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Morto per i peccatori

Su Gesù, che agli uomini ha offerto la misericordiosa giustizia di Dio, viene pronunciata un'ingiusta condanna, e la sua sorte ultima è in tutto simile alla fine dei malfattori.

Benché i suoi giudici, Pilato ed Erode, non abbiano trovato in lui nessuna colpa, viene decretata per lui l'infamante pena della crocifissione.

La folla, addirittura, a Gesù preferisce Barabba, un ribelle omicida e violento ( Lc 23,13-25 ).

Viene condotto alla morte assieme a due malfattori.

Nel momento definitivo della sua vita, egli appare come il Giusto che si è reso solidale con i peccatori.

Colui nel quale non poteva essere trovata iniquità alcuna si è caricato delle nostre iniquità e ne ha portato il peso, fino a rimanere schiacciato in una morte tremenda ( Is 53,1-6 ).

Colui nel quale non c'era peccato ha assunto liberamente la sorte dolorosa del peccatore su di sé, facendo di essa l'espressione dell'amore e dell'obbedienza e aprendo così agli uomini la via della riconciliazione e della comunione filiale con Dio.

Proprio mentre il male lo colpisce con violenza inaudita, Gesù porta a compimento, nella sua persona, quanto aveva proclamato: " Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato " ( Gv 14,31 ).

Con uno sguardo intenso di amore egli perdona Pietro, che lo ha rinnegato ( Lc 22,54-62 ).

Al ladrone pentito, che lo supplica, promette il suo regno ( Lc 23,39-43 ).

Il senso ultimo della sua morte si rivela veramente come un dono di salvezza: egli è morto per i peccatori.

La sua vita è stata offerta a Dio per la liberazione e la riconciliazione di tutti.

Questo significato Gesù lo aveva espresso, e anticipatamente realizzato, nella cena di addio, quando nel pane spezzato aveva indicato il suo corpo dato per noi e nel calice il suo sangue versato come alleanza per un'umanità riconciliata ( Lc 22,19-20 ).

Nella sua morte Gesù si rivela e si realizza come colui che, affidandosi totalmente al Padre suo, si apre in pienezza all'amore degli uomini, a cominciare dai suoi stessi nemici.

In questa morte il comandamento di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze e di amare il prossimo come se stessi è portato a realizzazione piena: Gesù morendo può dire che "tutto è compiuto" ( Gv 19,30 ).

G. B. Tiepolo, La Crocifissione

" Padre, perdonali "

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.

Gesù diceva: "Padre, perdona li, perché non sanno quello che fanno" …

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Noti sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!".

Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena?

Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male".

E aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".

Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fitto alle tre del pomeriggio.

Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.

Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito".

Detto questo spirò. ( Lc 23,33-34.39-46 )

C. Mattioli, Crocifisso

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