Le vie della Provvidenza  

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Briancon, la prima cittadina francese al di là del Monginevro, è la patria del cieco che scoprì a Torino il quadro della Consolata ricuperando miracolosamente la vista.

Ed è anche la patria di D. Giov. Batt. Chautard, abate della Trappa di Sept-Fons.

Chi non conosce l'autore del libro, ormai classico: L'anima dell'apostolato?

Quest'uomo, di natura esuberante, scelse l'ordine religioso del perpetuo silenzio.

Assetato di nascondimento rifiutò decisamente la sua elezione alla carica di abate, ma i suoi monaci ricorsero al papa, e Leone XIII gli impose di accettare.

Il suo ideale era la vita contemplativa, e invece si trovò nella necessità di dover affrontare continuamente dei problemi pratici e di viaggiare quasi tutta la vita per la sopravvivenza del suo ordine, minacciato da leggi eversive e minato da difficoltà finanziarie.

Girò tutta l'Europa, tutta l'America e fece letteralmente il giro del mondo per cercare un rifugio ai suoi figli e incoraggiarli dovunque.

Affrontò uomini politici di ogni tendenza, e perfino Clemenceau, il Tigre, il più acerrimo nemico dei religiosi e gli parlò in modo tale da conquistarlo.

« Consideratemi vostro amico » gli disse Clemenceau congedandolo.

In mezzo a tante preoccupazioni ed impegni egli seppe mantenersi sempre in stretta unione con Dio e vivere la sua vocazione di monaco trappista.

Il suo libro non è altro che la testimonianza di una vita vissuta e il frutto di una esperienza personale, e perciò ha fatto e farà ancora tanto bene alle anime, richiamandole all'unica cosa necessaria e al fervore della vita, in qualunque condizione si trovino.

Un giorno si trovava a Parigi per il disbrigo di pratiche difficili, ma non era riuscito in alcun intento, nonostante la sua prudenza e la sua tenacia.

Verso sera, nella condizione di spirito che si può immaginare, entrò nel santuario di N.S. delle Vittorie e pregò a lungo.

All'uscita ecco uno sconosciuto che lo avvicina: « Un trappista a Parigi? Ma quali motivi vi hanno portato a Parigi, padre? »

Lo sconosciuto aveva ragione di notare l'eccezionalità di quella presenza, perché i trappisti, pochi di numero, escono anche pochissimo dai loro monasteri, situati lontano dai centri cittadini.

D. Chautard è impressionato favorevolmente da quello sconosciuto e apre il suo cuore.

« Ma si può aggiustare tutto caro padre; contate su di me ».

È la conclusione del breve colloquio.

Era la Provvidenza che interveniva in modo elegante.

Probabilmente non vedremo mai D. Chautard all'onore degli altari, perché l'ordine dei cistercensi a cui egli apparteneva ha deciso, per senso di umiltà, di non presentar più alcuna causa di canonizzazione.

Ma nulla vieta che si faccia tesoro del suo forte messaggio.

Facciamo voti che la sua biografia, scritta dai suoi novizi e non più in commercio venga presto ristampata per far conoscere al mondo una figura ricca di insegnamenti opportuni al nostro tempo, così vuoto così dissipato.