della natura, si presenti essa in veste di flore o in specchio di acqua lacustre o in slancio di guglie rupestri o in mare di ghiaccio su sfondi di cobalto silenti.

Sicuro! I nostri giovani non debbono " essere sensibili come il piano d'un tavolo di marmo al cospetto della grandezza smisurata d'Iddio, Artefice sovrano.

Non debbono essere in festa davanti ad un piatto colmo di pastasciutta ben condita o ad una portata di cotolette seppellite da montagne di dorate patate fritte croccanti, come se quella vista e quel gusto fossero il non plus ultra della felicità.

La buona cucina fa piacere a tutti, ma senza perdere il senso di misura.

Siano i nostri giovani in ammirazione, sentano, vibrino dinanzi agli innumerevoli aspetti delle bellezze naturali.

Quel senso del bello completerà - con lo sviluppo della vita fisica e nella costante, ferma disciplina morale - quell'educazione umana, sociale, cattolica, che preparerà alla vita politica e civile gli uomini di domani.

Codesti sono i nostri intendimenti quanto a Gressoney ed al suo soggiorno, che è palestra d'estate.

La vetta educativa non si raggiunge d'un balzo.

Ma i progressi depongono a favore e fanno sperare bene, sempre meglio.

II. … ed è incominciato un nuovo anno di scuola!

Infatti. Eccoci arrivati all'anno scolastico 1951-1952!

Corsi diurni, serali, festivi affollati. Dirigenti, insegnanti ed allievi hanno ripreso lietamente quella vita domestica, quella vita di famiglia, in quell'atmosfera di calore, di rispetto, di comprensione, di concordia, che è una delle singolari caratteristiche della nostra Casa di Carità Arti e Mestieri.

Tutti contenti di rivedersi: visi sorridenti e forti strette di mano.

Naturalmente, si è cominciato di dove comincia ogni persona che abbia la testa sul collo e il cuore a posto.

Si è cominciato da Dio, con una preghiera collettiva in cappella ( la funzione solenne di apertura si farà quanto prima ).

Han fatto seguito la opportune esortazioni ed i convenienti inviti del direttore.

Primi giorni buoni e promettenti. È aumentato il numero delle Aziende industriali, che affidano ai nostri corsi diurni i figli dei loro operai.

Numero ancora limitato di Aziende. Non è ancora quel che deve essere.

Ma il sintomo favorevole c'è: bisogna riconoscerlo. Non siamo fermi sulle posizioni.

Progrediamo. Con coraggio. Con costanza. Con fermezza.

E poi, abbiamo netta l'impressione che comincia a farsi strada negli ambienti industriali la sensazione della necessità di far capo ad una scuola, dove non si curi soltanto, con disciplina e serietà, l'istruzione professionale, ma dove s'intenda pure, ed in primo luogo, all'educazione umana e sociale dell'allievo: educazione, codesta, assai spesso trascurata e sempre incompleta.

E che cosa si aspetta per convincersi che la Casa di Carità Arti e Mestieri è proprio quello che ci vuole, è proprio la scuola professionale dei nostri tempi, è proprio la scuola aziendale di ogni industria, cioè la vera scuola interaziendale?

I battenti sono spalancati a tutti. Là possibilità di ampliamento c'è.

C'è pure volontà di fare bene. Ed il cuore non manca.

Ci usino la cortesia gl'Industriali di venire a visitare la nostra Scuola, mentre funziona.

Se ne renderanno conto. La loro visita sarà proficua.

Non perderanno tempo. Le loro idee si faranno più precise.

La loro attenzione genererà la benevolenza, la fiducia, la loro attiva, convinta collaborazione.

III. Ospiti di riguardo

Ed anche sotto quest'aspetto, non ci possiamo lagnare.

Intendiamo dire: sotto l'aspetto delle visite, l'anno scolastico 1951-1952 si è iniziato sotto lieti auspici.

Visite, non solo di personalità ragguardevoli nostre, ma anche straniere, tutte richiamate dall'interesse più vivo, tutte esprimenti promesse e consensi calorosi.

Le elenchiamo in ordine di data, come si succedono le firme sul nostro albo d'onore.

Per primo, il Rev. Bro. H. Paul S. C., vice-direttore dello Scolasticato di Elkins Park ( Penna, U. S. A. ), simpaticamente cordiale, vorremmo dire, fraterno.

Approfittammo subito dei suoi sentimenti, chiedendo la collaborazione al nostro Bollettino, come i nostri lettori possono constatare in questo stesso numero.

Poi è stata la volta

del noto industriale Gr. Uff. Giuseppe Rivetti,

dell'On. Armando Sabatini,

della Prof.ssa Maria Tettamanzi, Assessora della Giunta Municipale della nostra città, la quale ha assicurato tutta la simpatia e tutta la particolare attenzione del Comune.

Ed infine il signor Primo Ministro di S. M. l'Imperatore del Siam.

Come si vede, la notizia della Casa di Carità Arti e Mestieri di Torino sconfina dai margini cittadini ed echeggia qua e là, fino alle estremità dell'Occidente e dell'Oriente.

Segno di universalità.

IV. Mostre

Ed anche le Mostre hanno incoraggiato col loro favore.

Così, il Primo Salone Internazionale della Tecnica ci ha segnalati con un premio di ventimila lire e con un diploma di merito attribuiteci dall' E. N. A. P. I.

Così pure, in ambiente non ufficiale, ma di casa, come quello della IIIa Rassegna Attività ex-Allievi del Collegio S. Giuseppe non sono mancate soste di visitatori attenti ed interessati al nostro stand, improvvisato all'ultimo momento, ma ugualmente riuscito dignitoso.

E non possiamo non citare in questa pagina alcuni nomi tra i visitatori di maggior considerazione:

l'Em.mo Signor Cardinale Arcivescovo di Torino,

le Loro Eccellenze Brusasca, Sottosegretario agli Esteri,

e Carcaterra, Prefetto di Torino,

il Sindaco della nostra città, il Gr. Uff. Ing. Giuseppe Mosca,

presidente dell' U. C. I. D. lombarda,

un gruppo di giornalisti, tra i quali l'On. Quarello.

I commenti sono stati molti e tutti benevoli. Ce ne ripromettiamo risonanze attive.

Ed intanto, un grazie cordiale ai Fratelli, all'Associazione ex-Allievi ed al nostro caro prof. Mario Sancipriano per l'invito, graditissimo.

V. Stralci

a) - dal manifesto di propaganda dell'Istituto Professionale Statale « G. Plana »:

« Finalità. - Gl'Istituti Professionali, in cui saranno trasformate le attuali Scuole Tecniche Industriali, costituiscono il Politecnico del Lavoro, promuovono la formazione umana e sociale e l'elevazione professionale degli addetti all'industria e all'artigianato, con insegnamenti culturali e tecnici e con esercitazioni pratiche dirette alla qualificazione e specializzazione nell'ambito dei mestieri e degli impieghi di ordine esecutivo ».

b) - dal mensile La Scuola e l'uomo ( mensile dell'U.C.I.I.M., Anno VIII, suppl. al N. 7, Luglio 1951 ).

« La riforma della Scuola. - Le norme generali dell'Istruzione. - Affermazioni di principio.

Nella Relazione che precede il testo del Disegno di Legge si afferma che: " Ragione suprema delle norme costituzionali è la persona umana, l'uomo ut singulus e ut socius ".

« Lo stato riconosce e promuove tutte quelle forme di vita associate, mediante le quali la persona si esprime e si afferma » ( pagina 5 a. 4 ).

« Per contribuire alla realizzazione dei fini individuali e sociali della persona, lo stato si organizza in forma democratica, in modo da promuovere ordinamenti autonomi e decentrati » ( pagina 6 a. 5 ).

VI. La novità

a. 1) L'affermazione della formazione integrale come fine primario per tutte le scuole d'ogni ordine e grado … ».

a. 4) l'accento ed i previsti sviluppi dell'istruzione professionale, con le particolari iniziative per l'istruzione femminile … ».

Gli Istituti Professionali ( a. 11 ).

« Come si è imposta storicamente l'esigenza di speciali scuole di preparazione alle professioni liberali, così s'impone oggi l'esigenza di scuole superiori rivolte alla formazione umana ed alla preparazione professionale dei lavoratori, per tutta la vastissima gamma del lavoro esecutivo, secondo le molteplici e variabili forme, nelle quali si va specializzando la produzione moderna.

Si tratta di provvedere non solo alla qualificazione dei lavoratori, ma anche alla preparazione dei maestri artigiani e dei capi reparto ».

« … La loro organizzazione s'informa al criterio della massima elasticità ed aderenza sia all'economia ambientale, sia al progresso delle tecniche esecutive … ».

« … Soltanto quando la nuova scuola italiana, col contributo di tutte le forze nazionali sarà riuscita a provvedere un'istruzione generale e professionale per tutti i lavoratori, soltanto allora sarà compiuto il passo più decisivo per un'elevazione che sia, come deve essere, culturale ed etica, oltreché professionale ed economica ».

Ed ora, dato fondo agli stralci, se ci possiamo permettere un commento di redazione, sarà eccessivo ed immodesto aggiungere che cedeste affermazioni sono come il cacio sui nostri maccheroni, come il suggello sulla nostra ceralacca, come la firma ufficiale sul programma da anni promosso dalla nostra Casa di Carità Arti e Mestieri?