Visita del Fr. Martin Corral Alcade all'Unione …

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Fr. Martin Corrai Alcalde, consigliere generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane e Assessore generale dell'Unione Catechisti, è stato in visita all'Unione e alla Casa di Carità, nei giorni 22-24 maggio, intrattenendosi con gli allievi e gli insegnanti, sia del Centro di Torino che di quello di Grugliasco.

Riportiamo la sintesi di due suoi interventi, quello agli insegnanti e quello agli allievi, quest'ultimo tenuto nel Santuario della Consolata, in occasione dell'annuale pellegrinaggio.

Riflessioni agli insegnanti sul carisma Lasalliano della Casa di Carità

Introduzione

La Casa di Carità è stata realizzata dall'Unione Catechisti, opera questa del carisma e della iniziativa di un Fratello delle Scuole Cristiane: il ven. fr. Teodoreto.

Essa è al servizio dei giovani, come lo sono le 1.200 scuole lasalliane sparse in 83 paesi del mondo, nelle quali lavorano 7.000 Fratelli e 50.000 educatori lasalliani.

Dobbiamo sentirci uniti nella stessa missione ed animati dallo spirito d'amore e di servizio che animavano S. G.B. de la Salle e Fr. Teodoreto.

Fr. Martin Corral Alcalde con una rappresentanza del management della Casa di Carità.

Alcuni punti della pedagogia e della spiritualità di San Giovanni Battista de La Salle

San Giovanni Battista de La Salle è stato nominato patrono di tutti gli educatori cattolici da papa Pio XII.

La sua pedagogia e spiritualità sono un dono e un aiuto per gli insegnanti cattolici.

Qui possiamo rilevare alcuni punti importanti;

1. La pedagogia lasalliana: una pedagogia realista ed incarnata

Gli insegnanti lasalliani accettano i ragazzi e i giovani così come sono.

La Salle li incontrava abbandonati, imprigionati nell'ignoranza, nel vizio e nel peccato, ma non li colpevolizzava.

Erano semplicemente figli della sua epoca.

Analizzò le cause di quella situazione e con creatività ideò un genere di scuola e un tipo di educatore per dare risposta alle necessità concrete di quei giovani.

Noi dobbiamo accettare, comprendere ed amare i giovani della nostra generazione e metterci con creatività e generosità al loro servizio.

2. Visione ottimistica del ragazzo e del giovane. Visione di fede

Noi siamo coscienti delle grandi possibilità che ci sono in ogni giovane, e che a volte lo stesso giovane ignora.

Di solito il giovane non conosce le proprie capacità ed è portarto a credere o pensare di avere poche possibilità.

L'insegnante lasalliano crede nel giovane, confida in lui e gli trasmette fiducia in se stesso e nelle sue capacità.

Nello stesso tempo vede il giovane con gli occhi della fede: è un figlio di Dio e rappresenta Gesù Cristo: « Quello che avete fatto a uno di questi piccoli lo avete fatto a me ».

Santa Margherita, Regina di Scozia, si inginocchiava di fronte ai bambini poveri che riuniva nel suo palazzo, poiché vedeva in loro Gesù Cristo, il Signore.

Seguendo La Salle, dobbiamo avere la stessa visione, lo stesso rispetto, amore e venerazione per i ragazzi e i giovani di oggi.

3. Consapevolezza profonda dell'identità dell'insegnante

Per La Salle, l'insegnante non è solamente un « professore ».

Vi è la consapevolezza che Dio l'ha chiamato per compiere una missione: quella di salvare i giovani mediante l'educazione umana e cristiana.

L'insegnante cristiano deve essere cosciente che Dio l'ha scelto, che il suo lavoro è una missione, che ha risposto ad una autentica vocazione e che è lo stesso Dio che gli ha affidato i giovani, suoi figli, perché giungano a conoscere la verità e si salvino.

Dio, che lo invia ai giovani, non lascia da solo l'insegnante cristiano, ma gli concede le sue grazie, e in particolare la grazia di « muovere i cuori ».

La Salle sintetizza l'identità dell'insegnante cristiano dicendo che è « ambasciatore, ministro e rappresentante di Gesù Cristo ».

Fr. Martin parla agli insegnanti della Casa di Carità.

4. Relazione fraterna fra il giovane e l'insegnante

Per La Salle, la relazione pedagogica deve essere sempre una relazione « fraterna ».

L'insegnante cristiano è « il fratello maggiore dell'alunno » e lo deve accompagnare nel suo itinerario di crescita umana e cristiana con molta attenzione, sollecitudine, rispetto e amore.

In altre parole, La Salle dice che dobbiamo avere per i nostri alunni « l'amore tenero d'una mamma e la stabilità d'un padre ».

5. « Insieme e per associazione »

La Salle dà molta importanza all'unità fra tutti gli insegnanti di una comunità educativa.

Sostiene che devono conseguire la loro missione educativa « insieme e per associazione »; devono cioè accettarsi e amarsi tutti e stare molto insieme, per fare il progetto educativo: pensare insieme, programmare insieme, mettere in comune le qualità che hanno, aiutarsi nel lavoro, perdonarsi gli uni gli altri, se necessario, e dar esempio di amore e unità agli alunni per costruire la comunità educativa.

Fr. Martin in una classe della Casa di Carità.

6. Finalità ultima: l'educazione umana e cristiana dei giovani

Nella scuola, tutto è in funzione della formazione umana e cristiana dei giovani.

Vanno valorizzate tutte le loro capacità umane: intelligenza, volontà, spirito critico, creatività, gusto estetico, socializzazione, senso della giustizia e della solidarietà, ecc.

E nello stesso tempo crescano nel dono prezioso della fede, affinché Cristo abiti nei loro cuori: « Viva Gesù nei nostri cuori, sempre! ».

In questo modo faranno sintesi tra cultura e fede, tra vita e Vangelo.

7. Formazione permanente dell'educatore

San Giovanni Battista de La Salle fu il « fondatore », perché fu il « formatore » dei primi maestri che radunò.

Dedicò le sue più grandi energie per formare i maestri e far scoprire loro la grandezza della loro vocazione.

Senza una formazione permanente, sistematica e continuativa, è impossibile fare una buona formazione professionale, umana e cristiana degli alunni.

Noi insegnanti dobbiamo sempre aggiornarci nella nostra vita professionale, pedagogica e di fede.

Meditazione per gli allievi. Programma educativo

Voi giovani, oggi qui riuniti nel santuario della Consolata, siete gli attori, i protagonisti della vostra formazione.

Siate coscienti di tenere la vostra vita nelle vostre mani e che la vostra vita sarà quello che voi vorrete.

Potremmo riassumere in cinque parole il vostro itinerario di crescita come uomini e come cristiani: vita, lavoro, fraternità, fede e servizio.

Vita

Gesù diceva: « Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza ».

La vita è un grande dono di Dio e Dio vuole che la viviamo in pienezza, che sviluppiamo tutte le nostre capacità.

Crescere, vivere la vita, fare cose nuove, godere del dono della vita che Dio ci ha dato e di questo essere felici: è l'obiettivo di tutta l'educazione.

Fr. Murtin, visita un reparto elettrico nella Casa di Carità.

Lavoro

Non possiamo sviluppare le nostre capacità senza la fatica del lavoro.

Gli uomini si fanno tali nella fatica del lavoro quotidiano.

La Casa di Carità deve essere una scuola dove si impara a lavorare.

Si deve provare la soddisfazione di conoscere cose nuove, di essere felici perché impieghiamo bene il tempo che Dio ci dona.

A cosa serve un uomo che non sa lavorare? A nulla.

Lui stesso si sente frustrato e non è stimato, perché non da nulla alla società.

Fraternità

La Casa di Carità, come dice il nome, deve essere una scuola dove si impara ad amare.

Si deve vivere nella bella realtà di sentirci tutti fratelli e sorelle.

Fratelli che si accettano, si rispettano, si aiutano, si perdonano e si amano.

Vivere come fratelli e sorelle da molta gioia e rende più bello il lavoro e lo studio.

Se è così incontriamo volentieri ogni giorno i nostri colleghi e ci sentiamo felici con loro.

Fede

Le persone che hanno fede hanno una grande ricchezza.

Hanno fiducia nella vita, perché sanno che Dio le ama, le perdona e le aiuta.

Le persone che hanno fede, danno un perché alla vita, al lavoro, all'amore, alla sofferenza e alla morte.

La Casa di Carità deve sviluppare il prezioso dono della fede.

Che Cristo abiti per la fede nel cuore di ogni giovane: « Viva Gesù nei nostri cuori! ».

Per questo insegna le verità della fede, avvia i giovani alla preghiera e all'esperienza di Dio, e li responsabilizza nella costruzione di un mondo migliore.

Servizio

L'allievo che pensa solamente a se stesso, a vincere nella vita, e non si interessa degli altri non sarà felice.

Dio vuole che mettiamo le nostre capacità al servizio degli altri.

Allora saremo felici, perché « c'è più gioia nel dare che nel ricevere ».

Fr. Martin Corral Alcalde

( testo non rivisto dall'Autore )

Fr. Martin con due apprendisti alla Casa di Carità.

Il dott. Conti e Fr. Martin alla Casa di Carità.

Una rappresentanza dell'Unione Catechisti confr. Martin.

I due Fratelli assessori dell'Unione: fr. Martin, assessore generale, e fr. Egidio, assessore della sede di Torino