Che cos'è la scuola cristiana? …

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È la scuola nella quale sono particolarmente estese la religione e le pratiche liturgiche?

Ovvero una scuola costituita da insegnanti cattolici o, meglio ancora, condotta da un istituto religioso?

Direi che la scuola cattolica non è solo questo.

I suddetti elementi sono necessari, ma non sufficienti.

Che cosa è allora la scuola cristiana?

A mio avviso la scuola è cristiana quando procede direttamente dalla parola di Gesù Cristo, il quale si è dichiarato l'unico solo maestro.

In questa espressione, è precisato quale sia il principio e la fonte di ogni illuminazione conoscitiva, cioè Cristo, il quale essendo splendore della gloria del Padre e figura della sua sostanza, e tutto sostenendo con la parola della sua potenza, è colui stesso che è origine di ogni sapienza, è fonte di ogni cognizione diretta; pertanto anche delle cognizioni e delle scienze umane, cioè delle materie di studio, nessuna eccettuata.

La scuola cristiana è dunque l'attività educativa nella quale Gesù è fondamento e coronamento.

Essa è lo sviluppo dottrinale del principio affermato da S. Paolo: Non ho altra scienza che Cristo e Cristo Crocifisso, e in tale scienza si abbraccia ogni ramo del sapere.

In altri termini: la scuola cristiana è la manifestazione del divino mistero di salvezza operante nel settore dell'educazione.

O ancora, è il modo di attuare la redenzione formando nuove coscienze attraverso l'istruzione, che è l'opera apostolica che la Chiesa, sposa di Cristo, realizza mediante l'insegnamento.

La scuola cattolica attua nel settore dello studio e dell'istruzione professionale la restaurazione di ogni cosa in Cristo, è la manifestazione della sua regalità di amore su ogni cosa, e pertanto anche sulle discipline e sulle scienze, che tutte sono raggio riflesso di Lui, che è il verbo di Dio fatto uomo.

Basti a tale riguardo porre un solo esempio.

La stessa matematica, che potrebbe a prima vista sembrare una materia per eccellenza neutra, per così dire, diventa inconcepibile, ridotta ai suoi termini essenziali dell'unità e della molteplicità, se non vi sia un riferimento a Dio, in cui vi è unità di natura e pluralità nella trinità delle persone e un riferimento alla creazione da Dio operata, nella quale ritroviamo i termini dell'unità e della molteplicità.

La scuola cristiana, incontrando tutto in Cristo, che è verità, dovrebbe veramente assicurare l'unitarietà e la completezza del fatto educativo, poiché riferendo tutte le discipline al loro principio, dovrebbe scongiurare l'inconveniente di uno studio frammentario in base al quale le varie materie debbano risultare, secondo quanto è stato affermato, come frammenti staccati di un tempio classico diroccato, i quali, per quanto belli come elementi a se stante, non darebbero però l'idea dell'insieme del complesso architettonico.

Scaturendo la sua operatività da Cristo, che è vita, la scuola cristiana dovrebbe educare tutto l'uomo, e non solo le sue facoltà intellettive, ma anche quelle morali e spirituali, in appoggio all'azione della famiglia.

Si tratta di raggiungere quell'esigenza di integralità e di concretezza autorevolmente ( e, mi si consenta, paternamente ) sottolineata in una recente conferenza dall'arcivescovo Mons. Pellegrino.

L'Arcivescovo afferma la necessità che all'attuazione dei compiti specifici della scuola presieda una visione totale della realtà e dell'uomo, nel rispetto delle leggi fondamentali della conoscenza e dell'essere, nel riconoscimento della concreta organicità del reale, nell'offrire ai giovani una sorta di chiave intellettuale e morale per capire il mondo contemporaneo, in tutta la pienezza dei valori, naturali e soprannaturali.

Traendo il suo metodo da Cristo, che è via, la scuola cristiana dovrebbe offrire un sistema didattico in tutto consono ed adeguato alle esigenze dell'uomo, anche a quelle più profonde, facendo leva non solo sugli elementi naturali, ma anche su quelli soprannaturali, riposti nel fanciullo come germi preziosi da sviluppare, nel battesimo, e costituenti il suo essere soprannaturale, la sua rinascita in Cristo, fatto certo e reale, anche se misterioso.

- In tal modo la scuola va vista come autentico strumento di assunzione dei valori sociali, di mediazione fra valori stessi e realtà sociale in cui gli uomini in concreto debbono operare, efficace opposizione a quell'opera deleteria di spersonalizzazione che i mezzi odierni di propaganda vanno compiendo.

Ben si comprende l'urgenza dell'appello del Concilio, sul diritto della Chiesa a fondere liberamente e a dirigere le scuole di qualsiasi ordine e grado, e il monito che l'esercizio di tale diritto moltissimo contribuisce anche alla tutela della libertà di coscienza e dei diritti dei genitori, come pure allo stesso progresso culturale.

Ai genitori cattolici il Concilio ricorda l'obbligo di affidare, secondo le concrete circostanze di tempo e di luogo, i loro figli alle scuole cattoliche, di aiutarle secondo le loro possibilità e di collaborare con esse per il bene dei loro figli.

Particolare attenzione merita l'asserzione del Concilio sulla libertà di coscienza, e tale principio dovrebbe essere accolto da ogni uomo di buona volontà, anche se non credente.

La libertà di insegnamento è sancita dalla nostra Costituzione, e costituisce uno dei punti cardine perché si abbia una società civile, libera e democratica.

La libertà di insegnamento è l'attuazione di uno dei diritti più preziosi della natura umana, in base al quale colui che sa deve potere insegnare agli altri senza incontrare proibizioni e difficoltà, dato che in materia di educazione la competenza e la idoneità sono costituite dalla pura ragione e, per le cose divine, dal magistero della Chiesa.

La libera concorrenza tra gli istituti religiosi e, in conseguenza di essa, l'opinione pubblica, dovrebbe giudicare sufficientemente sulla validità e sul metodo delle scuole e degli insegnanti, pur essendo altresì necessaria la vigilanza e la repressione degli abusi a tale diritto, da parte dello Stato.

In questo modo verrebbe a determinarsi un pluralismo scolastico che tradurrebbe fin dal piano dell'insegnamento la ricchezza e la varietà dei corpi sociali, e consentirebbe l'acquisizione di un patrimonio culturale più autentico, più genuino e più completo.

Si ovvierebbe così alle rigidità e alle carenze connesse con un ordinamento scolastico centralizzato, il quale tenda a diffondere un indirizzo comune a tutti i cittadini, talora anche a scapito di una vera cultura.

Per chiarire ciò, va tenuto presente che oggetto dell'insegnamento è la verità.

Sennonché la verità è di fatto posseduta con graduazioni e con misure diverse dagli uomini e dai corpi sociali e vi è disputa talora su cosa sia la verità.

Lo Stato, e parlo dello Stato in generale, e non necessariamente del nostro Stato, attraverso i programmi stabiliti per le scuole pubbliche, offre agli allievi un suo modo di intendere la verità, che però potrebbe anche non essere quello autentico ed effettivo.

Invero a quale patrimonio ideologico lo Stato si ispira per intendere la verità?

Questo patrimonio è soggetto a mutazioni, talora potrebbe anche mancare e venire così sostituito dalla storia ( non per nulla molte materie fondamentali di insegnamento sono svolte su base storica, si ha così la storia della letteratura, la storia della filosofia, in luogo della filosofia ), taluni magari vorrebbero sostituire alla stessa religione la storia delle religioni.

Ciò però significherebbe porre ugualmente un sistema ideologico, lo storicismo, con la conseguenza di errori e di disorientamento alle giovani coscienze.

E allora come sarebbe salvaguardata la libertà?

Ecco quindi l'esigenza di una pluralità di ordinamenti scolastici, cioè di un'autentica libertà di insegnamento, affinché si abbia vera libertà di coscienza e vero progresso culturale.

Secondo quanto auspicato dal Concilio.

Se questo discorso vale solo per i cattolici, ma per qualsiasi corpo sociale che intenda offrire ai genitori un sistema di insegnamento consono e intonato al loro orientamento ideologico - morale, dato che ai genitori compete la responsabilità sull'educazione dei figli.

Ora per i cattolici il discorso assume un significato speciale non perché si voglia invocare una situazione di privilegio, ma solamente per la forza dell'impegno che ad essi deriva o dovrebbe derivare, dalla consapevolezza di conoscere la verità e di essere vincolati alla Verità.

Il cristiano sa professare, anche a costo della propria vita, che Cristo è la Verità.

Abbiamo visto in precedenza come la scuola cristiana procede da questo unico Maestro, che si è denominato ed è la Verità, oltre che Via e Vita.

Non è quindi un fatto incontestabile, un diritto elementare, il consentire che la scuola cattolica possa esercitare in modo integrale la sua professione di verità, offrendo un servizio adeguato alle aspettative dei genitori, con piena libertà e senza gli oneri finanziari che possono rendere teorico l'esercizio della libertà scolastica, limitando l'accesso solo ad alcune categorie di cittadini?

Vito Moccia