La Scuola Cattolica, oggi, in Italia

Indice

6. La Scuole Cattolica e la comunità civile

77. - A motivo del servizio che è impegnata a rendere per la formazione di cittadini liberi, onesti e consapevoli, la Scuola Cattolica si sente ed è pienamente inserita nel contesto sociale e civile del Paese e nel sistema integrale e integrato di diritti e doveri che costituisce l'ordinamento giuridico italiano, esplicitamente riaffermato nella vigente Costituzione.

La Chiesa italiana ritiene perciò di dover riconfermare da una parte la disponibilità della Scuola Cattolica ad essere fattore di sviluppo dell'intero sistema scolastico italiano; e dall'altra, la necessità che i cattolici si pongano davanti ai non facili problemi e alle prospettive che si presentano a tale sistema come cittadini di questa Repubblica, senza rivendicare alcun privilegio se non i propri diritti costituzionali, ma pronti a costruire le condizioni perché vengano effettivamente attuati i diritti di tutti.

78. Scuola Cattolica e sistema scolastico italiano

La Scuola Cattolica contribuisce con le sue strutture, le sue disponibilità culturali, materiali e umane, con la sua specifica soggettività, a formare quel sistema integrato di servizio scolastico, in cui le strutture predisposte dai pubblici poteri e quelle istituite e/o gestite da soggetti diversi si integrano e si coordinano nell'unico fine comune cli garantire alle nuove generazioni il necessario grado di istruzione e alle famiglie il supporto per la loro missione educativa, in spirito di servizio e senza alcuna finalità di lucro.

Le risposte ai problemi posti dal concreto sviluppo del sistema integrato di servizio scolastico vanno ricercate tenendo conto della avvenuta transizione, nel nostro Paese, dalla scuola intesa come scuola delle élites, alla scuola di massa, tendenzialmente aperta a tutti.

Non è possibile d'altronde affrontare le tematiche relative alla presenza della Scuola Cattolica nella comunità civile, senza prendere atto del pluralismo sociale e culturale che caratterizza questa nostra epoca, e che può costituire una feconda categoria interpretativa e costruttiva del sistema scolastico italiano.

Né mancano segni - non soltanto formali - della volontà anche del legislatore italiano di superare incomprensioni, concorrenzialità, contrasti tra la scuola di Stato e quella non di Stato.34

79. - La Scuola Cattolica dimostra in questi ultimi anni, oltre che l'aderenza costante alla tradizionale serietà, una rimarchevole vivacità di immaginazione, sviluppando nuove forme di gestione partecipata e di strutture associative.

La corresponsabilizzazione più ampia delle famiglie nel governo stesso della scuola ( fatta naturalmente salva l'ispirazione cristiana e garantito il carisma specifico delle diverse congregazioni ed ordini religiosi che hanno dato vita a istituti scolastici ed educativi ), e la utilizzazione dello schema e dello spirito cooperativistico per costituire strutture scolastiche a conduzione partecipata, sono tra i segni più rilevanti del processo di comprensione che la Scuola Cattolica sta dimostrando di compiere nei confronti dei principi e delle categorie dell'ordinamento giuridico italiano.

In particolare la forma cooperativistica, caratterizzata come è dalla socialità, dalla mutualità, dall'assenza di fini di speculazione privata,35 appare assai idonea - garantita ovviamente la continuità dell'ispirazione cristiana - a ridare vitalità e vivacità sia a strutture scolastiche antiche, sia a nuove iniziative che sorgono in risposta al bisogno educativo e alla domanda di libertà di educazione sempre più diffusa nel nostro Paese, e non solo tra i cattolici.

80. Libera istituzione per un responsabile servizio

Questi fatti sociali di decentramento, di partecipazione, di corresponsabilizzazione attiva rivelano una matura attenzione alle realtà e alle esigenze culturali del territorio, una sana capacità di autonoma iniziativa, una confortante disponibilità al servizio, e segnano un « riorientamento » - e per così dire « dal basso » e in senso popolare - dello sviluppo sociale.

Non si può che valutare positivamente questa rinnovata offerta scolastica ed educativa da parte della comunità cristiana a tutta la comunità del Paese, e incoraggiare la presa di coscienza d'esser servizio scolastico a pieno diritto e a pieni doveri, nel rispetto della legislazione e, anzi, nello sviluppo di tutte le sue possibilità.

Di queste nuove prospettive vanno prendendo coscienza le stesse organizzazioni sindacali e numerose altre forze sociali, attraverso il riconoscimento della specificità e piena legittimità della Scuola Cattolica e della sua funzione sociale, mentre gli stessi organi costituzionali dello Stato - specie i Tribunali amministrativi regionali - stanno esprimendo una giurisprudenza di stampo paritario.

Accanto a queste linee positive di tendenza, non si può tuttavia tacere del persistere di discriminazioni contrarie al buon senso oltre che alle leggi, ai tradizionali principi di tolleranza e di pluralismo caratteristici dell'ordinamento giuridico italiano e alla stessa Costituzione.

81. - Nello Stato sociale, partecipativo, fondato sui principi del personalismo, del pluralismo, dell'uguaglianza e della giustizia sociale, quale è quello delineato dalla vigente Costituzione italiana, è compito dei pubblici poteri rimuovere gli ostacoli che si oppongono al pieno sviluppo della persona umana e dei suoi diritti, sia come singolo sia nelle sue storiche formazioni sociali.36

Ribadiamo, al riguardo, il valore e l'attualità del principio di sussidiarietà, insistentemente proclamato dal Magistero della Chiesa.37

Nello specifico campo scolastico tale principio si traduce nel riconoscimento e nell'impegno di promozione e tutela

del diritto all'educazione ( sia a ricevere adeguate prestazioni educative, sia a liberamente prestarle );

del diritto alla istituzione scolastica ( sia a scegliere l'istituzione scolastica che si ritiene più idonea, sia a concretamente istituire scuole );

del diritto alla prosecuzione degli studi fino ai loro più alti gradi.

Titolari di tali diritti sono rispettivamente il singolo cittadino e la sua famiglia; tutti i cittadini, singoli o aggregati; ancora il singolo cittadino, a prescindere dal luogo concreto in cui intenda realizzare il suo diritto.

In questo contesto, la Scuola Cattolica si pone come scuola autenticamente pubblica, cioè volta ad offrire a tutti i cittadini e alle loro famiglie la realizzazione ritenuta più idonea dell'originario diritto a ricevere adeguate prestazioni educative, a liberamente scegliere il luogo e il contesto culturale in cui rendere effettivo il loro diritto allo studio.

Questa caratterizzazione di servizio pubblico - pur nel rigoroso rispetto della propria identità culturale - conferisce alla Scuola Cattolica anche una connotazione sociale, che esclude ogni scopo di lucro.

82. - In particolare, la titolarita da parte del cittadino - e non della istituzione scolastica - del diritto allo studio,38 e la titolarità da parte delle famiglie - e non dello Stato - del diritto ad impartire la educazione che si ritiene più idonea,39 indicano alcuni precisi criteri per la promozione del sistema integrato di servizio scolastico.

Se il diritto allo studio è un diritto della persona, l'erogazione dei contributi pubblici atti a rendere effettivo tale diritto è dovuta al cittadino in quanto tale, indipendentemente dalla situazione giuridica della scuola che egli di fatto frequenta.

Alla stessa maniera, l'erogazione dei contributi pubblici atti a migliorare la qualità del servizio prestato dalle scuole, a fronte della domanda di istruzione, avverrà in ragione del numero e delle fasce degli allievi della scuola, e non in ragione della situazione giuridica o, peggio, dell'appartenenza patrimoniale della scuola stessa.

I rapporti giuridici relativi al diritto allo studio ( borse di studio, assegni alle famiglie e tutte le altre provvidenze ugualmente previste dalla legislazione regionale in tema ) sono infatti indipendenti dai rapporti relativi alla libertà di educazione ( la scelta della scuola dove concretamente esercitare il diritto allo studio ); così pure i rapporti giuridici relativi al diritto allo studio sono indipendenti dai rapporti tra pubblica amministrazione e istituzione scolastica, relativamente alla gestione di quest'ultima.

Di qui, la possibilità di pensare ad un servizio educativo integrato; e insieme l'importanza di separare le questioni che riguardano il finanziamento del diritto all'educazione e allo studio, da quelle che riguardano il finanziamento del diritto di istituire scuole.

83. - Tale diritto di libera istituzione scolastica trova la sua radice nell'« obbligo gravissimo » che hanno i genitori « di educare la prole », obbligo che si fa « dovere e diritto primario ed irrinunciabile.40

Questo obbligo morale trova un suo esplicito riconoscimento anche nella Costituzione, art. 30 comma primo, là dove si affenna che « è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli ».

Inequivocabilmente vi si individuano come titolari esclusivi del diritto di scelta educativa i genitori e più complessivamente la famiglia, singola o aggregata in comunità storiche, territoriali, culturali.

Cosicché il fine ultimo d'ogni istituzione scolastica è di porsi come scuola delle famiglie e delle comunità, al servizio della crescita culturale e sociale dei cittadini.

La famiglia - che ha un ruolo decisivo, non solo materiale, ma anche di indirizzo, garanzia, solidarietà, gestione sociale degli indirizzi educativi e della concreta gestione della scuola - assume così il ruolo pregnante non solo di utente, ma anche di autentico committente del servizio.

84. Concreti impegni di servizio e di collaborazione

La Scuola Cattolica si deve porre in prima linea nel sostegno della dinamica del servizio scolastico così come abbozzata nei numeri precedenti.

E ciò non solo come richiesta di adempimento dei dettati costituzionali e legislativi, quanto piuttosto per assicurare la piena disponibilità della Scuola Cattolica alle forme di governo, gestione, coordinamento, sperimentazione e studio del sistema scolastico integrato, per recarvi l'apporto della propria specifica ispirazione, per cogliere gli stimoli propositivi, per testimoniarvi una presenza originale e significativa.

85. - Se, infatti, la scuola si pone come scuola delle famiglie e delle comunità, e se l'assetto normativo non solo consente ma addirittura stimola le famiglie a coinvolgersi sempre più nella scuola, allora si pongono le condizioni reali per un'effettiva libertà di educazione, dove« i genitori possano scegliere le scuole per i propri figli in piena libertà, secondo la loro coscienza »,41 e possano liberamente adempiere - anche in forza di interventi pubblici42 - ai loro fondamentali doveri educativi.

La comunità educante aspirerà a una sempre maggiore partecipazione e incidenza negli organi collegiali e negli organi territoriali per la gestione sociale della scuola, a un sempre maggiore coinvolgimento nelle decisioni relative al sistema scolastico nel suo complesso, a una sempre maggiore corresponsabilizzazione nei momenti qualificanti dell'indirizzo e della gestione scolastica.

È auspicabile che ciò avvenga, sia nel senso di una più piena ed effettiva apertura alla partecipazione nella Scuola Cattolica ( organi collegiali, frequenti rapporti tra le diverse componenti, forme di associazione e corresponsabilizzazione dei genitori al governo e alla gestione della scuola ); sia nel senso di una piena adesione da parte della Scuola Cattolica al sistema della partecipazione, attraverso la valorizzazione della sua presenza e della sua rappresentanza negli organi territoriali per la gestione sociale della scuola e attraverso il riconoscimento più attento e sollecito da parte dell'amministrazione statale centrale e periferica del contributo che la Scuola Cattolica può e deve dare nel campo della sperimentazione, dell'aggiornamento culturale e metodologico, della programmazione territoriale, ecc.

86. - Impegnati ad « essere agenti positivi di cambiamento in una società in continua trasformazione »43 e mossi da una costante attenzione all'ambiente socio-culturale, economico e politico della scuola e da un « atteggiamento di socialità verso … l'intera comunità umana »,44 di cui sono pienamente ed effettivamente parte, i cattolici si impegnano a fare della Scuola Cattolica un ente promotore di cultura e non - se mai lo è stato - un ente erogatore di istruzione neutra ».

Convinti che la « scuola neutra » in pratica non esiste,45 e che qualsiasi esperienza educativa deve radicarsi in una cultura, nella quale si esprime l'integralità dell'uomo fatto per la verità,46 i cattolici italiani considerano la Scuola Cattolica come parte integrante del patrimonio culturale del nostro Paese, radicata come è - il più delle volte - nel territorio e nella ricca storia della cultura e delle tradizioni locali e nazionali; espressione viva di quella « comunità che possiede una storia che sorpassa la storia dell'individuo e della famiglia » e che produce una cultura in cui si manifesta la « sovranità fondamentale della società »47 sullo Stato e più generalmente sulle istituzioni.

In questa prospettiva si auspica vivamente che la Scuola Cattolica si faccia operosamente strumento promotore di cultura, di formazione permanente e ricorrente, mettendo con generosità e spirito di servizio le proprie risorse ( umane e strumentali, librarie e ambientali ) a disposizione, instaurando con gli enti locali gli opportuni collegamenti e le opportune convenzioni, specialmente per il recupero, la valorizzazione e la salvaguardia delle culture e delle tradizioni locali, nella consapevolezza che l'uomo non può vivere il presente e progettare il futuro quando perde la propria identità sradicandosi dal proprio passato.

87. - La Scuola Cattolica non assicurerà la sua presenza nel territorio soltanto attraverso il dialogo e la collaborazione attiva con gli enti locali, ma anche con le scuole di Stato, mediante il confronto delle sperimentazioni in atto e delle ipotesi di sperimentazioni future, in vista di sempre proficue collaborazioni e doverosi coordinamenti, pur nel rispetto dell'identita e dei ritmi di vita delle diverse scuole.

Si potrà insieme ottenere un'attiva partecipazione e collaborazione alla formazione, attuazione, controllo sociale della programmazione scolastica territoriale, ed anche l'offerta d'incontri tra le diverse componenti delle comunità scolastiche per iniziative comuni ( sportive, culturali, ricreative, con tematiche specificamente scolastiche, ecc. ).

In particolare si potranno realizzare:

per i docenti, iniziative comuni di aggiornamento e tutela della professionalità;

per i genitori, occasioni di confronto e di iniziativa comune su temi di particolare rilievo ( bacini di utenza, utilizzazione delle strutture, scelta dei libri di testo, attrezzature, ecc. );

per gli alunni, momenti di incontro, di cultura, di festa, di sport, ecc.

88. - Per la vita propria della Scuola Cattolica, poi, momento propositivo particolarmente qualificante il suo progetto educativo potrà essere, oltre alla sperimentazione, l'esplicazione dell'autonomia didattica dei docenti e degli interi complessi scolastici, come ricerca e realizzazione di innovazioni sul piano sia didattico-metodologico sia degli ordinamenti e delle strutture esistenti,48 e in modo speciale la programmazione originale di attività integrative, anche a carattere interdisciplinare e serie esperienze di tempo pieno.49

A questo proposito, si domanda che le pubbliche amministrazioni estendano anche alla Scuola Cattolica, ai suoi docenti, alle famiglie e agli alunni, la piena informazione circa la vita e le attività della scuola nel nostro Paese, e circa tutta la produzione amministrativa e regolamentare delle stesse pubbliche amministrazioni.

Si auspica, in particolare, per gli alunni e i docenti della Scuola Cattolica, la piena equiparazione agli alunni e docenti delle scuole di Stato in ordine alla partecipazione alle iniziative culturali e di aggiornamento, e un coinvolgimento più attento della stessa Scuola Cattolica nelle attività degli IRRSAE, perché possa dare l'apporto originale della propria identità culturale.

89. Senza privilegi, verso una reale parità

È ormai maturo il tempo che nel nostro Paese prevalga, sulla concezione monopolistica e statalistica della scuola, il principio dell'utilizzazione di tutte le proposte educative secondo la categoria della reale parità, per giungere ad un'adeguata legislazione in materia, anche tenendo conto della recente legislazione regionale in tema di diritto allo studio.

È importante per questo, che - secondo lo spirito e la lettera della Costituzione italiana - si abbandoni finalmente la logica dei sussidi discrezionali e d'una certa visione totalizzante e assistenzialistica delle attività scolastiche nei riguardi dei cittadini, per assicurare loro con una legge paritaria piena uguaglianza e libertà, cosicché lo stesso trattamento sia garantito agli alunni che frequentano le scuole non di Stato come a quelli che frequentano le scuole di Stato.

90. - Preme comunque alla Chiesa italiana riaffermare che la Scuola Cattolica rifiuta ogni volontà concorrenziale nei confronti dell'istruzione statale, mentre chiede con la stessa determinazione che sia abbandonata nei suoi riguardi la concezione tendente a considerare la sua presenza e la sua funzione nella società civile come pura supplenza.

In verità, il doveroso ed effettivo riconoscimento pubblico della presenza e dell'apporto della Scuola Cattolica, nel pluralismo culturale e scolastico italiano. diventa esperienza di maturazione della stessa coscienza civile, proprio perché essa non difende privilegi ma promuove diritti umani più ampi e universali, educa all'uso corretto dei mezzi democratici, forma i cittadini a scelte di libertà e di reale promozione umana e sociale nel nostro Paese.

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34 Concetti come « rispetto della coscienza morale e civile degli alunni » e « diritto … al pieno e libero sviluppo della loro personalità » ( Legge 30 luglio 1973, n. 477, art. 4, n. 1 ); impegni come « assicurare il pieno rispetto della molteplicità degli indirizzi educativi » ( Legge 21 dicembre 1978, n. 845, Legge quadro in materia di formazione professionale, art. 7 ); principi come quello della piena utilizzazione di tutte le strutture e di tutte le risorse umane e strumentali esistenti sul territorio … paiono essere entrati stabilmente nella legislazione italiana in tema di servizio scolastico.
Si richiamano infatti: la legislazione delegata del 1974, specialmente in materia di partecipazione e di sperimentazione ( D.P.R. 31 maggio 1974, n. 416; D.P.R. 31 maggio 1974, n. 419 ); la nuova normativa regionale in materia di diritto allo studio, in attuazione della norma quadro dell'art. 42 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 ( a le funzioni amministrative relative alla materia assistenza scolastica concernono tutte le strutture, i servizi e le attività destinate a facilitare mediante erogazioni e provvidenze in denaro o mediante servizi individuali o collettivi, a favore degli alunni di istituzioni scolastiche pubbliche o private, anche se adulti, l'assolvimento dell'obbligo scolastico, nonché, per gli studenti capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi, la prosecuzione degli studi » ); la già citata legge-quadro sulla formazione professionale; la sempre più diffusa e stabilizzata pratica delle convenzioni tra enti pubblici e scuole non di Stato per garantire il servizio scolastico …
35 Cfr. Costituzione della Repubblica Italiana art. 45
36 Cfr. Costituzione della Repubblica Italiana, artt. 2 e 3
37 Cfr. Pio XI , Quadragesimo anno;
cfr. anche Pio XII, Summi Pontificatus, 20 ottobre 1939;
Giovanni XXIII, Mater et magistra, n. 40; n. 52;
Pacem in terris, n. 74;
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 75;
Paolo VI, Octogesima adveniens, n. 46
38 Cfr. Costituzione della R. I. art. 34
39 Cfr. Costituzione della R. I. art. 30
40 Gravissirnurn educationis, n. 3 e n. 6
41 Gravissimum educationis, n. 6
42 Cfr. Costituzione della R. I. art. 31
43 Il laico cattolico.., doc. cit., n. 30
44 Il laico cattolico, doc. cit., n. 35 e n. 43
45 Cfr. ivi, n. 47
46 Cfr. Giovanni Paolo II, Allocuzione all'UNESC0, cit,, nn. 6-8
47 Ivi, n. 14
48 Cfr. D.P.R. 31 maggio 1974, n. 419
49 Cfr. artt. 2 e 7 della Legge 4 agosto 1977, n. 517