La preghiera negli Istituti Secolari

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Il 25 Agosto u.s. Paolo VI ha ricevuto in udienza i responsabili generali degli Istituti Secolari venuti a Roma da quattro continenti per studiare insieme il tema della preghiera, ed ha rivolto ad essi, in lingua francese, il discorso di cui offriamo ai nostri lettori la nostra traduzione:

« Abbiamo accolto assai volentieri la domanda del Consiglio esecutivo della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari quando a suo tempo ci espresse il desiderio di questo incontro.

Esso infatti ci offre l'occasione di esprimervi, con la nostra stima, le speranze della Chiesa nella testimonianza particolare che gli Istituti Secolari sono chiamati a dare tra gli uomini di oggi.

Non è necessario che Noi indugiamo a mettere in luce le caratteristiche particolari che definiscono la vostra vocazione, giacché i lineamenti fondamentali che sono "una vita totalmente consacrata, con l'osservanza dei consigli evangelici, e una presenza ed una azione responsabile destinate a trasformare il mondo dal di dentro" possono essere ormai considerati una acquisizione sicura della vostra coscienza istituzionale.

Tutto ciò Noi lo abbiamo ricordato in occasione del 25° anniversario della Costituzione Apostolica " Provida Mater Ecclesia".

Nel posto che occupiamo il nostro desiderio è piuttosto quello di sottolineare il dovere fondamentale che deriva dalla fisionomia testé evocata, e cioè il dovere di essere fedele.

Questa fedeltà, che non è immobilismo, significa anzitutto attenzione allo Spirito Santo, che fa nuovo tutto l'universo.

Gli Istituti Secolari, infatti, sono vivi nella misura in cui partecipano alla storia dell'uomo e testimoniano tra gli uomini d'oggi l'amore paterno di Dio rivelato per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Se restano fedeli alla loro propria vocazione, gli Istituti Secolari diverranno come "il laboratorio sperimentale" in cui la Chiesa verifica le modalità concrete dei suoi rapporti con il mondo.

Perciò essi devono ascoltare come rivolta soprattutto a loro l'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi: Il loro compito primario … è la messa in atto di tutte le possibilità cristiane ed evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nella realtà del mondo.

Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo ampio e complesso della politica, del sociale, dell'economia, ma ugualmente della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, dei mass-media ».

Ciò non significa, evidentemente, che gli Istituti Secolari, come tali, devono farsi carico di questi compiti.

Ciò spetta normalmente a ciascuno dei loro membri.

È dunque dovere degli Istituti stessi formare la coscienza dei loro membri a una maturità e ad una apertura che li spingano a prepararsi con molto zelo alla professione che hanno scelto, per poter affrontare in seguito, con competenza e in spirito di distacco evangelico, il peso e la gioia delle responsabilità sociali verso le quali la Provvidenza li orienterà.

Questa fedeltà degli Istituti Secolari alla loro vocazione specifica deve esprimersi prima di tutto nella fedeltà alla preghiera, che è il fondamento della solidità e della fecondità.

Assai felicemente, dunque, avete scelto come tema centrale della vostra Assemblea la preghiera in quanto "espressione di una consacrazione secolare" è "sorgente dell'apostolato e chiave della formazione".

Ciò significa che siete alla ricerca di una preghiera che sia espressione della vostra situazione concreta di persone "consacrate nel mondo".

Noi vi esortiamo dunque a proseguire in questa ricerca, sforzandovi di fare in modo che la vostra esperienza spirituale possa servire di esempio a tutti i laici.

Infatti, per colui che si consacra in un Istituto Secolare, la vita spirituale consiste nel saper assumere la professione, le relazioni sociali, il proprio ambiente, ecc. come forme particolari di collaborazione all'avvento del Regno dei cieli, e a sapersi imporre dei tempi di riposo per entrare in contatto più diretto con Dio, per rendergli grazie e per domandargli perdono, luce, energie e carità inesauribile per gli altri.

Ciascuno di voi gode sicuramente del sostegno del proprio Istituto, con gli orientamenti spirituali dati da esso, ma soprattutto per mezzo della comunione tra coloro che condividono lo stesso ideale sotto la guida dei loro responsabili.

E sapendo che Dio ci ha donato la sua Parola, colui che si è consacrato si metterà regolarmente all'ascolto della Sacra Scrittura, studiata con amore e accolta con animo purificato e disponibile, per cercare in essa, come nell'insegnamento del Magistero della Chiesa, un'interpretazione esatta della propria esperienza quotidiana vissuta nel mondo.

In modo speciale, appoggiandosi sul fatto stesso della propria consacrazione a Dio, si sentirà impegnato a favorire gli sforzi del Concilio per una partecipazione sempre più intima alla santa liturgia, cosciente che la vita liturgica ben ordinata, ben integrata nelle coscienze e nelle abitudini dei fedeli, contribuirà a mantenere vigilante e permanente il senso religioso, nella nostra epoca, e a procurare alla Chiesa una nuova primavera di vita spirituale.

La preghiera diventerà allora l'espressione di una realtà misteriosa e sublime, condivisa da tutti i cristiani, cioè l'espressione della nostra realtà di figli di Dio.

Essa sarà un'espressione che lo Spirito Santo purifica ed assume come la sua propria preghiera, incitandoci a gridare con Lui: Abba, cioè Padre.

Una tale preghiera, se giunge ad essere cosciente nello stesso contesto delle attività secolari, è allora una vera espressione della consacrazione secolare.

Questi sono i pensieri, cari figli e care figlie, che Noi vogliamo affidare alla vostra meditazione, per aiutarvi nella vostra ricerca di una risposta sempre più fedele alla volontà di Dio, che vi chiama a essere nel mondo, non per assumerne lo spirito, ma per portare in mezzo ad esso una testimonianza suscettibile di aiutare i vostri fratelli ad accogliere la novità dello Spirito nel Cristo ».