L'Unione Catechisti in Spagna

B160-A4

Le prime consacrazioni dei catechisti congregati!

Il trapianto del nostro Istituto Secolare in Spagna non è frutto della iniziativa del centro torinese, ma il risultato di una illuminata convinzione e di una tenace e prudente opera del Fr. Placido Fermin, Visitatore Provinciale di Barcelona, cui si associarono presto altri Fratelli del suo e di altri Distretti.

Egli conobbe l'Unione Catechisti durante il suo secondo noviziato a Roma, ne visitò personalmente l'opera a Torino.

Comprese che essa è la conseguenza logica delle premesse che sostengono la famiglia Lasalliana e lo sviluppo naturale del suo programma e si rese conto dell'importanza del nuovo Istituto Secolare per lo sviluppo di tutto il movimento Lasalliano.

La Provvidenza gli mise a disposizione dei preziosi collaboratori, come il Fr. Miguel, primo Assessore dell'Unione in Spagna e attualmente Direttore del Collegio de la Bonanova; del Fr. Ambrosio, attuale Assessore dell'Unione in Spagna; del Sig. Fernando Bargalló, attuale presidente nazionale, i quali fecero parecchie visite in Italia per stabilire i necessari contatti con la Sede Provinciale, e lavorarono con serietà per sei anni.

La funzione alla Casa di Carità di Torino

Il primo campo d'azione fu naturalmente Barcelona, ma poi si estese a Tarragona, Gerona, Manresa, Zaragoza.

Progetti e contatti preliminari riguardano anche altre città, dove si prevede prossimo l'inizio di un gruppo di Catechisti.

Le consacrazioni di allievi catechisti raggiunse il totale di 150, quelle di catechisti effettivi il totale di 34.

Molti naturalmente non perseverarono e i gruppi di Manresa e di Gerona caddero totalmente, ma la perseveranza complessiva dei catechisti associati fu del 30%, cioè superiore a quella raggiunta in Italia.

Intanto vennero le prime adesioni di catechisti congregati; alcuni erano della stessa città e uno di Tarragona.

Terminato il triennio di formazione i primi tre novizi vollero recarsi a Torino per emettere la loro professione religiosa o consacrare a Dio la propria vita presso la tomba del Fondatore, Fr. Teodoreto; erano Jorge Pascual, Marcelino Samsò e Federico Gay.

Giunsero a Torino il 9 settembre 1962 accompagnati dal Fr. Ambrosio e a Torino stessa si prepararono con un corso di Esercizi Spirituali.

Il 13 settembre successivo emisero i voti nelle mani del Presidente Generale, alla Casa di Carità Arti e Mestieri durante una funzione semplice e commovente.

Il celebrante, P. Ferrando S.J., vecchio amico dell'Unione, ne interpretò il senso e sottolineò la grandezza dell'atto con cui tre giovinezze generose si consacravano a Dio.

Erano presenti il Visitatore Placido Fermin, ed il Sig. Bargalló venuti appositamente dalla Spagna con il catechista novizio Juan Gonzales ; il Visitatore di Torino, Fr. Alfredo; i Fratelli Direttori delle varie case di Torino, con numerosi confratelli; il Fr. Secondino, Direttore dello Scolasticato di Grugliasco, con tutta la sua giovane comunità, che rese più suggestiva la funzione con canti sacri; e infine tutti i catechisti al completo.

La piccola cappella era stipata e non poté contenere tutti gli intervenuti, parte dei quali dovette seguire la funzione dal corridoio laterale, attraverso le porte spalancate.

Su di tutti i suoi Confratelli e sui suoi figli ci pareva di veder risplendere il sorriso di compiacimento del Fr. Teodoreto e quasi ci meravigliava che le sue spoglie, nel muro accanto all'altare, non dessero segni di esultanza.

Ecco che la sua fede incrollabile è premiata e l'opera sua si consolida e incomincia a dilatarsi per tutto il mondo, dando un'ulteriore conferma alle predizioni che Fra Leopoldo faceva cinquant'anni fa, allorché l'Unione non era neanche nata.

I Catechisti di Spagna in conversazione a Villa S. Giuseppe

I catechisti spagnoli, ricevuti con caldo affetto dai loro confratelli di Torino si trattennero ancora qualche giorno per visitare tutti i luoghi santificati dai Servi di Dio Fr. Teodoreto e Fra Leopoldo e studiare bene in loco l'origine e lo spirito della loro famiglia spirituale; quindi rientrarono in patria ardenti del desiderio di spirituali conquiste.

Presso la tomba del Fr. Teodoreto

Visita del Presidente Generale e dell'Assessore Generale in Spagna

Il Presidente Generale dell'Unione e l'Assessore Generale, Fr. Gustavo Luigi, furono in Spagna dal 7 al 16 aprile 1963 per visitare i catechisti di colà, fatti segno ovunque a manifestazioni di onore e di caldo affetto, con la simpatica esuberanza di quel magnifico popolo, così ricca di valori spirituali e così vicino per mentalità al popolo italiano.

1) Barcelona, prima tappa.

Era la Settimana Santa ed i primi tre giorni furono dedicati agli Esercizi Spirituali annuali, nel grandioso Collegio della Bonanova.

Il Presidente e l'Assessore ebbero agio di tenere varie conferenze ai catechisti riuniti e di parlare singolarmente con ciascuno di essi per mettere sempre più a fuoco gli ideali dell'Unione e studiare i problemi di consolidamento e di sviluppo che si presentano al giovane gruppo spagnolo.

A conclusione degli Esercizi Spirituali durante una funzione paraliturgica, assai espressiva, i tre catechisti congregati rinnovarono i loro voti religiosi, il postulante Carlos Rafart fu ammesso ufficialmente all'anno finale di noviziato, tre nuovi allievi catechisti fecero la loro prima consacrazione e undici catechisti Associati rinnovarono la loro.

Naturalmente un folto gruppo di Fratelli, con a capo il Visitatore Fr. Placido partecipava alla cerimonia.

Il Presidente parlò dell'Unione Catechisti in una conferenza ai Fratelli di Barcelona, convocati appositamente al Collegio della Bonanova e quindi, insieme al Fr. Gustavo Luigi visitò le principali Scuole dei Fratelli, da cui provengono i catechisti barcelonesi: il Josepets, dove ebbe inizio l'Unione in Spagna; il Mayor de Grada, dove con i Fratelli collabora all'insegnamento il novizio Rafart e donde provengono gli ultimi allievi catechisti; il Congreso, dove i catechisti si occupano di una scuola professionale serale, che fece ricordare ai visitatori la prima Casa di Carità a Torino, in via Feletto; il Condal, che offrì un vivo contrasto con la popolarissima scuola di Barceloneta, vicino al porto, dove sorge spontaneo il desiderio di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro, perché il lavoro urge …

I Fratelli a Barcelona hanno ben dodici case e stanno compiendo un lavoro davvero "estupendo".

Il terreno è preparatissimo per un movimento catechistico e l'Unione vi affonda sempre più le sue radici.

Gli Ex-Allievi di Barcelona, che costituiscono una fiorente e attiva associazione, la quale collabora strettamente con i catechisti, vollero preparare un ricevimento e offrire agli ospiti un dono, simbolo del comune legame che li unisce alla famiglia lasalliana.

La presenza di tanti uomini, di ogni età, inseriti nelle strutture sociali ad ogni livello dette l'immediata sensazione di quanto abbia lavorato la scuola cristiana in profondità ed estensione, nella regione catalana.

Tale constatazione, insieme alla cordialità dell'incontro, e al suo significato, fecero di questa manifestazione una delle cose più gradite al nostro Presidente e al nostro Assessore, che ne conservano un simpatico ricordo.

Naturalmente gli ospiti furono accompagnati in lungo e in largo per una visita alle cose più interessanti della città, dal Tibi-dabo alla Cattedrale; al Montjuich; palazzi, monumenti, viali e giardini e la fontana luminosa, vera meraviglia di forme e colori varianti senza fine.

Barcelona è davvero una grande e attivissima città e il terreno ondulato su cui sorge concorre a renderla ancor più movimentata e varia, ricca di attrattive.

La funzione del Giovedì Santo "'in coena Domini" presso il Collegio della Bonanova, eseguita con grande pietà e splendore di canti concluse la prima parte della visita a Barcelona.

Un gruppo di catechisti spagnoli con i Superiori, al Collegio de la Bonanova

2) Tarragona.

La mattina del Venerdì Santo, con l'automobile del Visitatore, pilotata da lui stesso e seguita da un piccolo corteo di altre macchine, il Presidente e l'Assessore si trasferirono a Tarragona: viaggio interessante, che permise di godere il paesaggio e osservare le comitive di intere famiglie emigranti all'aperto per trascorrere le vacanze pasquali in campagna.

Ecco l'arco romano. Tarragona è fierissima delle sue costruzioni romane fondate sulle mura ciclopiche degli antichi Iberi, sul punto più alto della città e in faccia al mare, e giunte integre fino a noi, esempio unico al mondo di un complesso non intaccato altro che, lentissimamente, dalla salsedine marina.

l luogo è bellissimo, ma la sua bellezza è superata dalla suggestività del ricordo di Roma che qui palpita vivissimo e richiama subito la nuova Roma cristiana, di cui gli antichi imperatori erano gli inconsci battistrada.

Ecco il magnifico "balcone sul mare", i giardini pubblici e in essi, gradita sorpresa, il monumento a S. Giovanni Battista La Salle, uno dei più espressivi e indovinati del Fondatore.

Ed ecco il Collegio del S. Cuore, dove gli ospiti sono accolti assai cordialmente dal Direttore Fr. Gervasio, dal catechista congregato prof Gay, il quale è di casa, essendo insegnante allo stesso Collegio, da un simpaticissimo gruppo di allievi catechisti e dalla rappresentanza della Associazione Ex-Allievi.

Dopo un breve saluto e la visita alla casa, ebbe luogo la funzione liturgica del Venerdì Santo, quindi la refezione unica della giornata e poi l'intervista con un giornalista della città, desideroso di conoscere bene l'Istituto Secolare dei Catechisti.

Egli ne pubblicò il resoconto sul giornale di Tarragona "Diario Espanci", e sul quotidiano cattolico di Barcelona "Solidaridad Nacional" assai in rilievo.

Alle 19,30 udienza dal Cardinale Arcivescovo di Tarragona.

L'età ha raddolcito assai la sua espressione autoritaria e gli ha conferito un tratto paterno.

Parla perfettamente l'italiano e afferma con convinzione: io sono romano.

Si interessò molto dell'Unione Catechisti, del suo programma e della sua attività, ripetendo più volte: molto importante, molto importante, e congedò i visitatori con una ampia e cordiale benedizione per tutto l'Istituto, i suoi membri, le sue opere.

Alle 20 ebbe inizio la sfilata del Venerdì Santo, caratteristica di Tarragona, cui partecipa tutta la città e che dura più di tre ore.

Spirito religioso e folclore: così ci immaginiamo le grandi manifestazioni popolari di mille anni fa, quando fede e patria erano una sola cosa, indiscussa, vissuta da tutti con convinzione ed unanimità.

Ci pare anche di comprendere meglio l'anima della Spagna, in cui i grandi valori spirituali non hanno subito lo sgretolamento del dubbio, della negazione, dello scetticismo e in cui è prepotente il bisogno di esprimersi in forme immaginose.

Alla sfiata prendono parte tutti gli Enti ed Associazioni e tutte le autorità, compreso il Cardinale.

È un grande onore, riservato alle personalità più distinte, rappresentarvi qualche Ente e portarvi le relative insegne: il Presidente Generale dell'Unione ebbe il privilegio di portare la bandiera delle opere lasalliane, fiancheggiato dall'Assessore e dal Presidente Nazionale, Sig. Bargallò, che ne reggevano i cordoni.

Il giorno successivo, Sabato Santo, dopo un breve giro turistico ebbe luogo l'incontro con il gruppo locale dei catechisti, assai promettente, e poi la funzione para-liturgica, per la consacrazione di un gruppo di catechisti associati e di allievi catechisti.

Tarragona ha pure un postulante che si reca ogni domenica a Barcelona per la sua formazione.

A cominciare dal prossimo anno scolastico avrà anche il suo postulantato indipendente, frequentato da un gruppetto di giovani generosi e ben orientali.

3) Zaragozza

Terminata la visita di Tarragona il TAF ( la littorina spagnola ) trasportò il Presidente, l'Assessore e il Sig. Bargalló a Saragozza.

Si è lasciata la Catalogna e si è entrati nell'Aragona.

Il paesaggio è totalmente cambiato e si è fatto continentale, più "spagnolo" : terreno continuamente ondulato e rosseggiante d'argilla; molti rilievi pietrosi, incoltivabili; scarsità d'acqua; non un prato, ma sempre campi ovunque è possibile coltivare: dovunque vigneti e ulivi, da cui si ricava un prodotto squisito e poi alberi di sughero e carrube; quante diverso dal verdissimo Piemonte, dalla opulenta pianura padana.

In tutto il percorso non si scorge una strada e solo pochissimi villaggi: dove abita e di dove passa, la gente che coltiva con tanta cura queste terre?

Giunti a Zaragozza alle 18,30 e accolti con molta cordialità al Pensionato Universitario si diede un'occhiata alla città, che è interessantissima, piena di vita.

Negli edifici, costruiti per lo più con mattoni in vista, domina uno stile caratteristico.

Poi la funzione del Sabato Santo, nell'unica chiesa autorizzata alla funzione vespertina, quella dell'Ospedale: in essa i viaggiatori celebrarono la risurrezione di Gesù.

Il mattino dopo, giorno di Pasqua, S. Messa a N. S. del Pilar, protettrice della Spagna.

La chiesa era gremita e nella cappella di N. S. non fu possibile neanche entrare.

All'altar maggiore il celebrante ed un altro prete venuto in suo soccorso per la Comunione, con una panciuta pisside, esaurirono ogni riserva, ma non poterono comunicare tutti e invitarono la lunga fila rimasta digiuna, tra cui anche i nostri viaggiatori, a passare nella Cappella del SS. Sacramento.

Dopo la Messa a N. S. del Filar, visita a Valdefierro, una borgata periferica in cui i catechisti di Zaragozza esercitano il loro apostolato, coadiuvando il parroco, in un'opera di bonifica materiale e morale.

Là non si trova solo la povertà, ma lo squallore: non case, ma baracche in una landa desolata, senza orizzonti e dove non c'è nemmeno un albero che dia allo sguardo il refrigerio della sua chioma verde.

Eppure il parroco vi ha fatto miracoli.

È un sacerdote basco, ben piantato, di cui non si sa se ammirare più l'intelligenza o l'attività e lo spirito apostolico.

Egli ha fatto sorgere a Valdefierro la Chiesa, la Scuola; il teatro-cinematografo, l'ambulatorio medico, locali per ritrovo e giochi, negozio di vendita a prezzi di favore, cucina pubblica, ecc.

E per ogni attività, un organismo efficiente che la garantisce: sacerdoti, suore, personale laico e perfino un Istituto Secolare Maschile.

Nella sua povertà di mezzi tutto funziona in pieno.

La chiesa, umile ma dignitosa, era gremita per la Messa di Pasqua: tutto perfettamente ordinato, preghiere e canti all'unissono e discorso del Parroco, che si cambiò subito in un dialogo con i fedeli, i quali rispondevano in coro alle sue domande e pendevano tutti dalle sue labbra.

Quanto da fare, ma quale capolavoro di impostazione e quale esempio di fede e di carità.

Al ritorno da Valdefierro visita al Collegio La Salle Gran Via e poi al Montemolin.

Il gruppo dell'Unione Catechisti di Zaragozza

È in questa seconda scuola che lavorano i Fr. Geronimo e il Fr. Julian, i quali hanno capito perfettamente l'Unione ed ai quali si deve il lavoro di formazione dei catechisti nella capitale dell'Aragona.

Un Catechista Associato di Barcelona, Riudor, destinatela Zaragozza per il servizio militare, appena giunto colà si mise a contatto con i Fratelli e propose loro di organizzare l'Unione.

Detto, fatto. Il terreno aspettava solo il seme per farlo germogliare e il buon Riudor, dopo appena quattro mesi di servizio militare ( in Spagna gli Universitari fanno il servizio militare a rate, durante i mesi estivi ) poteva rientrare a casa soddisfatto e mettere i dirigenti di Barcelona a contatto con l'incipiente gruppo aragonese.

Evidentemente in Spagna l'Unione è molto più "contagiosa" che in Italia e i catechisti di colà si dimostrano molto più "aggressivi" di quelli torinesi.

Nel pomeriggio del giorno di Pasqua i primi allievi catechisti aragonesi fecero la loro consacrazione.

Erano nove, di cui cinque provenienti dal Collegio Gran Via e quattro dal Montemolin.

Anche qui funzione para-liturgica, ma il garbo e il buon gusto con cui fu eseguita ne fecero un piccolo capolavoro: il SS. Sacramento, solennemente esposto, letture bibliche ben scelte e preghiere alternate con canti eseguiti magistralmente.

Poi ciascuno degli allievi lesse il suo atto di consacrazione e ricevette dal Presidente Generale il crocifisso e la medaglia della SS. Vergine.

Consacrazione di Allievi Catechisti a Zaragozza

La benedizione del SS. Sacramento concluse la funzione, alla quale seguì il gruppo fotografico e l'esibizione di un ragazzina che cantò uno stornello ( una "jota" dicono loro ) con una voce d'argento, un gusto musicale e una passione incantevole.

Decisamente questo popolo la musica ce l'ha nel sangue.

Peccato che non abbia potuto essere presente, il Visitatore Pablo Manuel.

Egli desiderava assistere alla inaugurazione dell'Unione nel suo Distretto ( si noti che Zaragozza fa parte del Distretto di Bilbao e non più di Barcelona e che quindi l'Unione è già uscita dalla regione catalana per espandersi verso il nord della Spagna ), ma all'ultimo momento un guasto al motore della macchina gli fece perdere parecchio tempo durante la strada ed egli arrivò a Zaragozza solo in tempo per salutare il Presidente e l'Assessore alla Stazione ferroviaria, dove stavano già aspettando il treno di ritorno a Barcelona.

Comunque fu un gesto commovente ed eloquente, al quale egli volle ancora aggiungere l'assicurazione di ogni suo appoggio per lo sviluppo dell'Unione.

4 ) Pellegrinaggio a Montserrat e a San Martin de Sasgayolas.

Il lunedì di Pasqua fu dedicato a un doppio pellegrinaggio: il mattino a N. S. di Montserrat, patrona della Catalogna e il pomeriggio alla casa di formazione di S. Martin de Sasgayolas, dove si custodiscono le reliquie dei Fratelli martiri della rivoluzione spagnola.

Montserrat collocato in un luogo amenissimo, è un capolavoro di cristiana pietà e di sapiente organizzazione, attorno alla vetusta immagine della Madonna bruna.

Dovunque ordine, pulizia, decoro, spirito religioso autentico, in una cornice di bellezze naturali, che la mano dell'uomo ha saputo mettere in rilievo ed arricchire.

L'immensa tenuta dell'Abbazia è un mare di verdi alberi, custoditi con la tradizionale cura benedettina e tiene lontana l'invasione delle abitazioni private, assicurando al sacro luogo la solitudine e la pace.

La folla che in certi giorni vi arriva a torrenti, attratta più dalla nostalgia delle cose spirituali che dalle bellezze esteriori, ne subisce il fascino e tiene un contegno composto, devoto, senza nulla guastare o sporcare, non lasciando nemmeno della carta straccia per terra.

L'occhio dei monaci, anche se non avvertito, è dappertutto.

In chiesa poi i monaci appaiono veramente gli uomini di Dio e danno a tutte le cose più semplici un rilievo, una dignità, una ieraticità che incanta.

La loro liturgia è la liturgia romana, che si celebra nella più parte, del mondo cattolico, ma una funzione a Montserrat, rapisce, vale un corso di esercizi spirituali.

Certo, duecento monaci, attorno ad un altare, che pregano all'unissono e cantano in modo così espressivo, con una devozione edificante, sono uno spettacolo che impressiona.

Eppure le loro cerimonie e le loro preghiere sono quelle della Chiesa universale, il loro canto è il puro gregoriano, oppure qualche canto popolare assai noto.

Ma perché le funzioni liturgiche non sono eseguite dappertutto così, perché altrove sono tanto strapazzate e sciatte, talvolta industrializzate, servizio pubblico in serie o al minuto, spesso travolte da pratiche di pietà privata, da far soffrire i fedeli e costituire una prova di pazienza, anziché un soave richiamo allo spirito, che è per natura aristocratico ed è soffocato da ciò che è banale?

Siano benedetti questi monaci, che da quindici secoli fanno sentire la voce più genuina della Chiesa e sono un perenne richiamo a ciò che è più alto, più puro, più bello.

San Martin de Sasgayolas ha un richiamò differente, ma non meno forte.

La proprietà dei Fratelli delle Scuole Cristiane si estende a perdita d'occhio in tutte le direzioni, su un terreno ondulato e vario, in una posizione saluberrima e in un silenzio assoluto perché qui i rumori non giungono più da nessuna parte.

Un latifondo e una simile quiete in cui si ode solo lo stormir del vento e il canto degli uccelli, e dove i nervi si distendono da noi non sarebbe, nemmeno immaginabile.

I Fratelli vi hanno stabilito una casa di formazione per i loro novizi e di esercizi spirituali per i secolari.

Nella cripta della Chiesa vi hanno radunate le salme dei loro confratelli, martiri della rivoluzione spagnola, che poterono ricuperare: sono 43 su 119 religiosi uccisi in odio alla fede e quella fila di urne contro la parete, su cui sono scritti i nomi di tutti i 119 martiri è impressionante.

Qui soprattutto ci si rende conto della vitalità della famiglia lasalliana in Spagna e questo soggiorno lascia un ricordo indelebile.

I catechisti di Spagna ci vengono ogni anno per le loro colonie estive, ospiti dei carissimi per ritemprare il corpo e lo spirito dei loro ragazzi.

Il Presidente e l'Assessore dell'Unione visitarono ogni cosa in lungo e in largo e non mancarono di incontrarsi con lo stuolo di giovani Fratelli, che in un ambiente così propizio si preparano alla loro missione di educatori, e che li accolse con viva simpatia.

Il Presidente parlò dell'Unione Catechisti a quei giovani Fratelli, destinati non solo alla Spagna, ma anche ai paesi di missione e che rappresentano la speranza di domani, per la Scuola Cristiana e per l'Unione stessa, augurando loro di raggiungere le più alte vette della vita spirituale e di conseguire le più ricche messi del loro apostolato.

Il ritorno da San Martin fu alquanto movimentato e concluse la visita in Spagna: martedì 16 aprile l'aereo riportava in Italia il Presidente e l'Assessore, soddisfatti di aver potuto constatare che il movimento catechistico è ben avviato, e recando con se i doni che gli amici di Spagna avevano voluto offrire in segno del loro affetto, tra cui un bellissimo calice per la cappella della Casa di Carità e una magnifica statua di N. S. del Pilar, protettrice della Spagna, simboli entrambi della stretta unione stabilitasi tra i catechisti spagnoli e quelli italiani.

Seconda visita del Presidente Generale a Barcelona

Il 23 maggio 1963, festa dell'Ascensione, il catechista congregato Juan Gonzales faceva la sua professione religiosa in Barcelona: era la prima volta che un Catechista emetteva i voti religiosi in Spagna e il Presidente Generale dell'Unione volle sottolineare il fatto recandosi colà per riceverli personalmente dal suo giovane confratello.

La cerimonia si svolse all'Istituto Josepets, dove Gonzales aveva compiuto i suoi studi, in una atmosfera di intimità e di solennità allo stesso tempo.

La Messa fu celebrata dal cappellano P. Segalès, che non mancò di sottolineare l'importanza di quella professione religiosa, con un discorso rivolto esclusivamente all'interessato, e iniziato così: "Mi hijo espiritual, … ".

Erano presenti tutti i membri della famiglia Gonzales al completo: il papa ( che insegna francese nella scuola serale dei catechisti ) la mamma, il fratello e due sorelline, tutti minori di lui, essendo Juan il primogenito.

Mai era avvenuto prima di allora che alla professione di un catechista assistessero i familiari.

Il caro Gonzales può vantare due primati, di cui il secondo ha un significato particolarissimo ed è invidiato da tutti.

Oh se tutte le famiglie cristiane in cui sboccia una vocazione ne fossero liete e offrissero a Dio i loro figli, sentendosene onorate, come il padre e la madre di Gonzales offrirono con gioia il loro primogenito.

Non è una mentalità veramente cristiana che l'Unione vuol diffondere nelle famiglie?

Ciò spiega il tono commovente della funzione, cui convennero il Visitatore Placido Fermin, che non manca mai quando si tratta dell'Istituto Secolare dei Catechisti, molti Fratelli da tutte le Case di Barcelona, Tarragona e Zaragoza e naturalmente i Catechisti di tutte le tre città, nonché una folta rappresentanza dell'Associazione Ex-Allievi.

Seguì naturalmente una colazione in comune, con relativi discorsi e poi incontri, conversazioni, strette di mano a non finire, tutto improntato alla più viva e sincera cordialità.

Adesso, caro Juan, parti pure per il servizio militare e soprattutto per il servizio apostolico a cui il Maestro ti ha chiamato e che l'esempio tuo così simpatico attiri tante anime al Signore.