Sezione giovanile

B184-A5

I giovani e l'apostolato

Il Servo di Dio fratel Teodoreto, parlando ai Catechisti, diceva: « Cristiani, noi formiamo una sola società: La Chiesa.

Il dovere dei membri di una società non è forse quello di cercare il raggiungimento del suo fine?

Ora il fine della nostra società è la salvezza dei suoi membri.

Siamo perciò uniti gli uni agli altri con una stretta solidarietà.

In certo modo noi siamo responsabili della salvezza dei nostri fratelli.

Non abbiamo il diritto di rispondere come Caino a Dio che ci domanda l'anima del nostro prossimo: sono forse io il custode di mio fratello?

Noi tutti dobbiamo dare la nostra parte di lavoro nell'opera di restaurazione cristiana della società e di difesa della nostra santa fede ».

« Specialmente voi, giovani, non accontentatevi di godere di Dio; la vita circola più abbondante, più potente in voi e secondo la legge di ogni vita, essa deve passare più largamente ai diseredati di questo mondo.

Date largamente il vostro spirito; se avete un nobile ideale, fatene parte e non rifiutate il pane della verità a coloro che, alla vostra porta biasiscono di fame.

Date il vostro cuore; che il mondo indifferente od ostile sappia che voi lo amate, che vivete per il suo bene.

Il cuore apre le porte rimaste chiuse, per mezzo delle spinte vigorose della convinzione ».

« Date, nella misura del possibile, i vostri stessi beni.

Le anime valgono un prezzo infinito, ed in confronto alle medesime tutto è vile ».

Con il Battesimo ogni cristiano fu chiamato ad una vita nuova: « fummo, col battesimo, sepolti con Gesù Cristo nella morte, affinché, come Lui fu risuscitato da morte dalla potenza gloriosa del Padre; così noi pure vivessimo di una vita nuova.

E se con Cristo siamo morti, crediamo che con Lui parimenti vivremo » ( Rm 6,4.8 ).

Per il battezzato si tratta quindi di vera vita, una nuova vita soprannaturale che rende quella naturale capace di vita eterna.

La vita naturale è data da Dio ad ogni uomo con il concorso dei genitori e, ancora per il loro concorso, si sviluppa in tutti i suoi aspetti con l'apporto della società nella quale ognuno è inserito.

Analogamente la vita della grazia iniziata con il Battesimo si sviluppa con l'apporto che viene dalla nuova società nella quale si è inseriti, la Chiesa popolo di Dio, e in modo più specifico per il contributo che portano i nuovi fratelli in Cristo Gesù con i quali si viene a contatto: primi i genitori, quindi i ministri di Dio e tutti quanti, secondo la loro chiamata particolare, hanno a cuore il Regno di Dio e per questo impegnano la loro vita, seguendo l'insegnamento di S. Paolo:

« Gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente devi donare ».

Questa donazione reciproca alla quale è chiamato ogni cristiano è una autentica paternità spirituale perché la Chiesa sia veramente « Sacramento di salvezza » nella nostra società terrena ( Costituzione Dogmatica, Lumen Gentium 48 ).

Tutto ciò comporta per ciascuno una presa di coscienza di questa nuova vita che gli è donata, via via che si sviluppa fino a giungere alla disponibilità per comunicarla, e che comincia ad essere possibile da quando il battezzato è capace di un rapporto responsabile con i fratelli senza distinzione di età: « Anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica. Secondo le loro forze sono veri testimoni Diventi di Cristo tra i compagni ». ( Decreto Conciliare, Apostolicam Actuositatem 12 ).

È quindi necessario che ognuno sia disposto ad accettare questa vita, che gli è donata con tanta munificanza dal Padre, con profondo spirito di fede, con sentimenti di riconoscenza verso Gesù Crocifisso che l'ha meritata con il suo sacrificio, e, sul suo esempio, la rimetta nelle mani del Padre Celeste come cosa sacra di cui non può disporre a suo piacimento, infatti il Battesimo è una consacrazione a Dio che rende sacri ai suoi occhi: « Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? » ( 1 Cor 3,16; 1 Cor 6,19 ).

Occorre inoltre che quel « sì » detto dai padrini in nostro nome al fonte battesimale sia rinnovato coscientemente nel corso della nostra vita rispondendo generosamente alla chiamata che Dio di volta in volta ci fa, affinché svolgiamo nel Corpo Mistico quei compiti che nella sua infinita sapienza e bontà ha stabilito per ognuno di noi ( 1 Cor 12,4-31 e Rm 12,4-8 ).

C. Brusa