Maria SS. nostra Madre

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La Madonna, intonando il sublime canto del « Magnificat », parla tra l'altro di quello che Iddio aveva operato e avrebbe operato in Lei stessa, poiché Ella era uscita dal pensiero di Dio così come la Sua primogenita anteriore a tutte le altre creature, come di Lei dice la Chiesa.

E ciò perché essendo Ella la più santa delle pure creature, ed essendo tutte le cose create da Dio in servizio e in gloria della santità, Ella diventa come il fine del mondo dopo Gesù.

Il fine dell'opera è quello che viene concepito per primo nella mente dell'artefice.

Inoltre, come il Verbo fatto carne è principio di ogni santità ed è l'autore di tutti i Santi, così Maria è il principio dell'umanità di Gesù Cristo.

E come la madre precede non meno nell'ordine dei pensieri che in quello delle cause il figlio, così Maria, che non poteva precedere il Verbo divino, perché generato da tutta l'eternità, poteva però precedere e precedette il Verbo fatto carne, perché Ella stessa diede a Lui l'umanità nel suo purissimo seno.

E l'umanità del Verbo, quell'umanità che è stata immolata sulla Croce, è appunto lo strumento della salvezza del mondo, e della santificazione di tutti i Santi.

Era dunque conveniente che le profezie che Maria Santissima annunziava, incominciassero da Lei medesima, per cui Ella ha detto: « Ed ecco, d'ora innanzi tutte le generazioni mi chiameranno beata, poiché Colui che è potente ha operato in me cose grandi, e il suo nome è santo, e la sua misericordia va di generazione in generazione a coloro che lo temono ».

Con queste parole Maria dichiara più ampiamente gli effetti di quello sguardo amoroso che Iddio aveva dato alla sua umile serva.

L'effetto di quest'occhiata divina produce a Maria una gloria, che si estende a tutte le generazioni umane.

La vergine sconosciuta in un angolo del mondo, in un villaggio di montagna, in una famiglia appena nota al suo parentado, l'umile e povera Maria trascorre rapidamente col pensiero tutte le nazioni della terra, tutti i secoli avvenire, e da tutte le nazioni, da tutti i secoli sente venire a sé una voce concorde che la celebra, che la chiama beata.

La parola « beata » esprime tutto ciò che di più fortunato, di più felice e di più grande può avvenire ad una creatura.

La beatitudine è l'effetto e il premio della virtù consumata.

E un elogio che non conviene ad altro che alla virtù evangelica, poiché la sola carità di Gesù Cristo merita la beatitudine.

Esprime di più ancora che dignità: non è propriamente alla sua maternità cui allude quella parola, ma alla sua divina sapienza, alla sua perfetta santità.

La parola della Madre viene commentata dallo stesso Figlio, in quella circostanza in cui, alla donna che esclamava: « Beato il grembo che ti portò e il seno che ti nutrì », Gesù rispose: « Anzi beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono ».

E questa parola « beata » non contiene forse una profezia letteralmente verificata?

Poiché in, tutto il mondo il popolo dei credenti si compiace di chiamare Maria con il titolo di Beata Vergine.

Noi comunque, nati venti secoli dopo Maria, possiamo essere testimoni dell'adempimento della sua profezia: noi concorriamo ad adempirla ogni giorno.

E se abbiamo una luce interiore, possiamo scorgere in quella parola di Maria, così meravigliosamente avverata, la prova di tutto il Vangelo del suo Figlio.