Il contenuto della fede

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( Ciò che noi dicendo di credere riteniamo per vero )

Grazie, Benedetto XVI°!

Fede e formulazione dei contenuti

Benedetto XVI° nella lettera apostolica con la quale indice l'anno della fede1, suggerisce la prassi dei primi cristiani di apprendere e recitare a memoria il Credo, facendolo diventare preghiera quotidiana, per non dimenticare l'impegno assunto da ognuno con il Battesimo.

Pregare con il Credo, asserisce il Papa, potrebbe aiutare maggiormente a entrare nel cammino della fede e a diventare nuovi evangelizzatori.2

Sant'Agostino nelle sue catechesi soleva distinguere tra "fede creduta" e "fede vissuta", due momenti inseparabili, infatti la fede nella sua globalità è elemento di accesso indispensabile per partecipare all'Eucarestia.

Per ora ci soffermeremo sul primo aspetto.

La fede "creduta" si esprime in formule, che hanno una storia, e purtroppo rimangono sempre inadeguate di fronte alla verità che esprimono.

Si fa presto a dire "Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra", ma se proviamo a pensarci in profondità si è presi dalle vertigini, trattandosi di verità per loro natura insondabili e quindi indicibili!

Le scelte fatte dal Magistero della Chiesa nel formulare le verità della fede, sono certamente le meno inadeguate e permettono di avvicinarsi di più alla Verità, ricorrendo all'analogia.

Il nostro atto di fede non può fermarsi ad enunciare le verità credute, ma deve raggiungere la cosa, che sta oltre l'enunciazione, in altri termini la persona stessa di Gesù Cristo, alla cui parola si aderisce.

Fede e fiducia nella Verità

É ancora attuale la corrente filosofica detta del "pensiero debole", stigmatizzata da Papa Giovanni Paolo II nel 1982.

Il pensiero debole è un movimento che vuole escludere o esclude di fatto il concetto stesso di verità, riproponendo noti schemi del passato, secondo i quali là dove si afferma la verità ( pensiero forte ), si introdurrebbe un motivo di violenza, di sopraffazione e di forte contrasto tra luce e tenebre, tra bene e male.

La verità assoluta, cioè Dio stesso, non può esistere, affermano questi pensatori, esiste soltanto l'uomo dal pensiero debole.

All'opposto la fede esige di avere alta la coscienza della verità.

Ancora Giovanni Paolo II affermava con vigore: "La prima verità che dobbiamo all'uomo è la verità sull'uomo".3

Anni dopo Giovanni Paolo II riprende l'argomento, definendo la libertà "obbedienza alla verità".4

É infatti sulla verità che si fonda la libertà e ogni forma di democrazia autentica, di pluralismo e finalmente anche di genuino ecumenismo.

Il tema della verità può sembrare astratto, lontano dalle esigenze e dai problemi della gente, ma riflettendo sulle pagine del Magistero si arriva alla conclusione che non c'è soluzione al problema dell'uomo senza il fondamento della verità.

Il problema risulta poi congiunto strettamente a un problema di umiltà: in quanto cristiani noi non possediamo la verità!

Ma siamo posseduti dalla Verità, questo sì!

Nostro compito è quello di "spalancare le porte della nostra coscienza", come si esprimeva Giovanni Paolo II, alla Verità, perché penetri e invada tutto il nostro essere.

Anche il cristiano è alla ricerca della Verità, nel senso di liberare sempre più il proprio mondo interiore da tutto ciò che impedisce alla verità di affermarsi.

La fede viene raffigurata nell'iconografia come una persona con il volto coperto, ma il cristiano non brancola nel buio, se lo splendore della verità illumina il suo cammino.

Si dice che il mondo di oggi è il mondo della tolleranza ( anche se chi la pretende spesso non la pratica! ).

Tolleranza è un insieme di ideologie diverse che cercano di convivere senza pestarsi i piedi.

Ma in ordine alla Verità non è questione di permettere o fingere di non vedere: quanto più si ha coscienza della verità, come nostra, come realtà che ci invade, tanto più nasce l'idea del mistero nel quale ci si perde e ci si aiuta per quel poco o tanto che si è riusciti a penetrarvi.

Fede e Sacra Scrittura: il senso cristiano della verità.

La coscienza della verità è l'altra faccia della medaglia della coscienza del mistero, quindi una realtà insondabile, dove il lavoro di approfondimento non finisce mai.

La Verità in assoluto è la persona di Gesù Cristo, che è impossibile distinguere dal cristianesimo.

Cristo è il contenuto della verità cristiana, è l'oggetto della nostra fede.

Il cristianesimo pertanto non è una ideologia, come tante correnti di pensiero antiche e moderne: questo aspetto della fede "creduta" è un punto fondamentale.

Dunque esiste questa Verità unica e assoluta: centro vivente dell'universo, il Verbo di Dio fattosi uomo, che si autodefinisce tale ( Gv 14,6 ).

Possiamo dunque affermare che Gesù, non soltanto è il fondatore, il maestro, ma è la Verità, il contenuto stesso della fede cristiana.

Giova qui evocare uno dei più celebri episodi del Vangelo, Gesù che si accompagna con i discepoli di Emmaus ( Lc 24,27 ) e parla di Sé attingendo alle Scritture, il tesoro che alimenta la nostra fede.

Gesù ne è l'interprete più qualificato.

Il cristiano pertanto non può essere che l'uomo delle Scritture, che sa coglierne il segreto profondo, che è Gesù Cristo.

Sono noti i diversi metodi di lettura della Bibbia: cominciando dal più recente, il metodo scientifico storico-critico, che però va integrato dal metodo più antico che è quello spirituale, impiegato dalla Tradizione Patristica della Chiesa.

Contestualmente si sono affermati il metodo liturgico e quello ascetico-pastorale, noto come lectio divina.

Il Vaticano II, per concludere, afferma "É Cristo che parla, quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura".5

La Chiesa nei secoli ha formulato le verità cristiane, il cui centro vitale rimane la persona di Gesù Cristo.

La fede: l'amore, la vita, la Chiesa

La fede cristiana non è un teorema e neppure lo svelamento di una realtà nascosta, ma la conoscenza di una persona secondo un metodo e una logica tipica, la logica dell'amore.

Il cristianesimo si conosce soltanto se si ama.

Tutto passa, ma San Paolo ci ricorda "l'amore non avrà mai fine.

Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà", ( 1 Cor 13,8 ) rimarrà l'amore, cioè la vita, che è il contenuto profondo dell'amore, e noi siamo in attesa di entrare per sempre "nella vita del mondo che verrà".

Allora "il cristianesimo si conosce soltanto se lo si vive".

La fede vissuta rappresenta l'essenza del cristianesimo, mentre la conoscenza delle verità di fede resta una componente fondamentale, irrinunciabile, un piedistallo sul quale si erge imponente il capolavoro, l'uomo chiamato a risorgere con Cristo.

Un'ultima conseguenza delle nostre riflessioni: alla conoscenza della Verità cristiana si arriva insieme, aiutandoci l'un l'altro, così Dio ha disposto nella sua imperscrutabile Provvidenza, donde una istituzione universale, che dobbiamo imparare a conoscere a fondo, ad amare, sia pure nel mistero che l'avvolge: "Credo la Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica…".

La Chiesa è quel "Noi" in cui siamo come immersi, al di fuori di essa il nostro io è come smarrito.

Ciò non esclude una dimensione personale e soggettiva della fede, ma il sentirci un Noi nella Chiesa ci aiuta e ci sostiene.

Il Papa, i Vescovi, la gerarchia, le istituzioni comunitarie, spesso più ancora persone semplici e povere, la nostra mamma con il suo esempio, ci aiutano a capire che cosa sia l'essere fedeli cristiani.

Tutto questo perché è lo Spirito di Cristo che anima questo Noi collettivo, dove ciascuno con la propria esperienza aiuta l'esperienza degli altri, con il suo amore arricchisce l'amore degli altri, con il suo camminare sostiene il camminare degli altri.

Can. Valerio Andriano ( estratto da una sua lezione )

( Continua )


1 "Porta fidei", n. 9.

2 L'Anno della fede, Ed. Paoline, Milano, 2012, pag. 6.

3 Assemblea dei Vescovi Americani a Puebla.

4 Cfr. enciclica " Centesimus annus".

5 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 7.