La famiglia nella civiltà tecnologica

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Parlare di crisi della famiglia è tema scontato, ma non per questo meno urgente e necessario.

L'ultima e più evidente manifestazione di tale crisi è stata l'istituzione del divorzio, già denunciato dal Concilio Vaticano II come "piaga" ( Gaudium et spes, 47 ), e pertanto non qualificabile come espressione di civiltà o affermazione di libertà personale.

Altri elementi minano la famiglia, come la progressiva secolarizzazione, la degradazione dei costumi, di cui sono espressione deplorevole le spinte per legalizzare l'aborto, nonché i condizionamenti e le suggestioni della civiltà tecnologica e consumistica.

L'Unione Catechisti ha inteso portare il proprio contributo per la riscoperta della famiglia in Cristo Gesù esaminando tra le cause della crisi quelle più strettamente connesse alla situazione della famiglia nella società industrializzata e secolarizzata di oggi.

A tale scopo è stata approntata una serie di incontri per laici e per coppie di sposi, vertente sul tema "La famiglia nella civiltà tecnologica".

Il programma si articola dall'esame della situazione attuale di crisi della famiglia nell'ambito della più ampia crisi della civiltà tecnologica, per individuare gli influssi di questa sulla famiglia in ordine alle esigenze e ai fini della vita, nonché agli strumenti e alle dinamiche di sviluppo ( quali l'educazione e la scuola, la formazione e la cultura, l'assistenza, l'economia, la politica ), elementi tutti che rischiano di essere investiti e frustrati dal mito della tecnica è del consumismo.

Questa tematica è introdotta dal riferimento al passo dell'Apocalisse: "Tu vai dicendo: io sono ricco, dovizioso, non mi manca niente, e non sai di essere un meschino, miserabile, povero, cieco e ignudo" ( Ap 3,17 ), la cui applicazione analogica risulta sotto vari aspetti adeguata all'argomento in esame, stante la miseria di fondo di una concezione di vita che aspiri solo al benessere epidermico basato sulla tecnica e sul possesso dei beni al di là di ogni altro riferimento trascendente e religioso.

Viene quindi considerata la necessità di un'integrazione reciproca tra la famiglia e la società, superandosi le visuali parziali intese a incentrare la convivenza umana o solo sul perno della famiglia, o solo su quello della società, e il discorso prende le mosse dal testo della Genesi in cui è annunciata ad un tempo la famiglia e la società: « Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio dare un aiuto simile a lui » ( Gen 2,18 ).

Lo sviluppo del programma prevede l'itinerario per la riscoperta della famiglia nella civiltà tecnologica, con l'indicazione dei traguardi per il superamento della crisi della famiglia, e con l'individuazione nella società familiare ed in quella tecnologica delle dimensioni affinché ogni uomo possa svilupparsi integralmente nella unità di tutti gli uomini.

Il richiamo scritturale di questo orientamento è dato dal testo dell'Apocalisse: « Io faccio nuove tutte le cose » ( Ap 21,5 ).

Il tema conclusivo verte sull'affermazione di Gesù sul potere salvifico ed onnicomprensivo della sua crocifissione, con le parole: « Quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me ». ( Gv 12,32 ).

Da ciò consegue l'incentramento della famiglia e della società in Cristo, l'uomo nuovo.

Invero Gesù Crocifisso, e perciò risorto, è l'unico principio e termine della congiunta rinascita della famiglia e della società, e solo Gesù è la via verso la società universale dello sviluppo dell'uomo.

V. Moccia