Matrimonio e famiglia oggi in Italia

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Parte I - Il matrimonio

7. - L'amore, valore tipico del matrimonio.

L'amore coniugale, per sua intima esigenza e struttura, tende al dono totale, esclusivo e perenne di se stesso all'altro coniuge e si traduce nell'irrevocabile consenso personale col quale si stabilisce l'intima comunità di vita e di amore propria del matrimonio ( Cfr. Gen 2,22-24; Gaudium et spes nn. 48-49; Humanae vitae n. 8 ).

L'amore deve trovarsi all'origine del matrimonio, nella libera scelta dei nubendi che impegna la loro persona e il loro destino.

Il matrimonio non è l'inganno della natura, o il frutto del caso, o il prodotto di inconscie forze naturali.

Non ci si sposa soltanto per accasarsi, o per realizzare uno status sociale ed economico, o per legittimare di fronte alla società l'esercizio del sesso.

L'amore è e deve costituire la forza e il clima dell'intera vita coniugale.

Tanto più si approfondisce, tanto più diventa amore oblativo, fedele e continuamente rinnovato.

Il matrimonio, come ogni altro stato di vita, non dev'essere inteso come una realtà statica.

Ogni giorno esso va rinnovato nella libera e responsabile effusione dell'amore.

I coniugi, amandosi, non costituiscono una sommadi individui ma una comunione di esseri personali, nella quale l'uomo e la dorma realizzano il libero e mutuo dono di se stessi, si educano vicendevolmente e crescono insieme in umanità.

Nella natura dell'amore esiste una tendenza all'incondizionato, che permette di intuire nel mistero dell'amore umano il mistero dell'amore divino.

Dio è il principio di ogni amore, anche diquello coniugale.

Il matrimonio, ha scritto Paolo VI, è ''una sapiente istituzione del Creatore per realizzare nell'umanità il suo disegno d'amore" ( Humanae vitae n. 8 ).

L'amore coniugale, quale èspressione della totalità della persona, è al tempo stesso sensibile e spirituale; si effonde nella tenerezza e nell 'intima unione fisica, ma non è mera attrattiva erotica; è fedele ed esclusivo; impegna l'uomo e la donna nel loro essere profondo, quasi li costruisce ogni, giorno, e in loro costruisce la società ( Cfr. Sir 26,1-4 ).

8. - Il Sacramento del matrimonio.

La Chiesa crede e insegna che il matrimonio è un sacramento ( Concilio di Trento, s. 24, can. 1 ).

Esso cioè eleva e fa partecipare i coniugi a un ordine di realta e di valori, che è quello stesso dell'intima vita di Dio.

Dio è amore ( 1 Gv 4,8 ).

E l'amore coniugale, accolto e riconosciuto dalla Chiesa, alla quale il Signore ha affidato, i sacramenti, diventa mezzo di unione a Dio e segno efficace dell'amore di Dio.

Nella, realtà sacramentale, i coniugi amandosi e amando i figli, amano Dio e testimoniano e diffondono l'amore di Dio per gli uomini.

L'amore coniugale, destinato nel matrimonio alla vera e perfetta attuazione, risulta così "segno" e "immagine" di un amore più alto, anzi dell'amore più alto, quello di Dio per gli uomini, che li chiama all'amore per Lui.

Già nell'insegnamento dell'Antico Testamento, il matrimonio è considerato un'alleanza stipulata con la testimonianza divina, un impegno giurato di fronte a Dio, che non può essere violato senza incorrere nelle sanzioni che garantiscono l'adempimento del patto ( Cfr. Pr 2,17; Mal 2,14 ).

Il fatto dell' "alleanza", il "patto di amore e di fedeltà", il mistero di una "comunione", in cui Dio si dona agli,uomini e gli uomini divengono familiari di Dio, costituiscono il contenuto centrale della rivelazione.

Prearmunciato nella storia di Israele, il "mistero" si è compiuto pienamente in Gesù Cristo.

In Cristo viene a noi rivelato che la fedeltà di Dio all'umanita è assoluta e indefettibile, perchè il Figlio di Dio si è unito per sempre e inscindibilmente, nella natura umana da Lui assunta e per mezzo di essa, all'intera umanità.

La "nuova umanità", realizzata nella Chiesa, nella perenne stabilità della sua appartenenza a Cristo, come di sposa allo Sposo, fa come un tutt'uno con Lui, e in Lui si apre e si unisce a Dio.

La comunione di amore tra Dio e l'umanità raggiunge in Cristo il vertice.

Di essa il matrimonio è un segno rivelatore ed efficace.

È compito di ogni cristiano essere segno dell'amore di Dio nel mondo e renderlo evidente agli uomini.

È compito singolare dei coniugi cristiani essere tale "segno" vivendo con pienezza la loro vocazione.

Unendosi in matrimonio nella comunità ecclesiale, i coniugi cristiani compiono un gesto che porta all'ultima perfezione l'amore umano in quanto "segno" dell'amore tra Dio e l'umanità.

Il loro gesto è "segno efficace", perchè contiene realmente quell'amore e realmente lo comunica agli spisi .

È cioè un sacramento, il "grande mistero" ( Cfr. Ef 5,25-32 ).

Poiché non si può pensare che il vincolo che unisce Gesù Cristo all'intera umanità nella Chiesa possa essere sciolto, il matrimonio cristiano, che è segno e immagine di quel vincolo, rivela il carattere di definitività e di indissolubilità intrinseco in ogni matrimonio.

Per gli sposi cristiani è una missione grande e talora difficile; ma non debbono temere, perchè Cristo rimane con loro.

Come Cristo ha amato la Chiesa, e si è dato per lei, così i coniugi cristiani possono in Cristo amarsi fedelmente, per sempre, con mutua dedizione ( Cfr., Gaudium et spes nn. 48-49 ).

Modellata e ispirata all'amore di Gesù Cristo, la vita coniugale appare una tipica espressione della vita cristiana, cioè una vita di imitazione di Gesù Cristo.

In quanto tale, la vita coniugale risulta essere, una strada di santificazione, sulla quale i doveri di ogni giorno, le gioie, le immancabili difficoltà e sofferenze, gli atti della vita religiosa, tutto insomma, confluisce per formare e far crescere il vero cristiano fino alla maturità spirituale "che attua la pienezza del Cristo" ( Ef 4,13 ).

9. - Il matrimonio nella storia della salvezza.

Tale visione può sembrare una mera idealità, quasi, qualcuno potrebbe dire, un'utopia.

Secondo l'insegnamento della Bibbia, anche per il matrimonio valgono i momenti costitutivi dell'intera esperienza umana: prima il piano meraviglioso di Dio; poi la deviazione e la deformazione del peccato; infine la salvezza nel mistero di Cristo.

Non siamo piu' sotto il dominio del peccato, anche se il peccato ostacola tuttora la nostra adesione a Di.

La forza redentiva del Cristo e l'azione salvifica della Chiesa aiutano i coniugi perchè possano realizzare il misterioso disegno di Dio.

La grazia del matrimonio proviene dalla morte e dalla risurrezione di Cristo.

È una grazia pasquale, la cui fonte perenne si trova nel sacrificio eucaristico.

I coniugi cristiani vedono in questo sacrificio, per se stessi e per i figli, il sacramento di pietà, il segno di unità, il vincolo di amore.

"L'autentico amore coniugale", insegna il Concilio, "è assunto nell'amore divino ed è sostenuto ed arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dall'azione salvifica della Chiesa, perchè i coniugi, in mahiera efficace, siano condotti a Dio e siano aiutati, e rafforzati nello svolgimento della sublime missione di padre e di madre"
( Gaudium et spes n. 48 ).

Accettare Cristo significa accettare la Sua croce; l'esperienza umana testimonia che nel matrimonio le difficoltà non mancano, spesso gravi, talora angosciose ( Cfr. Mt 19,10-11 ).

Nella vita moderna, le difficoltà per alcuni aspetti sono aggravate.

Il logorio dei sentimenti può essere più rapido che nel passato; la comprensione e la reciproca acettazione possono costare di più.

In queste condizioni i cristiani testimoniano la fede nella croce.

Memori dell'esortazione dell'apostolo Paolo, cercheranno sempre la forza della carità: "Rivestitevi come eletti di Dio, santi e amati, di tenera compassione, di benevolenza, di umiltà, di mitezza, di pazienza.

Sopportatevi e perdonatevi a vicenda, se l'uno ha da dolersi dell'altro.

Come il Signore ci ha perdonati, così anche voi perdonate.

Ma soprattutto rivestitevi di amore che è il vincolo della perfezione" ( Col 3,12-14 ).

10. - La procreazione.

L'amore coniugale è per sua natura unitivo e procreativ ( Humanae vitae, n. 12 ).

I gravi problemi, che in proposito vengono sollevati, sono stati oggetto della lettera enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI.

Cogliamo l'occasione per richiamare quanto detto nel documento del Consiglio di presidenza della C.E.I. il 10 settempre 1968.

Insistiamo nel sottolineare che i problemi della procreazione vanno studiati nella visione globale dell'uomo e nel rispetto della legge divina.

Essi esigono un'opera educativa pastorale paziente, prolungata, che investa tutte le manifestazioni della persona.

L'insegnamento del Concilio Vaticano II e del Santo Padre Paolo VI propone un insieme di valori, un orientamento generale della vita, in fondo una scelta di civiltà, che debbono essere lungamente meditati e intimamente assimilati.

Essi debbono stimolare i cristiani a una impostazione più approfondita dei problemi del matrimonio e della famiglia.

Un ricordo particolare, fatto di elogio e di ammirazione, eSprimiamo per quei coniugi che, fiduciosi in Dio e magnanimi verso la vita, con decisione prudente e di comune accordo, accettano una famiglia numerosa
( Cfr. Gaudium et spes n. 50 ).

11. - L'indissolubilità

Il matrimonio, per suo proprio contenuto e per l'insegnamento di Gristo, è indissolubile ( Mt 5,31-32;
Mt 19,3-9; Lc 16,18; Mc 10,2-12; 1 Cor 7,10 e seg; Rm 7,21 ).

Tale caratteristica è propria di ogni matrimonio, e non soltanto del matrimonio sacramento.

Essa è radicata nella natura dell'amore e della comunità coniugale, è richiesta dall'educazione dei figli, è un fattore primario di stabilità della famiglia.

La stessa società civile in Italia riconosce da molti secoli come matrimonio soltanto l'unione fra coniugi che sia nata da un irrevocabile consenso personale.

Sull'indissolubilità del matrimonio si è oggi accesa in Italia una vivace discussione.

Conosciamo le opinioni e i motivi di coloro che vogliono introdurre anche nel nostro ordinamepto giuridico il divorzio.

Siamo profondamente convinti che l'indissolubilità del matrimonio è connaturale all'ordine che meglio garantisce ai coniugi e alla famiglia il raggiungimento dell'interiore pienezza e l'espletamento della loro funzione sociale, soprattutto di quella educativa.

La perennità dell'unione è un valore riconosciuto dalla coscienza profonda dell'umanità, anche nei paesi a regime divorzista.

L'esperienza di quegli stessi paesi insegna però che la suggestione del divorzio offusca e corrode il valore della perennità dell'unione coniugale, indebolisce l'impegno di molti sposi e non aiuta i giovani a prepararsi seriamente ad una autentica donazione personale.

L'indissolubilità è un profondo valore etico; ma non si tratta di un vincolo che si consuma soltanto nell'intimo rapporto fra i coniugi.

È un valore che può e deve essere tradotto anche in un ordinamento giuridico, dal momento che la scelta per un regime o per l'altro di matrimonio riguarda non soltanto la felicità dei singoli, ma la crescita spirituale e civile della famiglia e dell'intera comunità, e dunque il bene comune.

Lo Stato deve riconoscere e favorire ciò che, la coscienza dei cittapini ritiene essenziale alla natura del matrimonio.

Nella concreta situazione italiana riteniamo che la famiglia abbia conservato una fondamentale sanità e che la coscienza popolare sia in maggioranza contraria ad un istituto che, mentre dovrebbe risolvere, alcuni problemi, tutti li aggraverebbe.

Lo dimostra l'esperienza dei paesi divorzisti, della quale è doveroso tenere conto.

Pur consapevoli di certi drammi umani che il regime dell'indissolubilità comporta, riteniamo che più numerosi e gravi sarebbero i mali e i drammi causati dal divorzio.

La via per rispondere ai problemi della famiglia passa attraverso un'adeguata politica familiare, la riforma del diritto di famiglia e il rinnovamento del costume familiare e sociale.

Tutti i cittadini, in modo particolare i cristiani, sono impegnati a dare il proprio contributo
( Cfr. Gaudium et spes n. 52 ).

Siamo convinti che l'elevata e nobile tradizione giuridica del nostro Paese saprà elaborare opportune norme, ad esempio per una più adeguata profilassi sociale del matrimonio per un eventuale approfondimento dei motivi di nullità radicale del matrimonio, per la tutela dei figli illegitttimi, per il ricoscimento giuridico di alcuni interessi morali e patrimoniali, nascenti dalle unioni di fatto senza pregiudicare la tutela, prioritaria e prevalente, della famiglia legittima.

Nel rispetto delle regole che sono proprie di un regime democratico, i cristiani si sentano impegnati a diffondere le loro convinzioni e a cercare; con i mezzi consentiti dalla legge, di attuarle.

È infatti una scelta da risolvere nel rispetto, effettivo e sicuro, della volontà dei cittadini italiani, nel quadro delle garanzie offerte dalla Costituzione repubblcana.28

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28 L'Assemblea dei Vescovi italiani, riunita a Roma il 2-3, settembre 1969, ha fatto propria in maniera unanime e solenne, la Dichiarazione dei Vescovi della Lombardia del Piemonte e delle tre Venezie, rivolta ai fedeli, sul problema del divorzio in Italia.
Tale dichiarazione alla quale avevano già aderito per iscritto alcune Conferenze Episcopali Regionali, viene pubblica assieme al documento "Matrimonio e famiglia oggi in Italia" e deve essere considerata parte integrante di esso.