Comunità e l'accoglienza della vita umana nascente  

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Conclusione

La gloria di Dio è l'uomo che vive

53. - Il mondo oggi attende dai cristiani un nuovo impegno a favore della vita nascente, che traduca nelle opere concrete, individuali e comunitarie, l'annuncio evangelico dell'intangibile valore della vita di ogni uomo che viene in questo mondo.

Questo impegno sarà tanto più efficace quanto più si inserirà in un'opera allargata alla difesa e alla promozione della vita umana ovunque e comunque venga minacciata e mortificata,

dalle condizioni disumane di lavoro e di abitazione

alla tortura e

lla pena di morte,

dalla emarginazione dei minorati fisici e psichici

alla violenza fisica e morale e

ai sequestri di persona, ecc. ( Cfr. Gaudium et spes, n. 27 ).

54. - Nell'assolvere le sue responsabilità, la comunità ecclesiale ripone la sua fiducia in Dio, autore e amante di ogni vita15 e nell'uomo stesso: creato a immagine e somiglianza di Dio, l'uomo è scosso da una segreta e inestinguibile sete

di vita,

di giustizia,

di amore autentico,

di onestà e

di rinnovamento morale.

La nostra storia però registra anche la cattiveria del cuore umano, la permissività del costume sociale, l'iniquità delle legislazioni abortiste, la tristissima realtà di vite innocenti che non vedranno mai la luce del sole e il sorriso dei fratelli e non saranno rigenerate nell'acqua e nello Spirito.

Ma anche quest'uomo, in cui l'immagine divina è gravemente deformata, è chiamato a salvezza, può accogliere da Dio il dono della conversione, può essere richiamato ai valori fondamentali della esistenza dagli stessi disastri compiuti con le sue mani.

Con questa fiducia in Dio e nell'uomo, il cristiano rinnoverà il suo impegno di servire e di accogliere la vita umana nascente, convinto di collaborare con Dio e di glorificarlo nell'opera delle sue mani, perché « la gloria di Dio è l'uomo che vive».16

Roma, 8 dicembre. Solennità dell'Immacolata Concezione della B. V. Maria.

Il Consiglio Episcopale Permanente

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15 « Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita »
( Sap 11,24-26 ).
16 Ireneo, Adv. haer. IV, 20, 7.