Il Crocifisso, sintesi del Vangelo della Carità

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Centralità del Crocifisso

Quando avrete innalzato da terra il Figlio dell'uomo, riconoscerete che Io sono ( Gv 8,28 ).

Quanto a me, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me ( Gv 12,32 ).

I testi suddetti sono basilari del Vangelo, e perciò della stessa Sacra Scrittura, dato
che esprimono una convergenza in Gesù Crocifisso sul piano intellettivo per la conoscenza di Dio, e su quello morale per l'intimità con Lui, da cui emerge la centralità del suo sacrificio sulla Croce nella vita cristiana, e per tanto nella stessa vita umana.

Non si tratta quindi di privilegiare una particolare visuale del Vangelo o di sottolineare un suo aspetto specifico, pur proficuo e fecondo, ma tuttavia non esaustivo.

Si tratta invece di cogliere la condizione per la conoscibilità di Gesù e per l'incorporazione spirituale in Lui.

É chiaro che parlando del Verbo incarnato, cioè del Figlio di Dio fatto uomo, ogni aspetto che lo riguarda esprime Lui nella sua totalità, per cui ogni sua qualifica ed attributo rivestono un valore non solo insopprimibile, ma determinante.

Così, per esemplificare, per quanto concerne il suo essere Maestro, Sacerdote, Sposo delle anime e così via.

Ma la qualifica di Crocifisso, oltre a comprendere tutte le altre, costituisce la denominazione rivelativa di Cristo, l'attributo essenziale del suo essere « Figlio dell'uomo », e ciò per le stesse parole di Gesù, secondo i testi riportati in apertura di questo scritto sul suo « essere innalzato ».

Dobbiamo quindi elevare la mente e il cuore a Gesù Crocifisso, riflettere sul valore di gravitazione universale del suo donarsi al Padre e a noi sulla Croce, disponendoci a cogliere le sollecitazioni dello Spirito sulle implicazioni più dirette che tale basilare argomento contiene in ordine ai temi fondamentali e ai segni dell'epoca che viviamo, di transito dal secondo al terzo millennio cristiano.

La visione di Fra Leopoldo

A proposito dei citati testi del Vangelo di S. Giovanni su Gesù « elevato da terra », e sulla loro applicazione ai problemi del nostro tempo, riporto alcune considerazioni di uno zelante apostolo e adoratore di Gesù Crocifisso, il sig. Emil Canova, che dalla vicina Savoia mantiene frequenti contatti con l'Unione Catechisti ( in altra parte del bollettino è riportato un suo articolo sulla Messa del Povero ): Teniamo presente in via preliminare come la visione di fra Leopoldo, che è l'immagine riportata in copertina, esprima meravigliosamente quanto dichiarato nei testi evangelici.

Gesù vi appare al tempo stesso attraverso la morte e la resurrezione.

Infatti il suo costato è aperto, ma tutto l'atteggiamento del suo corpo è vivente.

Per i non iniziati che scoprono questa immagine, la figura giovanile sollevata da terra è molto misteriosa.

Va intesa come S. Maria Maddalena? O come la Vergine Maria?

Ciò è possibile, ma il significato è ancora più ampio: nella figura vi è tutta l'umanità dei salvati elevati al Padre attraverso l'opera perfetta di Gesù Crocifisso e Risorto.

In particolare vi sono i giovani di cui Gesù si è fatto fratello, maestro e amico.

La contemplazione di questi misteri ha condotto mons. Marcel Perrier, Vescovo Ausiliare di Chambery, a formulare la meditazione « In cammino », di cui riportiamo il secondo punto ( svolta a Parigi, nell'assemblea plenaria dei Vescovi di Francia, il 24 aprile scorso, sulla pastorale giovanile ).

É una vivissima e vivificante riflessione, di una chiarezza e semplicità tutta evangelica, incentrata sul cammino in Gesù, che ha detto « Io sono la via » ( Gv 14,6 ).

« Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me » ( da un quadro di Caffaro-Rore )

In cammino

Essi guarderanno Colui che hanno trafitto ( Gv 19,37 ).

Contempliamo il Cristo a broccia aperte.

Egli attira tra le sue braccia tutti gli uomini e tutte le donne, tutti i giovani e tutti i bambini, di ogni luogo e di ogni tempo.

Egli attira tra le sue braccia di risorto tutti i giovani delle nostre città e dei nostri paesi, delle nostre scuole e dei nostri cantieri: immigrati, rifugiati, esiliati, giovani che si realizzano o giovani vinti, reclusi, emarginati, giovani di successo, aperti alla solidarietà, o di insuccesso, giovani sotto i ponti, giovani in prigione, ragazzi prodigio in difficoltà, o vittime di un continuo massacro degli innocenti …

Per mezzo della sua incarnazione, il Figlio di Dio si è, in qualche modo, unito Egli stesso ad ogni uomo … e noi dobbiamo essere convinti che lo Spirito Santo offre a ciascuno, in un modo che Dio conosce, la possibilità di unirsi al mistero pasquale ( La Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 22 ).

Per mezzo della sua incarnazione, Gesù si è unito a ciascuno di noi.

Nella sua morte e risurrezione, ci abbraccia tutti e ci dona il suo Spirito.

L'amore di Dio è stato diffuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo, che ci è stato dato ( Rm 5,5 ).

Ascoltando e leggendo le testimonianze dei giovani, vedendole attuate nei movimenti, nelle associazioni, nelle comunità, nelle opere di carità e di servizio al prossimo, ammiriamo in esse i frutti dello Spirito: Amore, gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fede, dolcezza, controllo di sé … ( Gal 5,22-23 )

Felici gli occhi che vedono ciò che vediamo.

Felici coloro che sentono ciò che noi sentiamo.

Il Cristo, capocordata, ci invita tutti alla sua sequela.

Giunto per primo sulla montagna della risurrezione, Gesù può gridare: « Ci siamo ».

Sì, noi ci siamo. Noi siamo già resuscitati con Cristo ( Col 3,1 ).

Già, tutti insieme, in Dio … Oppure non ancora, perché ciò dipende dalla nostra risposta.

Questo appello di Gesù Cristo a seguirlo disposti in cordata e un'esigenza assoluta di solidarietà quotidiana e universale.

E una promessa tenace di una felicità eterna già iniziata.

Ma chi lo dirà? Chi la proclamerà?

Come proporre questa buona notizia ai giovani di oggi, qui e per ogni dove?

Mons. Marcel Perrier, Vescovo Ausiliare di Chambery

( Traduzione non rivista dall'Autore )