Lettera di Paolo VI per l'Ostensione della S. Sindone

B208-A2

Paolo VI e il Patriarca Ortodosso Athenagora

Al venerabile fratello Anastasio A. Ballestrero, Arcivescovo di Torino.

É universalmente noto e atteso l'avvenimento, che dal 27 agosto all'8 ottobre del corrente anno, concentrerà l'interesse di tutti e la speciale devozione dei fedeli su codesta illustre Città di Torino.

Ci riferiamo alla pubblica ostensione della Sacra Sindone, che con geloso affetto e viva pietà viene custodita presso la Chiesa Cattedrale e ancor più nel cuore dei cristiani torinesi, quale insigne Reliquia della benedetta Passione di Gesù Cristo, Nostro Signore.

Costituisce motivo di particolare esultanza anche per Noi unirCi spiritualmente a tanto trepido gaudio, che ha la sua contingente occasione nel IV Centenario della traslazione del Sacro Lino da Chambéry, antica capitale della Savoia, a Torino, nobile capitale del Piemonte, per favorirne la venerazione da parte del Santo Arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo.

Lasciando alla scienza libero campo per le ricerche storiche, i cristiani potranno certamente trarre dalla felice circostanza nuovi stimoli di meditazione e di adorazione dell'inesauribile fonte di vita nascosta nei patimenti di Cristo Gesù: di essi tanto i primi Scritti apostolici quanto i Vangeli ci danno già con chiarezza non solo la descrizione, ma soprattutto la profonda dimensione salvifica, scorgendovi il contenuto più originale e prezioso del nuovo annuncio da offrire al mondo.

É lo stesso « Uomo dei dolori » ( Is 53,3 ), che, oggi come allora, viene riproposto alla fede cristiana: Colui che, pur essendo risorto il terzo giorno, non vanificò, bensì glorificò le proprie piaghe, rimanendo per sempre esperto in patire e mostrandone i segni a chi, come Tommaso ( Gv 20,24-29 ), fosse tentato da deformanti visioni o di morte totale o di trasfigurazione disumanizzante.

« Infatti, non abbiamo un Sommo Sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato egli stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato » ( Eb 4,15 ).

É per questo che, anche di fronte alla inquietante ed insieme conquidente Figura della Sindone, amiamo fare Nostro il presente invito dell'Agiografo: « Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed avere soccorso al momento opportuno » ( Eb 4,16 ).

Che l'ostensione della Sacra Sindone aiuti veramente tutti a riscoprire la molteplice fecondità insita nello « scandalo della croce » di Cristo ( Gal 5,11; 1 Cor 1,17.23 ), e il Popolo di Dio ne tragga rinnovato vigore per il proprio pellegrinare terreno, così da essere anche partecipe allo stesso modo della beata Risurrezione ( Rm 6,5; Fil 3,10-11 ).

Di questi voti pastorali vuoi essere eco e pegno la paterna Benedizione Apostolica, che di gran cuore impartiamo a Lei, Signor Arcivescovo, ai Sacerdoti e Laici dell'arcidiocesi, in particolare ai benemeriti promotori e realizzatori dell'iniziativa ed a tutti coloro i quali, con spirito di fede e di sincero ossequio, visiteranno il singolare Documento.

Dal Vaticano, il 29 giugno dell'anno 1978, XVI del Nostro Pontificato.