La C. di C. A. e M. come centro di Formazione Professionale

B191-A4

La Casa di Carità Arti e Mestieri è sorta, come ben sappiamo, per un intervento provvidenziale del SS. Crocifisso che il 24-11-1919 disse a Fra Leopoldo Maria Musso: « Per salvare le anime, per formare nuove generazioni si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri ».

Ha quindi per fine la formazione professionale, umana e cristiana dei giovani che si preparano per essere inseriti nel mondo del lavoro, affinché il lavoro non sia solo cespite di mezzi economici necessari per la vita, ma permetta l'esplicazione delle doti e delle attività umane esercitate come servizio reso al prossimo e come partecipazione all'attività redentrice di Gesù Cristo, il tutto quindi come formazione dell'uomo nella società e del cristiano secondo lo spirito evangelico.

Sin dall'anno scolastico 1953-54 la Casa di Carità è stata riconosciuta come Centro di Formazione Professionale dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e riferendoci a questa denominazione intendiamo spiegare che cosa si intende per Centro e quali implicazioni ne scaturiscono.

Si può pensare infatti che trattandosi in fondo di una Scuola, come tante altre, sia pure per operai, la sua attività sia circoscritta nei termini soliti di ambiente, insegnanti ed allievi, mentre in effetti le cose stanno ben diversamente.

Il Centro di Formazione Professionale non consiste soltanto in un complesso didattico per l'esercizio di corsi con insegnanti teorici e pratici, laboratori, aule e servizi vari, ma ciò che costituisce il Centro e la sua capacità di sapersi relazionare ed aprire in una funzione di servizio a tutta la società.

Il termine stesso di Centro indica un punto di convergenza e, nello stesso tempo, di apertura.

Dalla società si attingono esigenze ed istanze ed alla società ritornano i giovani formati e quindi in grado di operare positivamente.

Occorre anzitutto una azione di apertura verso la società e sulla società, particolarmente sul mondo del lavoro, per coglierne attraverso un'ottica autonoma esigenze e problemi tecnologici organizzativi, sociali, morali e spirituali.

Questi devono essere particolarmente considerati sul piano della preparazione, formazione ed aggiornamento di maestranze specializzate e di tecnici intermedi onde poter pervenire a soluzioni cristianamente ispirate e capaci di rispondere alle giuste aspettative del mondo del lavoro.

Si tratta di stabilire con la realtà che ci circonda un rapporto conoscitivo, rivelativo e critico.

Questo rapporto deve essere tale perché la formazione professionale non può farsi in termini subalterni rispetto alle richieste oggettive, da qualunque parte esse provengano, ma deve saper conservare una capacità di valutazione critica, di innovazione e di trasformazione.

Ciò qualifica il Centro in quanto Centro responsabile e autonomo.

Per poter assolvere quindi alle sue più specifiche funzioni, il Centro non può fare a meno di considerare la società e le sue componenti, vale a dire: la famiglia la pubblica autorità, le comunità locali, le formazioni sociali, le associazioni interessate, ecc.

Rapporti con le famiglie

Le famiglie presentano le loro richieste formative al momento della iscrizione del figlio come allievo, e il Centro mediante il colloquio preliminare, si preoccupa di chiarire le motivazioni della scelta, le aspirazioni che emergano dalla famiglia, le inclinazioni del giovane, il tutto visto in un ampio quadro che tiene conto sia dei dati personali che di quelli sociali.

Dopo che il giovane è diventato allievo, il rapporto del Centro con la sua famiglia prosegue in vari e molteplici modi: mediante incontri individuali con i parenti ogni volta che sorga un problema di indirizzo e di scelta, mediante incontri periodici collettivi di carattere informativo, mediante comunicazioni scritte ecc.

Prosegue il dialogo con la famiglia e con l'allievo sino al termine degli studi con aiuto al giovane per la ricerca del posto di lavoro e con successivi incontri atti a verificare l'avvenuto inserimento nel mondo del lavoro.

Si attua così una più vasta azione formativa educativa da parte del Centro, azione svolta in aiuto e in collaborazione con i parenti dai quali trae mandato ad operare sui figli che gli vengono affidati.

I parenti sono perciò parte integrante del processo formativo scolastico che si prolunga nella famiglia.

Pubbliche autorità

Il Centro Casa di Carità mantiene periodici contatti con il Ministero del Lavoro, con l'Ente Regione Piemonte, il Comune e vari altri Enti, per elaborare nell'ambito della sua autonomia ed unità operativa una risposta alle varie esigenze dei pubblici poteri.

Si preoccupa così di portare ad essi un contributo programmatico e formativo per lo studio dei programmi nazionali e regionali del settore della formazione professionale affinché possa realizzarsi una organizzazione della formazione professionale basata sui principi della partecipazione e programmazione democratiche, capace veramente di conseguire la promozione professionale ed integrale dei lavoratori e dei giovani,

Mondo del lavoro

Il Centro deve sapere cogliere le richieste che provengono dal mondo del lavoro, operando una opportuna selezione delle domande.

Condurrà quindi un'opera di rilevamento critico delle esigenze delle Aziende, viste nella globalità dei problemi sociali, con il rilevamento dei profili professionali, le visite tecniche, la documentazione ecc.

Il Centro dovrà provvedere a soddisfare le esigenze rilevate organizzando corsi adeguati e predisponendo programmi, metodologie e strumentazioni efficienti.

Quando l'allievo ha terminato il ciclo di preparazione e viene immesso nel mondo del lavoro, dovrà ancora essere seguito affinché gli siano assegnate e riconosciute le mansioni per le quali è stato preparato, sia evitata ogni forma di declassamento o altre situazioni pur redditizie, ma alienanti nei confronti del soggetto che ha ricevuto una formazione specifica.

Sarà l'ex-allievo stesso che riporterà al Centro le sue osservazioni relative al mondo del lavoro: tecnologie impiegate e aggiornamenti richiesti, per cui il Centro potrà trarre utili indirizzi ed orientamenti.

Si ottiene così un processo di verifica della formazione impartita e utili apporti ad un costante aggiornamento e perfezionamento.

Perché il Centro abbia veramente quella caratteristica socializzante ed autonoma di cui si è parlato all'inizio, dovrà estendere tutte le fasi precedentemente additate, cioè di rilevamento e di verifica, oltre che alle Aziende anche alle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori ed a tutto il mondo degli ex-allievi.

Da quanto prima esposto risulta evidente che la figura del Centro di Formazione Professionale è notevolmente complessa in quanto all'attività didattica propriamente detta si aggiungono gli impegni derivati dai numerosi rapporti con le varie componenti della società.

La gestione di un Centro di Formazione Professionale esige conseguentemente un forte impegno di uomini e di mezzi, impegno tuttavia pienamente motivato dal positivo apporto così dato alla cristianizzazione del lavoratore e del mondo del lavoro.

Comprova questa asserzione il fatto che oggi vi sono importanti Congregazioni Religiose che procedono all'istituzione di Centri perché riconosciuti come uno dei mezzi oggi più validi per un'azione formativa cristiana dei giovani del ceto povero, ossia di quello operaio.

Riportiamo alcuni dati riferentisi al C.F.P. della Casa di Carità Arti e Mestieri riguardanti l'anno in corso 1973-74:

- Allievi dei corsi diurni n. 433 iscritti ili 18 corsi

- Allievi dei corsi preserali n. 231 iscritti in 10 corsi

- Allievi dei corsi serali n. 87 iscritti in 5 corsi

- Allievi dei corsi apprendisti n. 410 iscritti in 15 corsi

- Insegnanti di teoria e pratica a tempo pieno n. 72

- Insegnanti a tempo parziale n. 40

- Personale di Direzione, Segreteria, Ufficio studi e programmazione, contabilità e servizi vari n. 29

La spesa di esercizio annuale del C.F.P. Casa di Carità Arti e Mestieri è naturalmente ingente ed è in parte coperta dalla sovvenzione dell'Ente Regione Piemonte.

Vi sono inoltre altre oblazioni di Enti, Ditte e benefattori vari, ma confidiamo soprattutto nella Divina Provvidenza che come manifestatamente ha voluto l'Opera e indicato le finalità, l'ha sostenuta e continuerà a sostenerla, con l'aiuto dei buoni, come d'altronde assicurato da Gesù Crocifisso al suo Servo fedele Fra Leopoldo:

27-11-1919 « Tutto l'andamento delle Case di Carità che si edificheranno splenda cristianamente e cattolicamente ».

27-7-1920 « La carità devesi sempre domandarla per ottenere che venga l'aiuto … ».

« Non è per arricchire nessuno, ma per le anime redente col mio preziosissimo sangue.

In fine è la mia misericordia divina che vuole così.

In primo luogo ricordino l'accettazione dei figli poveri ».

17-2-1921 « Concedo alla loro mano tutto ciò che abbisognano per portare avanti la scuola della Casa di Carità Arti e Mestieri, ma si ricordino sempre di domandare la carità.

Di' loro che l'ho detto tre volte ( di domandare la carità ), di aver fede in me e nei miei detti e confidenza nel cooperare ».

Francesco Fonti