Nel ricordo del Servo di Dio Fr Teodoreto

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Il santo Leonardo Murialdo esortava spesso i suoi giuseppini a fare e tacere.

A fare, cioè ad agire, a non risparmiare le fatiche, perché i bisogni della società sono grandi e sono urgenti; ma ad agire in silenzio e modestia, senza pretese, senza strombazzare, quasi senza farsi accorgere, come ultimi operai della vigna del Signore; sull'esempio di S. Giuseppe, che faticò e tribolò assai nella sua vita, ma di cui non ci è stata tramandata neanche una parola.

Giuseppe è angustiato e preoccupato, ha delle visioni, riceve degli ordini: si alza immediatamente e li eseguisce, ma non apre bocca.

Questo stile è anche lo stile del Servo di Dio Fr. Teodoreto.

Anch'egli ha lo sguardo rivolto a S. Giuseppe; è innamorato di questa figura, che sotto le vesti dimesse dell'ordinario più comune nasconde abissi di virtù e di grandezza; di questo uomo di fiducia dell'Eterno Padre a cui vengono affidati i tesori del cielo.

Gesù e Maria; di quest'uomo che, nell'ordine provvidenziale Stabilito da Dio, è necessario per la tutela e l'onore di Maria e di Gesù.

Fr. Teodoreto ha scelto la missione di educatore, nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dove il culto di S. Giuseppe è in grande onore: non è forse simile a quella di S. Giuseppe la missione dell'educatore a cui vengono affidati i giovani?

E non è analogo a quello di S. Giuseppe l'atteggiamento del Fratello, che ha rinunciato a tutto, anche alla dignità del sacerdote, per dedicarsi totalmente ai giovani?

Ma per il Fr. Teodoreto c'è ancora una circostanza particolare che lo lega a S. Giuseppe.

Allorché, terminata la sua formazione religiosa e pedagogica, tutto vibrante di entusiasmo, egli inizia il suo insegnamento, riceve il duro colpo dell'insuccesso: non riesce a tenere la disciplina e la sua classe è una baraonda, per cui i superiori pensano di esonerarlo.

La crisi che deve superare è amara, ma egli è uomo di fede e si rivolge a S. Giuseppe.

Ogni difficoltà sparisce ed egli acquista una straordinaria autorità sui giovani, che al suo semplice apparire si rimettono in silenzio e in ordine.

Fr. Teodoreto non dimenticò mai che doveva ad una grazia speciale di S. Giuseppe la realizzazione del suo ideale religioso e trasmise ai suoi catechisti la devozione al grande Santo, costituito « speciale protettore » dell'Unione Catechisti.

Ma in modo particolare si studiò di imitarlo: nella sua fede grande, nella sua ubbidienza pronta ad ogni cenno della volontà di Dio, nella ricerca assidua della vita « nascosta con Cristo in Dio ».

L'amore al nascondimento e la profonda umiltà che era una caratteristica del Fr. Teodoreto non gli impediva però di essere tutto teso all'azione e attento a tutte le possibilità di bene.

Chi scrive ha ancora vivo nella memoria lo sguardo sfavillante di entusiasmo con cui ascoltava l'esposizione di un suo progetto apostolico e il tono con cui alla fine esclamò: « allora avanti! » come un generale che incita i suoi soldati.

La festa dell'Immacolata alla Casa di Carità A. e M.
I catechisti associati rinnovano la loro consacrazione

Chi avvicinava il Servo di Dio era subito conquiso dalla sua affabilità, talora perfino soave.

Nelle rare occasioni in cui veniva a trovare il sottoscritto in ufficio per qualche motivo urgente, l'apparizione del suo volto sorridente faceva sparire di colpo la tensione dovuta al lavoro ed all'ambiente, lasciando l'animo sollevato e incoraggiato.

Il suo aspetto calmo, sereno e raccolto non rivelavano però una ricerca di bene che lo faceva stare all'erta per non perdere alcuna occasione.

Religioso di vita attiva sentiva l'assillo a potenziare l'opera apostolica, a dilatarla, a consolidarla.

Membro di un Istituto dedito alla scuola era attento all'efficienza culturale, ma più ancora a quella spirituale, ben sapendo che in tutti i campi, ma principalmente in quello dello spirito « non progredì regredì est ».

Brillava in lui il dono della sapienza, che si riverberava in tutti i suoi rapporti e lo faceva prima di tutto un uomo di Dio.

Infine vorrei ricordare la sua tenacia, la pazienza, la prudenza.

Da buon piemontese era attivo, riservato, perseverante, non chiuso però, ma aperto e allegro, e la grazia di Dio aveva perfezionato le sue doti naturali.

Concepito un proposito durante il suo secondo noviziato, sa attendere dieci anni che si presentino le circostanze favorevoli per attuarlo.

Fondata poi l'Unione Catechisti sorgeranno infinite difficoltà.

All'esterno due guerre mondiali, e il ventennio fascista, che scompiglieranno tutto.

All'interno il contrasto, tuttora insoluto, tra le indicazioni di Fra Leopoldo, nel quale aveva creduto, e la resistenza cortese, ma ferma dei suoi confratelli, che avevano altre opinioni, e in genere di tutto l'ambiente in cui visse.

Lo vedo ancora, al termine di una riunione durante un corso di Esercizi, in cui aveva registrato un insuccesso, pallido, disfatto, con la voce tremolante, che riusciva appena a farsi sentire …

Erano in gioco dei grandi interessi spirituali.

Caro Fr. Teodoreto! Forse era necessario che prima bevesse il calice amaro e salisse in cielo per meglio patrocinare questi grandi interessi.

C. T.