La bandiera dell'Europa

B191-A11

a P. R. Garrigou - Lagrange O. P.

Il Consiglio d'Europa nacque a Londra il 5 maggio 1949, con l'adesione di dieci Paesi.

Alla prima riunione ( Strasburgo 8 agosto dello stesso anno ), gli aderenti erano già dodici, essendosi aggiunte la Turchia e la Grecia.

Si parlò subito della bandiera, espressa secondo un concetto esteticamente ed araldicamente valido.

Affluirono presto altre centoventi proposte, spontaneamente inviate da ogni parte.

Il loro numero eccessivo ingenerò confusione, non se ne veniva più a capo, quantunque si desiderasse giungere ad una conclusione sollecita.

Il primo ad aprire la strada fu un Israelita tedesco, un autentico poeta della pace, Cari Weidl Raymon, residente in Giappone, il quale mandò al presidente del Comitato dei Ministri la proposta d'una bandiera raffigurante una stella d'oro in campo azzurro, auspicio di serenità per l'Europa e per il mondo.

Il proponente ignorava però che quello era già l'emblema del Congo Belga ( attualmente, Zaire ).

L'idea pertanto non fu accolta, ma ugualmente piacque la proposta del colore, tanto più che l'azzurro può star bene per il continente europeo, come il nero sta per l'Africa, il giallo per l'Asia, il rosso per l'America, il verde per l'Australia.

Si addivenne poi ad un esteso sondaggio pubblico diffuso da Amburgo, che ottenne un esito massiccio col suggerimento di adottare una insegna composta di un numero variabile di stelle, di qualsiasi colore, disposte in cerchio, su fondo azzurro ( proposta Koppe ).

Il loro numero varierebbe proporzionalmente alle nuove adesioni di paesi europei.

Tra rinvii e interruzioni, le discussioni trovarono tutti d'accordo su un punto: il numero delle stelle doveva essere fisso e corrispondere a quello dei Paesi già aderenti ( quindici, nel 1952 ).

Uno di essi però non essendo Stato, ma un'Entità separata ( la Sarre ), il numero fu ridotto prima a quattordici, poi a tredici, finalmente a dodici ( proposta Paul M.G. Lévy ) ed all'unanimità si convenne sul principio che il numero di stelle è un simbolo e dodici « è simbolo di perfezione e di pienezza »: come i dodici apostoli, le dodici ore del giorno, i dodici mesi dell'anno, i dodici segni dello zodiaco, le dodici tribù d'Israele.

Di modo che finalmente l'8 dicembre 1955 la riunione dei delegati dei Ministri degli Affari Esteri redasse a Parigi la risoluzione definitiva, unanimamente raccomandata dall'Assemblea Consultiva europea, ufficialmente firmata con la stessa data dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.

Da allora la bandiera europea è costituita da un cerchio di dodici stelle in campo azzurro e seguì l'inaugurazione ufficiale.

Donde derivano e si succedono alcune considerazioni:

1. la serenità azzurra, cioè del cielo, non abbraccia soltanto l'Europa, ma anche tutto il mondo;

2. il numero dodici non è soltanto simbolo di perfezione e di pienezza per l'Europa, ma anche per tutto il mondo.

Le dodici ore del giorno, i dodici mesi dell'anno, i dodici segni dello zodiaco obbediscono ad una legge che presiede a tutti i cinque continenti.

Non sono un privilegio dell'Europa.

Si può quindi arrivare ad una prima deduzione: senza che alcuno ci abbia pensato, la bandiera dell'Europa così concepita può anche essere la bandiera del mondo, in pace.

Ma c'è di più.

Le dodici stelle d'oro in campo azzurro fanno anche pensare alla Donna dell'Apocalisse, al « signum magnum apparuit in coelo », all'Introito della Messa dell'Assunta.

La data di adozione della bandiera d'Europa, 8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione, può avvalorare pertinentemente quel pensiero.

Quella data non fu certamente preconcetta: non fu affatto voluta.

È avvenuta, così, da sé.

A parte il fatto che un numero importante dei Paesi rappresentanti non è cattolica; a parte il fatto, pure, che il cammino per arrivare alla bandiera durò più di sei anni fra discussioni, rinvii, interruzioni ( maggio 1949 - dicembre 1955 ), non bisogna dimenticare che la riunione dei delegati dei Ministri degli Affari Esteri era stata prevista per i giorni 7, 8 e 9 dicembre e che, essendo regolarmente incominciata il 7, aveva già raggiunto accordo definitivo l'8.

Ci si rese conto di codesta coincidenza fortuita a risoluzione adottata, ed il primo che se ne avvide fu Leon Marchal, segretario generale del Consiglio d'Europa.

Ed allora, perché non può essere ragionevolmente, legittimamente ravvisato nella figurazione della bandiera europea l'inizio del compimento finale della predizione della santa Veggente della rue du Bac: « Verrà un tempo di pace, di gioia, di felicità … La Madonna sarà portata come bandiera e farà il giro del mondo? ».

( Non si dimentichi che le predizioni, apprese da santa Caterina Labouré nello svolgersi delle apparizioni della Madonna della Medaglia miracolosa, Parigi, 19 luglio e 27 novembre 1830, si sono avverate tutte ad eccezione della bandiera ).

È vero che la Madonna, nella figurazione d'una statua, era già stata portata per le vie di tutti i continenti, dalla diocesi di Arras nel 1938 fino ai confini dell'Europa Orientale nel 1955, come bandiera che richiami attorno a sé le moltitudini per avviarle alla pace del Cristo, ma è anche vero che non si erano percorsi tutti i Paesi e che si era fermata verso la fine del '55 nella dicesi di Hildesheim, appartenente per metà all'Ovest e per metà all'Est della Germania.

Tuttavia, è almeno curioso il notare che proprio in quei mesi, quando non si poté andare oltre, una corona di dodici stelle d'oro in campo azzurro fu adottata a bandiera di un gruppo di Paesi europei, dei quali alcuni estendono la loro sovranità o le loro convenzioni su terre, piccole o grandi, di altri Continenti.

Il colore azzurro non urta alcun credo.

Prova ne è che i Paesi non cattolici l'approvarono.

Una bandiera, dunque, che può sventolare dovunque, su qualsiasi edificio, all'Ovest come all'Est.

Ma, se l'azzurro è il colore per eccellenza della Regina dell'Universo; se le dodici stelle d'oro formano la corona della Donna dell'Apocalisse; se l'8 dicembre è la festa dell'Immacolata, nessuno può vietare che in questi simboli i Cattolici vedano trasparire il volto infinitamente misericordioso della Regina della Pace nel Cristo, secondo la nota scritta di pugno nel 1876 da santa Caterina Labouré, secondo le apparizioni memorande della rue du Bac, a Parigi.

In questo tempo, in cui il culto alla Vergine Santissima si è purtroppo qua e là intiepidito, anche raffreddato, queste considerazioni non sono soltanto rivolte alla meditazione dei Cattolici, ma di tutti gli uomini che lottano per la pace, nessuno escluso, affinché essi vi trovino pure di che rianimarsi nei momenti d'incertezza e di angoscia; di che sperare - talora contro ogni speranza - che la pace sarà prima o poi un'assai commovente realtà!1

Torino, 31 gennaio 1974.

Gaetano G. di Sales della Pont. Accademia dell'Immacolata


1 Cfr. stesso autore, Médiatrice et Reine, Louvain, N. di Natale '73, pagg. 204-206.