Le vie della Provvidenza  

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Riportiamo dalla Rivista « Missioni » pubblicata dai PP. Gesuiti di Venezia, il seguente episodio, avvertendo che le Isole Marie, sede del penitenziario messicano sono situate nell'Oceano Pacifico a più di 100 km. dalla costa del Messico e a circa 22° di latitudine.

La città cui fanno capo sul continente è Mazatlan, a circa 150 km.

Il Messico è retto da un governo ostile alla religione e tutti ricorderanno le persecuzioni endemiche di quel paese e specialmente quelle della prima metà di questo secolo, di cui fu vittima illustre il p. Pro S. J.

La madre del galeotto

Le mie relazioni da questo penitenziario delle Isole Marie ( Messico ), pubblicate sulla vostra bella rivista missionaria, mi hanno procurato delle gradite risposte da parte dei lettori; recentemente ho ricevuto anche il prezioso dono di parecchie centinaia di dollari.

Non potete immaginare quanto mi sia stato utile questo aiuto: infatti, in questa difficile missione dell'Oceano Pacifico, noi viviamo in estrema povertà.

Credo che sia la Missione più dura del mondo.

Dal 1948 io sono registrato qui come assistente sociale: in realtà sono il cappellano di questi carcerati, volontariamente prigioniero io stesso, senza stipendio, e soggetto a tutte le limitazioni della prigione.

L'unica cosa che mi passa il governo sono gli alimenti, le stesse razioni che si preparano per i prigionieri.

Non posso andare nel continente quando voglio, ma devo chiedere il permesso al governo, aspettare che arrivi per iscritto, e poi rientrare alla data stabilita da loro.

Nessuno può venirmi a trovare senza permesso.

Qui sì sente veramente la nostalgia della patria, della libertà, del focolare; il bisogno di parlare con gente che creda in Dio e abbia una certa sensibilità d'animo.

Noi invece viviamo tra i peggiori criminali del Messico, condannati a trenta, quaranta o anche sessant'anni di carcere.

Si può immaginare quello che soffriamo: disprezzo, ingratitudine, angherie, fame, calunnie e tutto ciò che inevitabilmente succede in un ambiente come questo.

Molte volte ho pianto alla vista delle pene morali e fisiche dei miei carcerati.

Ma tutto questo è niente, in paragone alla gioia che sento ogni volta che uno di loro si ravvede e si converte al Signore, per vivere più degnamente o morire in pace con Dio.

Sentite la storia di uno di questi carcerati, Vicente, detto « El Chasis ».

Era in prigione da molti anni, e non veniva mai in chiesa; se appena appena tentavo di entrare in discorso e persuaderlo, rispondeva con parolacce e maledizioni.

Ma la sera del 7 gennaio scorso, mentre con altri compagni si recava ad un altro accampamento, ebbe un grave incidente: il camion su cui viaggiavano uscì di strada e cadde in un precipizio: 3 morti e 27 feriti.

Alcuni furono trasportati in aereo a Mazatlan, per le cure; gli altri furono assistiti sul posto, come fu possibile.

Due di essi, prima di morire, mi chiamarono per regolare i loro conti con Dio.

Vicente El Chasis era già sul tavolo operatorio quando m'avvicinai per dirgli qualche parola buona; rispose con insulti e aggiunse: « Ho detto di no: non voglio confessarmi! E non venirmi più a seccare … ».

Allora mi tirai in disparte e pregai con tutto il cuore la Madonna: « Madre mia, chiedimi quello che vuoi, ma ti prego di ottenermi da Dio questa grazia: la salvezza di quest'uomo … ».

Pochi minuti dopo, Vicente mi chiamò e mi disse: « Padre, lei è sempre stato molto buono con me; perdoni quello che le ho detto poco fa, e mi aiuti a lasciare questo mondo, poiché lo sento: devo morire ».

Confessò i peccati piangendo, e anch'io ero commosso; gli diedi l'assoluzione e gli prestai ogni conforto spirituale.

Poco dopo, m'intenerì fino alle lacrime quando disse: « Sa, Padre: domani io avrei finito di scontare la mia pena; e siccome ho mandato un telegramma a mia madre, per annunciarle il mio ritorno a casa, sono sicuro che lei sarà ad aspettarmi a Mazatlan.

Sono vent'anni che non la vedo; e sento che non la vedrò più, perché la mia vita sta per finire.

Le vada incontro Lei, a Mazatlan; e le dica che mi perdoni i dispiaceri che le ho procurati.

L'assicuri che mi sono confessato e che muoio contento, nella grazia di Dio.

E le dica pure che, se il Signore non ha permesso che ci rivedessimo in terra, l'aspetto e un giorno voglio rivederla in cielo … ».

E il caro Vicente passò i pochi minuti di vita che ancora gli rimasero, benedicendo Dio: « Dio sia benedetto, Dio sia benedetto … ».

E continuò così finché il suo cuore cessò di battere.

Sono queste le consolazioni che il Signore mi concede, nel penoso calvario delle Isole Marie.

Da quando arrivai, venticinque anni fa, vedendo la miseria umana e spirituale dei detenuti mi sono proposto di votarmi a loro per sempre, e ho chiesto ai miei superiori di lasciarmi qui per tutta la vita, per il conforto e la salvezza di questi poveri carcerati; la mia aspirazione è di morire qui e di avere la mia tomba fra quelle dei miei cari delinquenti.

P. Martinez S. I.