L'impegno morale del cristiano

Indice

III - In Cristo l'uomo viene liberato dal peccato

9. Cristo ci libera dal peccato

Incontrandosi con Cristo, entrando a far parte del suo mistero di salvezza, l'uomo viene liberato dal male e dal peccato.

Il Signore ha realizzato per tutti questa liberazione.

Ma resta per tutti la libertà di accogliere o respingere il dono di Cristo, come rimane il potere di suggestione e l'inganno che viene dal « maligno », « principe di questo mondo » ( Gv 12,31 ).

Tutti abbiamo bisogno di essere liberati dal peccato.

L'uomo del nostro tempo, pur così orgoglioso delle sue conquiste, se onestamente « guarda dentro al suo cuore, si scopre inclinato al male e immerso in tante miserie ».10

Queste « miserie » si vanno manifestando e moltiplicando ai nostri giorni, con nuove espressioni e dimensioni:

la manipolazione dell'uomo,

il disprezzo della vita,

la crescente immoralità del costume,

la raffinata ostentazione del male nelle sue forme anche più aberranti.

Queste e altre manifestazioni del male non possono non preoccupare la nostra responsabilità pastorale.

10. Il senso del peccato

Si avvertono sintomi di remissività e di sfiducia verso le manifestazioni del male.

Non è semplice scoprirne i motivi.

Fra questi prende oggi evidenza l'attenuazione del senso del peccato.

La stessa catechesi si dimostra talora non chiara ed esplicita di fronte alla realtà del peccato.

« La catechesi sul peccato è tanto più necessaria nel nostro tempo, che non sa riconoscere il significato religioso, o presume di trovare salvezza solo nel progresso tecnico e scientifico, anzichè nella conversione spirituale ».11

Tacere o emarginare il mistero del peccato significa mettersi fuori dalla prospettiva della redenzione, cioè della stessa fede cristiana, che è essenzialmente fede « in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione » ( Rm 4,24-25 ).

Il peccato è una realtà che deturpa l'immagine di Dio impressa nell'uomo dal Creatore e ricreata dall'amore di Dio in Cristo.

È offesa a Dio, e insieme un male consumato a danno dell'uomo;

è rottura con l'autore della vita, e contemporaneamente negazione di se stessi e della propria libertà;

è rifiuto opposto all'offerta salvifica di Dio, ma anche un vuoto scavato nell'essere e nella coscienza dell'uomo.

Se vogliamo capire il senso del peccato nella nostra vita, dobbiamo guardare a Cristo.

Nella luce di lui, che si sottomette alla volontà del Padre e si umilia a servire i fratelli, il peccato è orgoglio;

davanti a lui, che s'impegna fino alla immolazione totale per donarci la salvezza, il peccato è inerzia;

in confronto a lui, parola di verità, il peccato è menzogna.

Nella luce di Cristo, che ha amato tutti gli uomini, donandosi al Padre per pacificarli con lui e tra di loro, il peccato è mancanza d'amore.

11. La libertà del cristiano

La configurazione a Cristo, cioè la comunione di pensiero e di vita con lui, è per l'uomo una forza di autentica liberazione.

Lo « redime » infatti: spezza cioè i vincoli che lo rendono schiavo del male e lo fa « nascere di nuovo » ( cfr. Gv 3,3ss ).

Il cristiano, come « uomo nuovo », è chiamato alla libertà.

Sensibile ai valori umani e specialmente al valore della libertà, l'uomo d'oggi può dunque trovare nel cristianesimo la risposta alla ricerca.

Soltanto deve convincersi che la piena difesa e il pieno esercizio della libertà stanno nella scelta, con cui l'uomo aderisce a Dio in Cristo.

È questa adesione profonda che lo libera dalla schiavitù del peccato e da ogni altro condizionamento.

San Paolo afferma: « Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi » ( Gal 5,1 ).

È libertà nello Spirito, perché Egli, vivificando la legge, ne fa superare l'ossequio esteriore e formale, per arrivare a una adesione interiore e personale.

La libertà cristiana, dunque, non è sinonimo di arbitrio e di licenza: essa rafforza l'impegno morale, riportandolo alla sua radice.

La filiale risposta alla legge di Dio non è mai vincolo mortificante, ma è sorgente di verità e di bene.

Chi invece prende a pretesto la libertà per coprire la malizia del cuore e delle azioni, offende Dio e al tempo stesso tradisce la vera libertà ( cfr. Gal 5,13 ).

La libertà cristiana si armonizza dunque con la volontà di Dio.

« E questa esperienza dell'armonia fra la beata libertà, ottenutaci da Cristo, e la gioia della fedeltà all'ordine voluto da lui, è fra le più belle e originali e irrinunciabili della nostra elezione cristiana ».12

12. La conversione del cristiano

Non si è veramente liberi in senso cristiano, se non quando ci si converte dalla morte del peccato alla vita della grazia.

La « conversione », mutamento radicale che fa nascere l'« uomo nuovo» e lo fa crescere verso « la statura perfetta » di Cristo, dura, nella sua tensione più profonda, quanto dura il nostro terreno pellegrinaggio.

È la condizione spirituale del cristiano.

Infatti, nonostante lo sforzo sincero di vivere come « nuove creature », in realtà « tutti manchiamo in molte cose » ( Gc 3,2 ), e tutti abbiamo continuamente bisogno della misericordia di Dio e dobbiamo ogni giorno pregare: « rimetti a noi i nostri debiti » ( Mt 6,12 ).

Convertirsi è riconoscersi peccatori, chiedere perdono a Dio, entrando in rapporto d'amore con Cristo e, attraverso lui, col Padre nello Spirito Santo.

È questo incontro che fonda l'impegno morale, come sforzo generoso di comunione con Dio.

Per una vera e continua conversione vogliamo ricordare la forza della parola di Dio.

Per conoscere infatti ciò che Dio vuole da noi, dobbiamo accostarci con fede alla sua parola, luce per l'intelligenza e stimolo per la volontà.

« Chi, mosso dallo Spirito, si fa attento e docile alla parola di Dio, segue un itinerario di conversione a lui, di abbandono alla sua volontà, di vita nuova nel mondo ».13

Inoltre gli esercizi spirituali, i ritiri spirituali e altri momenti di silenzio e di preghiera, sono mezzi efficacissimi coi quali il cristiano rientra in se stesso, ritrova il Signore, rinnova la fiducia nel cammino verso la santità.

13. Il sacramento della Penitenza

Sempre in ordine alla conversione, la misericordia del Padre ha affidato alla Chiesa un particolare strumento di riconciliazione, di grazia e di vigore spirituale: il sacramento della Penitenza.

Vivace e per molti aspetti positiva è la problematica esistente in Italia intorno alla Penitenza.

Nella ricerca teologico-pastorale relativa a questo sacramento, pur tra non poche incertezze, vanno emergendo orientamenti validi: l'accento più vivo sulla dimensione comunitaria del peccato e della riconciliazione sacramentale, sulla conversione interiore quale traguardo primario della Penitenza, sulle celebrazioni penitenziali come efficace preparazione alla confessione e all'assoluzione.

Si deve tuttavia rilevare che l'accesso alla confessione sacramentale, soprattutto da parte dei giovani e degli adolescenti, si va facendo più raro.

E maggiormente addolora che la gravità di questo fenomeno sembra non avvertita anche da educatori cristiani, sacerdoti compresi.

Tutto quello che appare utile, sotto il profilo pastorale, per l'approfondimento del valore della Penitenza deve essere tentato dai pastori d'anime; ma è pure necessario ricordare alcune verità.

14. L'amore di Dio ci aspetta al sacramento della Penitenza per liberarci dalla più grave delle schiavitù, quella del peccato.

La Penitenza ha inoltre grande valore per formare e irrobustire la coscienza dei cristiani.

Infatti è stimolo a una severa disciplina morale, è momento privilegiato per una coraggiosa revisione di vita e soprattutto per una autentica conversione.

Esortiamo soprattutto i giovani a ritornarvi con frequenza e fiducia, se vogliono crescere nel ritmo di una robusta e armoniosa personalità umana e cristiana.

I sacerdoti, unendosi « alle intenzioni e alla carità di Cristo »,14 seguano l'esempio di tanti confessori, che si sono dedicati e si dedicano con soprannaturale zelo a questo grande ministero.

Non si stanchino poi di incoraggiare vivamente i fedeli, « a sottomettere con cuore contrito i propri peccati alla Chiesa nel sacramento della Penitenza, per potersi così convertire ogni giorno di più al Signore ».15

Indice

10 Gaudium et spes, 13
11 Il rinnovamento della catechesi, 93
12 Paolo VI, 5 maggio 1971
13 Il rinnovamento della catechesi, 17
14 Presbyterorum ordinis, 13
15 Presbyterorum ordinis, 5