In memoriam

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Catechista Rag. Umberto Ughetto

Nella notte tra il 26 e il 27 giugno u.s. il catechista Umberto Ughetto ha lasciato questo mondo.

Se n'è andato in silenzio, com'era suo stile, tra il generale rimpianto.

La partecipazione ai suoi funerali è stata larghissima.

Con lui scompare l'ultimo catechista reclutato dal Fr. Teodoreto nel lontano 1913 quando il Servo di Dio, ormai sicuro che il suo progetto interpretava la volontà di Dio, andava scegliendo in ogni classe i migliori allievi per formare il primo gruppo dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Quel reclutamento segnò il destino di Ughetto.

Era il Signore che lo inseriva tra le sue milizie scelte, ed egli corrispose pronto e fedele fino alla fine, con un crescendo di interiore adesione, salendo di grado in grado il cammino che Fr. Teodoreto andava indicando, dalla semplice associazione di ragazzi, che si riuniva una volta la settimana per la propria formazione religiosa fino alla consacrazione di tutta la vita a Dio nell'Istituto Secolare dei catechisti.

Umberto Ughetto proveniva da una famiglia di eccezione.

Tre figli, tutti donati al Signore: Umberto, il primogenito, nell'Unione Catechisti; Cecilio e Giuseppe nell'Istituto di S. Giov. Batt. La Salle.

La morte prematura della mamma aveva lasciato una cicatrice nell'anima, ma non aveva allentato la disciplina interiore.

Messa quotidiana e rosario in famiglia ogni sera era la pratica comune.

Per lunghi anni, finché la morte non smembrò la famiglia, Umberto servì la prima messa, alle ore 6, a S. Giovanni Evangelista; quando altri catechisti un'ora dopo, giungevano in Chiesa ancora insonnoliti, incontravano regolarmente Umberto, che già ne usciva.

Dopo la messa, subito in ufficio, all'Ospedale di S. Giovanni, dove l'orario era rispettato solo all'ingresso, perché al termine c'era ancor sempre molto da fare e Umberto non faceva distinzione tra i suoi personali interessi e quelli dell'amministrazione ospedaliera.

Il contributo di attività e di interessamento era dato con generosità, senza misurare le ore straordinarie, con vivo senso del dovere e anche con spirito di fede, come insegnava Fr. Teodoreto.

Il campo di lavoro era anche un campo di apostolato e sarebbe già stato gran cosa la testimonianza di rettitudine, il senso di responsabilità e l'affabilità lieta e premurosa, che attirava la benevolenza generale.

Ma Ughetto diffondeva anche discretamente la devozione a Gesù Crocifisso e giunse perfino a organizzare dei corsi di catechismo per gli infermieri.

I doveri professionali e la vita di pietà non gli impedivano certo di godere di quei beni naturali che la buona Provvidenza ha disseminato abbondantemente sulle vie dell'uomo, per il suo sollievo e la sua elevazione.

Appassionato della montagna, non lasciava perdere occasione di gite, e non c'è una cima delle Alpi Graie che egli non abbia scalato.

Ciò in un tempo ( 50 anni fa ) in cui l'alpinismo era assai meno diffuso e facile di adesso.

Ammiratore entusiasta della natura cercava di fissarne gli aspetti più belli nella fotografia e ne ricava delle immagini interessanti.

Amava la musica: che gusto certi canti di montagna e che passione nei canti religiosi.

Ricordo una notte trascorsa in un rifugio durante una ascensione al Rocciamelone, in continui canti di lode alla Madonna.

La sua voce spiccava per il tono e l'espressione.

Nell'anno centenario di Dante si fece uno scrupolo di rileggersi la Divina Commedia da capo a fondo.

In questo particolare c'è tutto Umberto Ughetto: la sensibilità del bello e la serietà dell'impegno.

Amava l'allegria, la compagnia degli amici, l'arguzia e lo scherzo, pur essendo riservato nei suoi sentimenti, e da giovane era lui che animava l'ambiente, incoraggiando i timidi e sostenendo la conversazione, sempre con una innata distinzione e moderazione.

Durante la messa dei suoi funerali, mentre il celebrante leggeva il Vangelo delle Beatitudini, pareva di sentire il suo elogio.

Quando morì Fr. Teodoreto, nella sua camera si trovavano solo degli stracci: indumenti pulitissimi, ma incredibilmente grossolani e rattoppati.

La camera di Ughetto era lo stesso, non solo povera, ma squallida.

Viveva esclusivamente della sua modesta pensione, in pieno silenzio, ma senza mai dissertare sulla povertà.

Fare e tacere era il suo stile.

Rispetto, affabilità, gentilezza, gli erano connaturate.

Chi l'ha mai visto alterato o irritato? Eppure a volte soffriva assai.

Limpido come l'acqua, emulo di Fr. Teodoreto nell'umiltà e nello zelo, pronto a rendere servizio, ma sempre come in un velo di riservatezza.

Ad eccezione di questi ultimi anni, quando la salute gli venne meno, fu sempre membro del Consiglio generalizio dell'Unione, quale primo consigliere.

E quanta attività catechistica per circa sessant'anni, in varie parrocchie, nelle scuole serali, alla Casa di Carità.

E quanti incarichi, i più svariati, gli piovvero addosso in tutto questo tempo, che egli adempì regolarmente e silenziosamente.

Nessuno si è incaricato di redigere la cronaca minuta dell'Unione, punteggiata di ritiri spirituali e fervida di zelo umile e sacrificato.

Ma se questa potrà ancor farsi in avvenire, in ogni capitolo e in ogni situazione dovrà comparire la figura di Umberto Ughetto.

Il proposito concepito dal Fr. Teodoreto nel lontano 1906 di « riunire dei giovani veramente buoni e di aiutarli a vivere in mezzo al mondo una vita intensamente cristiana » trova in Umberto Ughetto uno dei frutti più cospicui.

I funerali di Ughetto alla Casa di Carità

Madre Maria Edelburga Solzbacher - Superiora generale dell'Istituto Beata Vergine Maria - di anni 76 - defunta a Roma il 19 maggio 1975.

Contessa Adele Schiari Riccardi - Torino.

Sig.ra Paolotti Maria ved. Zeno - Gattinara.

Sig. Brugnara Carlo - Trento.