Libertà vera

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Uno dei beni più apprezzati e più ricercati dagli uomini, ma anche più contrastati e fraintesi è la libertà, sia quella dei singoli nella loro vita privata, sia quella degli Stati e delle Nazioni nei loro rapporti e relazioni.

La storia insegna che la difesa e la conquista della libertà è uno dei motivi principali delle lotte all'interno e delle guerre all'esterno di ogni popolo.

L'uomo non può e non deve rinunciare alla propria libertà.

È Dio stesso che l'ha creato libero ed ha voluto che fosse lui stesso a decidere del proprio destino.

Grande dignità, ma anche grande responsabilità.

Ma l'uomo, purtroppo, non sempre ha capito la natura e l'importanza della libertà, si è rovinato con il cattivo uso che ne ha fatto, si è dimostrato stolto.

La libertà, infatti, non consiste in un arbitrio incontrollato del volere, ma ha pure le sue leggi.

E qui sta l'equivoco di tanti, che credono di lottare per la libertà, mentre ribadiscono sempre più strettamente le proprie catene.

Ma che cos'è dunque la libertà, e in che cosa consiste?

Essa è prerogativa della volontà, la quale ha per oggetto il bene; così come prerogativa dell'intelligenza è il conoscere e suo oggetto è la verità.

Come l'intelligenza raggiunge il suo scopo con il possesso della verità, così la volontà raggiunge il suo obiettivo deliberando di fare il bene: è appunto in questa deliberazione che si esercita la libertà.

Chi compie il male è un incongruente, ed è un vinto.

Lo riconoscevano già i pagani: « Vedo il bene, e lo approvo. E poi faccio il male ».

L'abitudine del male si chiama vizio e l'uomo che lo compie ne diventa schiavo.

L'abitudine del bene si chiama virtù, ma la virtù non rende l'uomo schiavo anzi lo libera.

Si dice infatti essere schiavo dei vizi, ma non si dice essere schiavo delle virtù.

La S. Scrittura mette in guardia contro i « falsi profeti che promettono libertà mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che l'ha vinto » ( 2 Pt 2,19 ) ed esorta a « parlare ed agire come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà » ( Gc 2,12 ).

Il dominio di sé è la prima ed essenziale manifestazione della libertà nell'uomo, ed è pure una fondamentale esigenza del carattere ed una premessa per la maturità del giudizio, per quello strettissimo nesso che esiste fra le varie facoltà dell'uomo.

Chi è dominato dalle sue passioni è stravolto nei suoi giudizi.

Qui si combatte la grande battaglia dei giovani, e non solo dei giovani, perché essa continua tutta la vita.

Però insieme alla libertà procura la gioia.

Dice infatti la S. Scrittura: « Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta della libertà … troverà la sua felicità nel praticarla » ( Gc 1,25 ).

L'uomo ingiusto e corrotto non conosce la vera gioia.

E che pena fanno certi grandi uomini che non si sanno dominare.

La vita cristiana incomincia con il sacrificio, ma conduce ad una indicibile felicità: « la nostra tribolazione, momentanea e di lieve peso, produce in noi uno smisurato, al di sopra di ogni misura, peso di gloria etèrna » dice la S. Scrittura ( 2 Cor 4,17 ).

Al contrario, quello che Gesù chiamava « il mondo », cerca di allettare all'inizio con la proposta del piacere, ma chi si lascia sedurre si troverà poi incatenato, e alla fine troverà la morte, quella da cui è difficile risorgere.

L'uomo è libero quando ha la forza di superare la seduzione e di seguire la ragione e la fede.

« Tutta la creazione attende con impazienza di essere liberata dalla schiavitù per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio » ( Rm 8,21 ).

E Cristo è venuto a liberarci.

Egli è chiamato Redentore, cioè Liberatore, perché è disceso dal cielo appunto per liberarci dall'errore, per mezzo della verità, e dal giogo della colpa, che è il giogo più grave di tutti e la causa prima di tutte le schiavitù, e per rimetterci sulla via della verità e ridonarci la vera libertà.

I miracoli che Egli ha compiuto durante la sua vita sono significativi: liberazione dei malati da malattie, anche gravi ed incurabili, liberazione degli ossessi dal demonio che li possedeva, conversione ( cioè liberazione ) dei peccatori da un'abitudine di male ad una vita buona, ecc.

Ma più significativi assai certi episodi di conversioni come quella della Samaritana, di Zaccheo, della Maddalena e chissà quanti altri che l'avarizia letteraria degli Apostoli e degli Evangelisti non ci hanno tramandato.

« Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi » ( Gal 5,1 ).

« Se rimanete nella mia parola … conoscerete la verità e la verità vi farà liberi » ( Gv 8,32 ).

Ecco la libertà che propone e comunica Gesù: la libertà nella verità.

Fuori della verità non ci può essere un'autentica libertà.

È vero che Gesù parla della libertà inferiore, che è quella essenziale, ma il suo discorso vale anche nei rapporti degli uomini fra di loro.

L'opera di Gesù continua nella Chiesa e « dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà » ( 2 Cor 3,17 ).

Dall'esito della lotta dei singoli per la propria libertà inferiore dipende in gran parte la situazione sociale.

Un regime di libertà non si può costituire e tanto meno durare se non è formato da uomini interiormente liberi.

I giovani e gli uomini di moralità scadente, anche se apparentemente innocui, rappresentano un grave pericolo per la società.

Le esperienze in atto, non solamente in Italia, ne sono una dimostrazione lampante.

* * *

L'uomo è un essere di natura sociale: nasce da quella società fondamentale che è la famiglia, vive, cresce e si forma intellettualmente e moralmente con l'apporto della società civile e religiosa e quindi è in relazione stretta e continua con gli altri uomini.

Come si concilia questa relazione, che è largamente determinante, con la libertà individuale?

Il problema è tutt'altro che astratto, come lo dimostrano gli attriti continui tra la società e gli individui e questi fra di loro.

Ma Dio ha creato l'uomo libero e sociale allo stesso tempo e le due condizioni si conciliano perfettamente nel piano divino.

Tutto sta nel sapersi o volersi inserire in questo plano.

L'organizzazione sociale ha bisogno di un'autorità, ma ecco che subito ne viene limitata la libertà individuale, o almeno, questa è a primo aspetto il risultato.

E può anche essere vero se l'autorità non si esercita nel modo dovuto.

Ma se si approfondisce l'indagine, soprattutto alla luce del Vangelo, si scopre, magari con sorpresa, data la grande ignoranza religiosa degli uomini di oggi, che l'autorità non è in contrasto, in linea generale, con la libertà dei singoli, anzi è al loro servizio ed in loro aiuto.

Vi sono molti beni, a cominciare da quello dell'esistenza, che l'individuo da solo non potrebbe assolutamente procurarsi e quindi ha bisogno della società, e quindi deve dipendere dall'autorità.

Ma questa, per essere legittima, non deve esercitarsi nel proprio egoistico interesse, bensì nell'interesse della società e dei suoi membri.

Confessiamo senz'altro che, di fronte alla realtà storica, questa dottrina può sembrare perfino utopistica.

Eppure è Gesù stesso che la propone: « chi vuoi essere il primo fra di voi dovrà essere il servo di tutti » ( Mc 10,44 ).

E si pone come esempio lui stesso, « venuto non per essere servito, ma per servire ».

I nemici della libertà non sono soltanto le proprie passioni disordinate, ma spesso vengono dall'esterno, da coloro che vogliono imporre il proprio dominio, i più forti sui più deboli, tanto nei rapporti fra persone, quanto nelle relazioni fra Stati e Nazioni.

Ma con quale diritto? ci si chiede tante volte, leggendo sui giornali dell'invasione di un paese da parte di un altro, oppure dell'occupazione dei terreni dei poveri, da parte dei ricchi, come avviene in Brasile ( e altrove ), oppure di fronte a soprusi e pretese di ogni genere, che avvengono con una impudenza incredibile anche nei paesi dove la giustizia è affermata e per quanto possibile tutelata.

Purtroppo è sempre stato così in questo mondo, e forse ancor peggio in passato, prima che il cristianesimo facesse sentire la sua influenza, nonostante innumerevoli eroismi per affermare i propri diritti.

Ricordiamo solamente i martiri cristiani: una turba innumerevole, di ogni età e condizione, sottoposta ad angherie e tormenti di ogni genere, ma che nessuno è riuscito a piegare.

Questa è gente libera, sia pure grazie anche ad un soccorso speciale dall'alto.

Non si creda che quella dei martiri sia storia di altri tempi.

Le persecuzioni religiose e razziste sono di viva e larghissima attualità, nonostante la proclamazione solenne dei diritti dell'uomo dalle più alte cattedre del mondo.

La libertà esteriore può essere coartata, ma quella interiore no, e l'uomo non ha soltanto il diritto, ma anche il dovere di difenderla.

Sembra di ripetere un luogo comune, eppure è un problema vivo e attualissimo.

Una gran parte dell'umanità oggi vive in regime di oppressione, priva di libertà.

E dove non si può fare di più si cerca di dominare almeno con la pubblica opinione.

Contro ogni forma di tirannia ci si deve ribellare e contrastare con tutti i mezzi possibili, almeno con la pubblica riprovazione, la solidarietà con gli oppressi e la preghiera perché intervenga la Divina Provvidenza.