La dimensione contemplativa della vita  

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Proposta e rispondenza

Programmare e verificare.

Aggiungo un'ultima indicazione, che è di metodo, ma che ritengo importante, se vogliamo seriamente camminare per questa strada.

Bisogna che nei vari ambiti sopra menzionati ( in particolare nelle parrocchie e nei consigli pastorali, nei decanati, nelle comunità e nei gruppi ) ci si impegni durante il mese di ottobre a rispondere alle domande seguenti, o simili.

Qual è la nostra situazione rispetto a questa proposta?

Che cosa si potrebbe programmare per far crescere la consapevolezza e per favorire l'educazione alla preghiera?

Quali strumenti usare, quali iniziative proporre, quali « segni » concreti suscitare?

Periodicamente, e soprattutto in Avvento e Quaresima, sarà importante operare una verifica di quanto si è fatto e aggiornare il programma a partire dall'esperienza.

Da parte mia chiederò ai vicari episcopali di zona di tenermi informato sulle iniziative più interessanti e stimolanti, che potranno anche essere comunicate ad altri.

Il Signore ci aiuti così ad aprirci sempre più alla sua parola di salvezza.

Ho scritto queste cose con la convinzione che la realtà più importante a cui la preghiera ci deve orientare è la carità.

Questa è la mèta finale a cui siamo chiamati.

Su questo punto, che mi sta tanto a cuore, cioè sul come la nostra Chiesa deve vivere la carità verso tutti, dovremo un giorno fermarci più a lungo.

Ma mi è sembrato che in questo primo dialogo prolungato con gli uomini e le donne di questa nostra diocesi fosse necessario insistere sulle radici personali profonde di ogni nostro fare, di ogni nostro servizio alla gente e specialmente ai più poveri.

La preghiera, come la carità, è un dono dall'alto.

Essa ci mette a servizio di una società più giusta.

Ci fa vedere il mondo con gli occhi di Dio.

Da un dono come questo possono nascere tante cose.

Per intercessione di Maria, modello di preghiera silenziosa, invoco questo dono su di me e su tutti voi.

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