Nel ricordo del Servo di Dio Fr. Teodoreto

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« Un'istituzione è il prolungarsi dell'ombra di un solo uomo ».

Questo è vero particolarmente per i Fondatori di famiglie religiose.

I Fondatori sono dei fari accesi e i discepoli che vogliano realizzare il loro ideale devono guardare costantemente ad essi.

Talvolta questi Fondatori si chiamano Agostino e sono montagne di scienza e di dottrina, talaltra si chiamano Francesco d'Assisi e sono quasi illetterati.

Sempre però hanno una grazia di stato per guidare i loro seguaci al monte della perfezione e comunicar loro uno stile che li caratterizza.

A questo punto il Fr. Teodoreto si sarebbe affrettato ad aggiungere che le famiglie religiose sono soprattutto opera di Dio, il quale fa tutto in tutti, specialmente in questo genere di iniziative, e si serve degli uomini come strumenti, ai quali, come ad Abramo, richiede una fede eccezionale, e che la conformità al Fondatore non riduce la personalità dei discepoli, ma la potenzia, allo stesso modo che l'osservanza delle regole di uno stile rende perfetto il capolavoro.

Ordinariamente il Fondatore è una persona sola; ma vi sono anche delle famiglie religiose alla cui fondazione hanno contribuito più persone come ad esempio l'Ordine dei Servi di Maria.

In tal caso la fondazione risulta come il punto di incontro in cui si realizza una sintesi nuova di elementi comuni, come un figlio rispetto ai suoi genitori.

Del resto, per quanto sia originale una nuova Regola, essa utilizza sempre ampiamente le esperienze precedenti.

È come un albero, che si giova del terreno, dell'acqua, del clima, di tutte le circostanze ambientali in cui cresce, e risente di tutti questi elementi.

Ciò avviene anche nell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Però bisogna aggiungere subito che il Fr. Teodoreto rappresenta non solo il personaggio principale, ma colui che, solo fra tutti, possiede il carisma di Fondatore rispetto all'Unione Catechisti, che tutto utilizza e coordina, interpretando il disegno di Dio e portandolo a compimento, pagando di persona quel tributo di sofferenze che in un'opera di questo genere viene sempre dovuto in larga misura.

Fr. Teodoreto ripeteva spesso che i catechisti dovevano considerare S. Giov. Batt. La Salle come il loro Fondatore.

E se questa affermazione gli era suggerita dalla sua profonda umiltà, ha però anche una base di vero, in quanto che lo spirito di S. G. B. La Salle veniva comunicato ai catechisti attraverso la persona del Fr. Teodoreto, che ne era ripieno, e inoltre perché dalla dottrina e dalle Regole di S. G. B. La Salle egli aveva attinto ampiamente per le Regole dei catechisti e per la loro formazione.

Indubbiamente l'Istituto dei Catechisti porta assai marcata l'impronta lasalliana, tanto da potersi considerare a giusto titolo un pollone di quel gran tronco che è l'Istituto dei Fratelli.

Concepito come un'opera di perseveranza della scuola lasalliana, formato da allievi della stessa scuola, animato dallo stesso spirito di fede e di zelo ( a cui il Fr. Teodoreto aggiunse lo spirito di umiltà, riflesso personale della sua anima ) organizzato per analoghi fini apostolici e sociali, non potrebbe essere caratterizzato più di così e più strettamente unito all'Istituto dei Fratelli.

È giuridicamente autonomo, ma è tutto nell'ambito lasalliano.

Nel fondare l'Unione Catechisti il Fr. Teodoreto ha voluto seguire strettamente la volontà di Dio, rinunciando in modo assoluto ad ogni inclinazione personale, come insegna S. G. B. La Salle.

Persuaso che il proposito concepito durante il suo secondo noviziato fosse il frutto di una ispirazione dall'alto, attese per degli anni che gli fosse confermato e che la Provvidenza divina gli indicasse la strada e predisponesse le circostanze favorevoli per attuarlo, in modo che fosse ben chiaro che l'opera a cui attendeva era voluta da Dio.

L'incontro con Fra Leopoldo soddisfece i suoi desideri al di là di ogni sua aspettativa.

Il segno divino diventava addirittura prodigio, la luce del consiglio un sole sfolgorante.

Qui ad attendere Fr. Teodoreto c'era Gesù Crocifisso, che doveva essere il fine, il programma e quasi la forma della nuova istituzione.

La devozione alla passione di Gesù era già tradizionale nell'Istituto dei Fratelli.

Negli scritti del Fondatore si trovano delle pagine degne dei più grandi mistici.

Ecco per esempio un brano che in qualcuno poco a conoscenza del La Salle desterà meraviglia: « Adorate le cinque piaghe di Gesù Cristo, nostro Signore.

Pensate che Egli le ha volute conservare nel suo corpo come segni gloriosi della sua vittoria sull'inferno e sul peccato, da cui ha salvato gli uomini con le sue sofferenze e la sua morte …

Sono queste sante piaghe, da cui è sgorgato il Sangue prezioso, che ci ricordano questo grande amore.

Fermate quindi sovente il vostro sguardo su di esse.

Guardate le piaghe del corpo del vostro Salvatore.

Ascoltate il rimprovero che viene da esse per i vostri peccati e la testimonianza di tutto quello che Egli ha sofferto per cancellarli ».

Non pare di leggere Fra Leopoldo?

A parte la differenza di stile e certe sfumature proprie della sua anima serafica, sono questi i concetti, che egli esprime e sui quali è fondata la devozione alle cinque piaghe.

Tutti i santi hanno amato intensamente Gesù Crocifisso, perché Egli è l'amabilità stessa di Dio manifestata agli uomini.

Tutti possono ripetere con S. Paolo: « Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me.

Vivo nella fede del Figlio di Dio, che ha amato me e ha dato se stesso per me » ( Gal 2,20 ).

Gesù Crocifisso è tutto il Vangelo, è il "mistero nascosto ai secoli" ( Col 1,26 ) e con ragione S. Paolo Apostolo afferma di non conoscere altra cosa fuorché Gesù Crocifisso ( 1 Cor 2,2 ).

Gesù Crocifisso è al centro della Chiesa e del mondo, tutto deriva da Lui e tutto a Lui ritorna: "quando sarò innalzato da terra trarrò tutto a me".

Ma Gesù Crocifisso è anche un mistero insondabile e la sua pienezza supera la capacità di tutti gli uomini.

Soltanto in cielo ne avverrà la manifestazione, che durerà in eterno, come la sua gloria: « degno sei tu di ricevere il libro e di aprire i suoi sigilli, perché fosti sgozzato e col sangue tuo ci comprasti a Dio, da ogni tribù, popolo e nazione ». ( Ap 5,9 ).

In questo mondo ogni uomo non ne può avere che una conoscenza parziale, più o meno grande, a seconda delle sue disposizioni e ciascuno le esprime secondo il suo stile.

Fra Leopoldo ricevette una grazia abbondante per conoscere ed amare Gesù Crocifisso e una grazia particolare per diffondere questa conoscenza ed amore soprattutto nel mondo lasalliano, costituito erede del suo spirito e termine del suo messaggio: "Tutto quello che ho operato per mezzo tuo" gli dirà Gesù stesso, "passi ai Fratelli delle Scuole Cristiane".

Leggiamo ancora, tra i detti di Gesù a Fra Leopoldo: « Nel giardino mistico delle devozioni, quella che mi sta a cuore è la devozione al SS. Crocifisso, sorgente di tutte le altre e arma da impugnare con la predicazione e con la preghiera per difendere i miei diritti ».

Non è forse superfluo osservare qui, fugacemente, che la devozione leopoldiana non è una generica devozione al Crocifisso, ma si esprime in una forma ricca di contenuto spirituale, dove un'intimità e vivissima tenerezza filiale verso il Signore, in pieno contrasto con lo spirito giansenistico serpeggiante, si unisce a uno zelo apostolico universale, che abbraccia in sintesi tutte le necessità della Chiesa.

Al culto del SS. Crocifisso, tradizionale nell'Istituto dei Fratelli S. C. ( notiamo qui una sfumatura: Fr. Teodoreto non diceva ordinariamente "Gesù Crocifisso", ma "il Santissimo Crocifisso" con quell'atteggiamento di venerazione e quel senso del trascendente, divenuto oggi così raro ) Fra Leopoldo offrì uno sviluppo e una determinazione caratteristica e impresse un vigore nuovo.

Fr. Teodoreto ebbe il merito di riconoscere i cenni delicati della Provvidenza Divina e di esservi fedele senza esitazioni.

Egli fu decisamente un precursore, un'antenna sensibilissima, che avvertì da lontano i primi e incerti segni dei tempi nuovi, anche se a taluno può sembrare che l'Unione Catechisti sia ancor tanto legata alle forme tradizionali.

Basti pensare che quando Fr. Teodoreto presentò a Roma le Regole dei catechisti queste vennero definite "un mostro giuridico" e che questo stesso mostro giuridico venne approvato trent'anni dopo da Pio XII, che lo definì "Istituto Secolare".

L'Unione Catechisti fu uno dei primi cinque Istituti Secolari approvati dalla Chiesa e forse, di tutti cinque fu il primo ad essere ideato.

Fr. Teodoreto pervenne alle sue intuizioni semplicemente nell'impegno di approfondire lo studio del suo Istituto, le direttive dei suoi superiori e i segni della provvidenza divina e cioè in un unico impegno con quella tendenza alla perfezione, che è la sostanza della vita religiosa.

Egli fu il profeta scelto da Dio per comunicare un messaggio all'Istituto dei Fratelli e per far sorgere accanto ad esso, anzi dal suo stesso ceppo, un pollone nuovo all'insegna del SS. Crocifisso, che ne riflettesse la vitalità e ne portasse i frutti sempre più lontano.

Quest'ultima affermazione potrà far sorridere qualcuno.

A vent'anni dalla morte del Fondatore e a sessant'anni dalla sua erezione, quel pollone, cioè l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso, si è consolidato sì, ed evoluto fino a diventare un Istituto Secolare, ma è rimasto piccolino.

È vero che dimostra una notevole potenzialità, esprimendosi in un'opera come la Casa di Carità Arti e Mestieri, è vero che ha delle cellule vitalissime fuori in Europa e anche oltre l'Atlantico, ma è rimasto il pugno di lievito, che attende ancora di far fermentare la massa.

Misteri dei disegni divini.

Oggi poi le circostanze ambientali sono più che mai sfavorevoli ad ogni sviluppo ed è già un gran risultato se le famiglie religiose riescono a mantenere le proprie posizioni.

Ma esse sono opera di Dio e non degli uomini.

Comunque le parole di Fra Leopoldo non potrebbero essere più esplicite nel prevedere un grande sviluppo dell'Unione Catechisti.

Fr. Teodoreto vi ha sempre prestato fede ed è in questa fede che ha compiuto l'opera sua.

Forse Dio vuole che i catechisti diano prova della stessa fede del loro Fondatore e sappiano anch'essi attendere nell'umiltà e riconoscere a suo tempo l'ora della Provvidenza di Dio.

E forse è necessario che un'opera ispirata al SS. Crocifisso partecipi ampiamente al silenzio del sabato santo prima di manifestarsi al mondo.


Grazie ricevute

Insigne grazia attribuita all'intercessione del Servo di Dio Fr. Teodoreto

« Angosciata e preoccupata per una diagnosi medica grave, confermata da analisi cliniche, di una mia figliola, ho pregato con fervore il caro F. Teodoreto che ho conosciuto nella mia gioventù.

Ho insistito con molta fiducia, unendo alla preghiera per la sua glorificazione la recita della Adorazione a Gesù Crocifisso.

Dopo circa due mesi di angosciosa attesa, finalmente il Servo di Dio mi ha esaudita pienamente.

Con sorpresa di tutti un ultimo esame clinico escludeva completamente la precedente diagnosi e confermava la piena salute della mia figliola.

Con animo grato al Servo di Dio, ringrazio il Signore che ha voluto esaudire la sua intercessione e prego per la sua glorificazione.

20 Luglio 1974 - Torino

Larosa Severina

Allegate L. … per la Causa di Beatificazione del Servo di Dio Fr. Teodoreto.

Altre grazie ottenute per l'intercessione del Servo di Dio Fr Teodoreto

Invio un'offerta di L. … per due grazie ottenute dal Fr. Teodoreto, che ho pregato tanto:

1) Mia figlia ha ottenuto un impiego, che non avrebbe mai creduto di ottenere e che solo un miracolo poteva farle conseguire.

2) Eravamo in gran pensiero per un affare importante.

Quando pareva che non ci fossero più vie di uscita ecco che tutto è andato a posto da sé e ne è venuta una situazione migliore di prima.

Che grande grazia. Come dobbiamo ringraziare il Signore e il suo servo fedele, Fr. Teodoreto.

Rita Cosso, Stockton ( U.S.A. )