L'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane

B143-A3

Nel 1679 a Reims, si apriva la prima scuola dovuta a S. Giovanni Battista de la Salle ( 1651-1719 ), il quale, perché l'iniziativa d'uno zelante pedagogo venuto da Rouen, il Signor Adriano Nyel, non naufragasse nel difficile ambiente remense, aveva interposto i suoi buoni uffici, accollandosi inoltre le spese del mantenimento dei maestri che vi erano impiegati.

Quest'intervento caritativo fu il primo di una lunga serie, che condusse il Santo, passo passo e come malgrado suo, alla fondazione del proprio istituto religioso.

Seguendo infatti da vicino questi uomini, si accorse ben presto che non si erano ridotti al mestiere di maestro se non per la incapacità a guadagnarsi qualsiasi altro pane e che, non ostante una fondamentale onestà, non avevano alcuna attitudine per la scuola.

Perché potessero dirozzarsi un po' con lo studio e dare una qualche regolarità alla vita, che pure erano costretti a vivere in comune, cominciò con il cercar loro una abitazione che li liberasse dai servizi parrocchiali voluti dai curati in cambio dell'ospitalità loro concessa.

Lo studio e la vita comune disgustò quei primi mercenari, con soldo e contratto annuo, che ben presto abbandonarono la comunità scolastica, in cui erano vissuti con il titolo dato loro dal Sig. Nyel, di « frères charitables », per riprendere l'errabonda loro vita.

Il nobile Canonico, vincendo non solo i pregiudizi sociali del tempo, ma le proprie vivissime ripugnanze, per salvare le scuole, accoglieva allora in casa sua e con i suoi familiari, alcuni più giovani soggetti, con l'intento di dirozzarne le maniere, educarne lo spirito ed istruirli nel loro mestiere.

Obbligato poi, dal parentato a cacciare costoro, che erano considerati troppo abbietti e di bassa condizione per convivere sotto uno stesso tetto con i consanguinei dei de la Salle, rifiutando di porli alla stregua dei propri domestici, non li abbandona, ma affittata una nuova dimora, va ad abitare con essi.

Da questo momento, oltre il ministero sacerdotale, le scuole e la formazione dei maestri assorbiranno pressoché tutta la sua vita.

Approfitta d'una grande carestia per far distribuire dai suoi maestri e distribuire egli stesso, ai poveri, tutti i suoi beni, assai cospicui anche dopo la divisione dell'asse ereditario, perché l'opera delle scuole non si basi sull'incertezza delle ricorse umane, ma sulla Provvidenza; e perché di fronte ai suoi « Fratelli », egli non sembrasse guarentirsi con la prebenda canonicale, di questa ancora si spoglia rinunciandovi senza riserve o carichi, lieto che i poveri l'avessero condotto a sposare la povertà.

Capo della sua comunità religiosa per l'ascendente sacerdotale, per quello del sapere e della virtù, non disgiungerà ormai il suo vivere da quello dei suoi fratelli, che con nuovo appellativo chiama « Fratelli delle Scuole Cristiane », intendendo che essi, sempre e solo e dappertutto, « tengano assieme e per associazione le scuole gratuite per i figli dei poveri e degli artigiani », rinunciando ad ogni altra cosa e soprattutto allo stato ecclesiastico.

Al qual - proposito, affinché la forma associazionistica laica, nella quale l'istituto da lui fondato, era venuto strutturandosi, si perpetuasse, dimessosi da superiore, lui fondatore, prete e dottore, volle che i fratelli eleggessero, come avvenne, in vece sua uno di loro, astringendoli inoltre a non darsi mai in avvenire altro capo che un membro della loro Società.

S. Giovanni Battista de la Salle immetteva dunque una « religione » di soli laici nella Chiesa, - che non l'approverà se non alcuni anni dopo la di lui morte, - con l'apostolato esclusivo dell'educazione e dell'istruzione cristiana, principalmente della gioventù e dei poveri.

I membri di essa sottosteranno alle comuni obbligazioni dei voti canonici, cui aggiungeranno, come propri, il voto di insegnare gratuitamente e di rimanere nella società.

* * *

Una comunità religiosa di maestri laici non poteva sussistere che per un ascetismo professionale, che desse modo a tutti i suoi membri di raggiungere la pienezza della vita cristiana in una e per mezzo della perfezione dell'impiego.

È questa l'opera precipua di S. Giovanni Battista de la Salle, che non concepì la scuola come un aggiunto della carità cristiana, ma come termine dell'apostolato suo e dei suoi discepoli.

Costruì dunque, un organismo religioso idoneo al duplice scopo d'aver buoni religiosi laici e maestri di scuola.

Il fratello delle scuole cristiane infatti, nel pensiero del de la Salle, è un religioso di vita comune, ma senza gli obblighi claustrali incompatibili con la scuola e che della scuola deve fare la sua « religione » vivendo sia nell'esercizio quotidiano dell'impiego, sia nella pratica monastica della sua regola, una vita eminentemente pedagogica e formativa, in ordine appunto, alla scuola ed alle sue finalità educative, con esclusione d'ogni altra cosa.

A questo infatti, sono rivolte le Regole e Costituzioni, che vedono il « Fratello » sotto la disciplina della comunità, ordinata come scuola, in cui tutto, dalla preghiera allo studio, alla ricreazione, ai pasti, al riposo, si svolge in comune e sotto la guida e la dipendenza d'un solo, cui quello obbedisce, come appunto deve obbedirgli, proporzion fatta, l'allievo.

Medesimamente, la spiritualità monastica, sia quella che informa le virtù individuali e sociali, sia quella che detta l'opera e l'elezione esteriore di ciascuno e della collettività, assumendo « la presenza di Dio, attraverso la conoscenza di se stessi », come canone ascetico ed esplicitazione d'un duplice spirito di fede e di zelo, ad altro non mira se non a potenziare nel religioso, l'educatore, e nel corpo stesso dell'istituto, le attualità della scuola e dell'educazione.

Nato da queste concezioni originali e profonde, da 275 anni, l'istituto del de la Salle vi trae i motivi ideali e pratici del suo svolgimento storico, sia nel campo chiesastico e religioso propriamente detto, - nel quale rappresentò un'ardita innovazione, - sia nel campo pedagogico strettamente inteso, - dove la sua azione fu spesso preminente e comunque d'una irrecusabile presenza e attualità, - sia, in più larga accezione, nello stesso campo sociale, - che gli deve con istituti di grande valore pratico e giuridico, il senso stesso e la vocazione del religioso laico educatore e del maestro cristiano.

S. Giovanni Battista de la Salle, che il regnante Pontefice ha proclamato Patrono di tutti i maestri, ha dato al suo istituto la vocazione totale della scuola e dell'educazione cristiana della gioventù.

Oltre le « piccole scuole », in cui realizza ( 1680 ) la prima scuola popolare nell'accezione moderna, - di massa, cioè, come metodo e realismo pratico dei programmi d'insegnamento - ed a cui principalmente consacra il suo Istituto, al medesimo affida le scuole normali, dette da lui « Seminar! per i maestri », con annesse scuole speciali esterne ( ed interne ) di tirocinio a carattere pratico e sperimentale ( 1684 ), per laici, non religiosi, estranei alla sua congregazione, concependo la scuola e l'educazione come fatto sociale e non meramente congregazionista.

Applica poi i suoi fratelli nei corsi per adulti con la « Scuola festiva per operai » affrontando il problema dell'apprendistato ( 1688 ).

Li immette nell'insegnamento secondario tecnico, ch'egli crea con il collegio di Saint-Yon, dove s'insegna commercio e finanze, architettura e matematiche, lingue e disegno, esercizi militari, tutto insomma, tranne il latino ( 1705 ).

Commette loro i piccoli delinquenti, che sottrae agli orrori delle case di pena, creando i primi correzionali organizzati come scuole di redenzione, di studio e di lavoro ( 1711 ), cui s'aggiunge più tardi, la Maison de force, sorta di penitenziario, nella, quale volse ad una vita di lavoro artistico ( pergamene e scultura ) o manuale ( meccanica e giardinaggio ) in comune, i nobili rinchiusi e segregati con « lettres de cachet ».

Quest'accezione universale dell'educazione, legata dal Santo Fondatore al suo Istituto, costituisce, anche al presente, la fisionomia delle opere lasalliane: dalla scuola elementare alla università, dal collegio borghese alla scuola serale, dal correzionale alle scuole rieducalive, dalle colonie scolastiche alle scuole cliniche, dagli istituti artistici alle scuole agricole, dai seminari indigeni all'accademia militare.

L'Istituto, che alla morte del Santo ( 1719 ), contava 24 case e 274 fratelli è ora sparso in tutto il mondo, la Russia e gli stati Scandinavi soli mancando alla sua ecumenicità.

64 Stati beneficiano complessivamente dell'apostolato di 21.000 religiosi, di cui più di 15.000 in esercizio, in 1358 istituzioni scolastiche con oltre 400 mila alunni e altri 300 mila, in cifra tonda, nelle opere para e post scolastiche.

Presente è pure nel campo missionario con 1700 soggetti di cui 500 indigeni per 60 mila alunni.

Il segreto di tanta vitalità può scorgersi nella fedeltà alla Regola lasciata dal Santo Fondatore della Congregazione che lungo tanto volgere di cose e di eventi è rimasta intatta; nel deposito di dottrine ascetiche, pedagogiche, sociali veramente cospicuo, costituito dagli scritti di S. Giovanni Battista de la Salle, che alimentano ed informano la vita e l'azione dei discepoli, e nella devozione assoluta alla Chiesa e al Vicario di Cristo, secondo il testamento lasciato ai fratelli dal Santo, il quale, contro il furore gallicistico e giansenistico dell'epoca, si sottoscriveva « Prete romano », la qual cosa costituisce, per l'Istituto, come la guarentigia non solo della propria ortodossia, ma quella stessa della sua saldezza e perennità.

Un grande numero di fondazioni religiose si sono modellate sull'Istituto dei Fratelli delle scuole cristiane.

Nella sola patria d'origine, si contavano, all'epoca della soppressione combiana ( 1904 ), ben dodici congregazioni insegnanti, con 20.311 religiosi, 1682 case e 201.332 alunni.

Fuori della Francia, non sono pochi gli Istituti religiosi, le cui regole trassero ispirazione da quelle lasalliane, come ad esempio i « Christian Brothers » d'Irlanda ( 1802 ), del P. Ignatius Rice.

Anche nel campo femminile, l'influenza, già notata al tempo del Santo Fondatore, è stata assai profonda: esempio su d'ogni, altro cospicuo, quello di S. Maria Maddalena Postel ( 1716-1846 ), che non volle, per le sue Suore delle scuole cristiane e della misericordia, altre regole e costituzioni all'infuori di quelle date da S. Giovanni Battista de la Salle, all'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Fe.

La Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane in Roma.