Il trentennio di Fr. Teodoreto

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Il 13 maggio 1984 si compiranno trent'anni dal giorno in cui il Servo di Dio Fratel Teodoreto chiuse gli occhi alla luce di questo mondo per aprirli a quella che Dio irradia sui suoi eletti nella ineffabile visione beatifica.

Ne abbiamo ricordato a suo tempo su questo Bollettino la ricorrenza del venticinquennio, ma non possiamo ora passarne sotto silenzio il trentennio, tanto è viva la memoria di Lui che non si affievolisce col trascorrere degli anni, ma se ne allarga e se ne intensifica l'eco.

E questo è naturale perché oltreché dal pensiero dei singoli essa affiora dalle opere iniziate dal Servo di Dio, le quali continuano e si sviluppano appoggiandosi ai suoi insegnamenti e alla sua intercessione.

L'opera principale del Fratel Teodoreto è senza dubbio l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e Maria Immacolata, uno dei primi Istituti Secolari sorti nella Chiesa e che fa di Lui un precursore.

È sempre interessante e istruttivo osservare lo stile del Fratel Teodoreto nel fondare quest'opera.

Non c'è in Lui quasi una doppia vita, come qualcuno potrebbe pensare; quella dell'umile religioso di una famiglia religiosa poverissima, dedita all'educazione dei figli della povera gente, in una scuola che si intitolava addirittura della « Mendicità istruita », e quella del fondatore di una modernissima forma di consacrazione a Dio, con opere attualissime.

Se c'è una vita in cui non si scorge alcuna contraddizione o incertezza e in cui tutto è coerente ed unitario, quella è la vita di Fratel Teodoreto: la sua formazione personale e la sua attività apostolica.

Anche Lui, certo, è figlio di Adamo, ma la lotta per il dominio di sé fu così decisa e radicale che appariva solamente l'uomo nuovo.

Non fece ricorso a mezzi straordinari, come quegli eroi della santità che fuggirono nel deserto o si sottoposero a discipline terribili, ma l'osservanza della sua regola e l'attenzione prontissima alla volontà di Dio in ogni cenno anche più delicato, anzi la ricerca di essa più sollecita e costante, ne fecero un loro emulo.

E come nel suo sforzo ininterrotto verso la vita inferiore così nella sua attività esteriore.

Quando nel suo intimo, dopo aver ascoltato quella famosa relazione al secondo noviziato, in cui si denunciava la sterilità delle scuole in cui manca un'opera di perseveranza, decise di « riunire i migliori allievi per aiutarli a condurre una vita intensamente cristiana » egli compì null'altro che un nuovo sforzo di fedeltà e coerenza alla sua vocazione di Fratello delle Scuole Cristiane, sia pure sonetto da una grazia speciale.

In tutta la vita egli fu pungolato dal timore di quella mediocrità che la Sacra Scrittura chiama tiepidezza e condanna con espressioni così dure, e nello stesso tempo fu attratto dalle dolcezze di quella intimità che il Signore stabilisce con le anime pure.

Perché anche l'esperienza di Dio crea nell'anima una nostalgia che nulla può più colmare.

La conoscenza con Fra Leopoldo intensificò la sua intimità con Dio, che non poté più rimanere nascosta nel segreto del suo spirito, ma irradiò attorno a sé, sempre più viva.

Chi scrive ebbe la fortuna di conoscere il Fratel Teodoreto nel 1917, e ne ebbe tale impressione da essere determinante per tutta la vita, e non lo lasciò più.

« Una cosa sola è necessaria », diceva Gesù a Marta, che si affannava per molte cose, pur tutte buone.

È un richiamo necessario, perché troppe sono le forze che tendono a sviare l'uomo dal suo fine ultimo.

Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo, ecc.

Ma quanti sono i cristiani che vivono proprio secondo questa norma?

Perfino nella vita religiosa e cioè di consacrazione a Dio se non si sta attenti si va fuori, che è tutto dire.

Non certo il Fratel Teodoreto si lasciava sviare.

Egli era proprio la sentinella vigilante, il soldato della buona battaglia, che non deponeva mai le armi.

Non era insensibile a tutte le cose belle e buone che Dio mise a disposizione dell'uomo, ma tutto guardava dall'alto, con quello spirito di fede che S. Giovanni Battista de La Salle diede per norma ai suoi discepoli, e viveva in perfetta libertà interiore.

Nel suo apostolato egli non si accontentava di mete mediocri.

Senza dubbio nella scuola doveva subire i vari limiti che gli venivano dall'alto e dal basso.

Ma quando poté realizzare un'opera secondo la sua mentalità il traguardo prefisso fu senz'altro la perfezione.

E questo prima ancora di aver conosciuto Fra Leopoldo e aver ricevuto tutte quelle luci che lo guidarono nel compimento del suo progetto.

L'Unione Catechisti doveva essere il riflesso della sua vita interiore.

Era nel suo temperamento l'avversione a tutte le superficialità.

Prendeva le cose sul serio e vi si impegnava decisamente.

Alla base di questo atteggiamento ci doveva essere la scelta fondamentale del bene, operata con la grazia di Dio in quell'età adolescenziale in cui l'uomo orienta la sua vita: la sua scelta fu decisa e definitiva.

Nessuno ha mai accennato ad una sua crisi giovanile, quella crisi che ad un certo momento afferra i giovinetti e li disorienta.

Entrato poi con entusiasmo nella vita religiosa seguitò a camminarvi con passo risoluto fino alla fine e fino ai vertici.

Non si cerchino nella vita di Fratel Teodoreto delle manifestazioni miracolistiche: egli fu solamente l'eroe della fedeltà a tutti i suoi doveri ed impegni.

Ed è per questo che la sua vita contiene un messaggio fondamentale, in perfetta sintonia con il suo Istituto ed il suo Fondatore.

Le manifestazioni extra-naturali di tanti Servi di Dio hanno il loro scopo provvidenziale, ma non ne costituiscono la santità, che consiste solamente nella fedeltà alla volontà di Dio, variamente manifestata.

La fedeltà del Fratel Teodoreto fu un esempio ed un insegnamento incomparabile.

Egli era entusiasta della sua missione.

La scuola, diceva spesso, è la forma più efficace di apostolato, perché qui si previene il male, ed è sempre meglio prevenire che curare.

Qui si lavora sul nuovo e non su materiale deteriorato, che abbia bisogno di essere prima aggiustato.

La vita del Fr. Teodoreto contiene senza dubbio un messaggio fondamentale ed universale, che la Provvidenza di Dio ha inviato agli uomini di oggi; speriamo che esso sia accolto e largamente seguito.

C. T.