La Scuola Cattolica, oggi, in Italia

Indice

5. La Scuola Cattolica e la comunità cristiana

58. - Ogni servizio reso all'evangelizzazione trova la sua autenticità e la sua forza nel costante riferimento alla comunità ecclesiale.27

Anche la Scuola Cattolica dunque deriva il motivo fondamentale della propria identità e della propria esistenza, dall'appartenenza alla Chiesa locale in cui è chiamata a vivere e a servire.

Da questo principio nasce l'esigenza di un duplice e convergente cammino:

la Scuola Cattolica deve pensare se stessa e il proprio compito in una relazione sempre più piena con la Chiesa diocesana;

la diocesi deve sentire e trattare la Scuola Cattolica come una realtà profondamente radicata nella propria trama vitale e nella propria missione verso il mondo.

In altre parole, la Scuola Cattolica potrà vivere e manifestare la propria identità se, superando resistenze e inadempienze reciproche, si avvierà ad essere davvero « scuola della comunità cristiana ».

59. La Chiesa locale e la Scuola Cattolica

Il Vescovo, primo responsabile dell'evangelizzazione, rivolge un'attenta cura pastorale alla Scuola Cattolica, sia essa diocesana, o legata ad Istituti religiosi, o esistente in altre forme.28

Fa parte del suo ministero aiutare queste scuole a mantenersi fedeli alla propria ispirazione e a collocarsi positivamente nella comunione e nella missione della Chiesa locale.

60. - Nello svolgere il suo compito pastorale nei confronti della Scuola Cattolica, il Vescovo può opportunamente avvalersi della collaborazione delle strutture diocesane che, a seconda delle esigenze delle varie Chiese locali, vengono costituite per promuovere il servizio della comunità cristiana al mondo della scuola.

Tra queste strutture assumono particolare rilievo gli Uffici e le Consulte diocesane di pastorale scolastica, che i Vescovi raccomandano quale strumento di coordinamento e di orientamento di tutta l'attività pastorale nel mondo della scuola.29

In questi organismi ( o in strutture analoghe ), infatti, convergono e collaborano tutte le realtà operanti in campo scolastico, e la loro funzione consiste nell'individuare risposte incisive e condivise ai concreti problemi di animazione cristiana della scuola.

Della Consulta diocesana fa parte anche la Scuola Cattolica, con una rappresentanza adeguata alla sua presenza in diocesi, per dare il proprio contributo originale allo studio e alle iniziative della comunità cristiana in relazione ai problemi della pastorale scolastica.

Ove se ne ravvisi l'opportunità e l'utilità, il Vescovo potrà avvalersi della collaborazione di un « Delegato per la pastorale scolastica ».

Questi stabilirà un dialogo permanente con la Scuola Cattolica, favorendone il legame con la diocesi e stimolando la costante verifica della sua identità.

61. - È anche compito degli Uffici e delle Consulte diocesane di pastorale scolastica valorizzare e incrementare gli organismi sorti per coordinare e promuovere la vita delle istituzioni educative cattoliche.

In particolare, va intensificato il dialogo e la collaborazione con la « Federazione Italiana di Attività Educative », la quale tradizionalmente svolge un servizio di promozione dei rapporti ecclesiali e civili della Scuola Cattolica.

Altrettanta attenzione va data alle Federazioni delle Scuole materne e dei Centri di formazione professionale di ispirazione cristiana.

Esse infatti sono validamente impegnate nella qualificazione professionale e nell'animazione pastorale degli istituti associati, ed estendono la loro azione promozionale anche in ambiti aperti ai valori cristiani, ma non dichiaratamente connessi alla comunità ecclesiale.

62. - La Scuola Cattolica si qualifica secondo la sua precisa identità, perché nasce in un riconosciuto contesto istituzionale ecclesiale e perché trasmette una cultura e un'educazione ispirate al Vangelo e al Magistero della Chiesa.

Allo scopo di garantire questa identità, rientra nei compiti del Vescovo la verifica dell'autenticità del servizio prestato, così come viene delineato nel progetto educativo, e della sua applicazione concreta.30

63. - Per quanto riguarda le ipotesi di apertura o chiusura di Scuole Cattoliche, ferma restando la normativa del nuovo Codice di Diritto Canonico e le indicazioni del documento « Mutuae relationes »,31 dovranno essere tenuti presenti i seguenti criteri:

- le decisioni circa l'apertura e chiusura di una Scuola Cattolica non può essere un atto unilaterale dell'istituzione che ne è responsabile, ma deve coinvolgere la valutazione dell'Autorità diocesana, la quale potrà avvalersi anche del parere dell'ufficio e della Consulta di pastorale scolastica ( o di analoghi organismi );

- per quanto concerne in particolare la chiusura di una Scuola Cattolica, è necessario prima esplorare tutte le forme di collaborazione che ne possano garantire la continuità, coinvolgendo, se necessario, la responsabilità diretta della diocesi anche con la costituzione di cooperative, di associazioni o di altre forme opportune di gestione.

64. - Non si può comunque dimenticare che la grande maggioranza delle Scuole Cattoliche è affidata a Famiglie religiose, le quali in quetso campo manifestano la ricchezza di un particolare carisma, dono dello Spirito alla Chiesa e al mondo.

A ciascuna di esse va la gratitudine e l'apprezzamento della Chiesa italiana, nella certezza che il loro secolare servizio, svolto con dedizione e competenza, si aprirà sempre più profondamente a rapporti di comunione e di collaborazione ecclesiale con la comunità diocesana.

Perciò la viva consapevolezza del carattere ecclesiale del loro carisma e l'apertura agli appelli dello Spirito nei « segni dei tempi », potranno condurre i religiosi a ripensare il significato delle opere nelle quali si svolge il loro servizio, o per rinnovarle coraggiosamente, qualora ciò sia richiesto dalle attese della Chiesa e del mondo, o per valutare l'opportunità di animare con il proprio carisma altre istituzioni della comunità diocesana.32

Sarà allora possibile sostenere esperienze in atto e trovare forme anche inedite di collaborazione tra diversi Istituti e tra Istituti religiosi e diocesi, specialmente quando si tratterà di unire le forze per garantire la sopravvivenza di scuole in difficoltà, o di collaborare con la Chiesa locale nella fondazione o gestione di istituzioni, di cui si riconosce il valore e la necessità in un piano pastorale d'insieme.

65. Nuove forme di gestione delle Scuole Cattoliche

Oggi si va diffondendo anche un'altra forma di gestione di scuola di ispirazione cristiana, e cioè quella che fa capo a cooperative o associazioni di genitori, di insegnanti o comunque di cristiani attenti ai problemi educativi.

Questa esperienza risponde al diritto di iniziativa che appartiene ai membri del popolo di Dio, e può inoltre presentare aspetti di concretezza funzionale, quali una maggiore corresponsabilità e un più agile rapporto con gli organismi pubblici.

Va anche detto che una scuola, per qualificarsi come cattolica, deve rispondere a precisi requisiti circa il suo statuto e il suo funzionamento.

È necessario pertanto che tali scuole ottemperino ad alcune condizioni, che qui brevemente indichiamo.

66. - L'iniziativa deve nascere nella piena comprensione dell'identità e delle finalità della Scuola Cattolica, con un progetto educativo coerente con le linee sopra indicate, e che dia garanzia di permanenza nel tempo.

Non sono dunque accettabili motivazioni fondate sulla ricerca di spazi di difesa e di privilegio.

67. - Il riferimento alla Chiesa diocesana deve rimanere esplicito nella realtà e non solo nell'atto istitutivo.

Vanno pertanto individuate forme di rapporto che, nei limiti e nei modi dovuti, consentano stabilmente un clima di corresponsabilità.

Potrà essere prevista, a titolo di esempio e a giudizio dell'ordinario, la presenza istituzionale nella cooperativa di qualche rappresentante della diocesi.

68. - A livello nazionale, la responsabilità pastorale della Scuola Cattolica compete alla Conferenza Episcopale Italiana, la quale ne curerà l'orientamento ed il potenziamento attraverso i suoi organi statutari e i suoi Uffici, avvalendosi anche della collaborazione dei diversi organismi della Scuola Cattolica.33

69. Impegni pastorali della Scuola Cattolica

La Scuola Cattolica partecipa alla missione pastorale della Chiesa con il servizio educativo che le è proprio.

Essa però sviluppa ulteriormente la propria fisionomia ecclesiale, partecipando anche alle diverse iniziative pastorali della diocesi, così da venire arricchita dalla testimonianza e dal sostegno del popolo di Dio e offrire ad esso il proprio originale contributo.

70. - A questo scopo, è compito del Vescovo e degli organismi pastorali diocesani ( Consigli presbiterale e pastorale, Consulta per la pastorale scolastica, uffici e organi esecutivi, Consulta per l'apostolato dei laici, ecc. ), svolgere un'opera di sensibilizzazione e di sostegno nei confronti della Scuola Cattolica.

È anzitutto necessario far crescere nelle comunità cristiane e nei gruppi e movimenti ecclesiali una più chiara conoscenza dell'identità e della missione della Scuola Cattolica, prendendo l'avvio da quelle realtà territoriali nelle quali il suo servizio è già presente e apprezzato.

Infatti, una condizione essenziale per la vita delle Scuole Cattoliche è che le parrocchie, le famiglie cristiane, le associazioni giovanili cattoliche, siano impegnate a vivere responsabilmente la vita della Chiesa e il servizio evangelico al mondo.

Questa loro fondamentale apertura, vissuta in un cammino culturale coerente con la fede e attento alle esigenze umane, sarà di vero sostegno alla Scuola Cattolica e potrà qualificarne sempre meglio l'ambiente educativo, in dialogo con la comunità ecclesiale e civile.

Una collaborazione particolare con la Scuola Cattolica è chiesta infine alle associazioni, movimeuti e gruppi ecclesiali e di ispirazione cristiana, impegnati nella scuola e per la scuola, e a quelli finalizzati alla pastorale familiare o che lavorano nei vari settori della cultura.

71. - La Scuola Cattolica, da parte sua, è chiamata a svolgere un ruolo proprio nella pastorale della Chiesa locale, rimanendo fedele ad alcune scelte precise.

Anzitutto, la Scuola Cattolica dovrà inserirsi nella pastorale diocesana secondo la propria fisionomia originale, che si caratterizza nella promozione dell'educazione e della cultura.

Essa quiildi darà il proprio contributo a programmi e ad iniziative coerenti con questa sua identità.

Per quanto possibile, poi, la Scuola Cattolica eviterà di avviare iniziative pastorali esterne, che risultino autonome e separate, ma parteciperà, seppure in modo proprio, ai programmi diocesani.

In ogni caso essa concorderà i propri interventi pastorali con gli organismi diocesani che sono responsabili dei diversi settori, per mezzo di un dialogo disponibile e continuo.

Tutto questo, particolarmente, per quanto riguarda la catechesi, la pastorale dei sacramenti, la pastorale giovanile, la pastorale della scuola e del lavoro, la pastorale della carità nei confronti della emarginazione.

72. - La catechesi:

dove non esistano oggettive condizioni di impossibilità e salvo particolari situazioni riconosciute e approvate dal Vescovo, è doveroso assicurare la partecipazione degli alunni delle Scuole Cattoliche agli itinerari di catechesi e di iniziazione sacramentale predisposti dalle comunità parrocchiali.

La Scuola Cattolica, attraverso l'insegnamento della religione ed eventuali iniziative ad esso collegate, potrà delineare un piano organico di catechesi per l'età evolutiva, connesso ai catechismi della Chiesa italiana, che possa integrarsi con la catechesi parrocchiale, secondo le modalità proprie della scuola, o anche sostituirla quando la partecipazione ad essa non sia realizzabile.

Iniziative organiche di catechesi potranno anche essere pensate per i genitori e gli insegnanti laici, nel contesto più ampio della catechesi degli adulti.

È bene comunque che, dove è possibile, tali iniziative vengano concordate con le parrocchie interessate.

73. - La pastorale sacramentale:

la possibilità per le Scuole Cattoliche di estendere ai propri alunni anche il servizio di pastorale sacramentale ( prime comunioni, cresime, confessioni ), sarà valutata dalle singole Chiese locali all'interno del piano pastorale diocesano, tenendo presenti, da un lato, la necessità per Scuole Cattoliche di orientare gli alunni alla vita parrocchiale, alla quale non possono non far riferimento per la loro completa crescita cristiana; e, dall'altro, il reale servizio che la Scuola Cattolica è in grado di offrire alle comunità ecclesiali non sufficientemente provviste di adeguate strutture.

74. - La pastorale giovaniie:

il contributo educativo della Scuola Cattolica verrà integrato favorendo la partecipazione dei propri alunni alle associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali giovanili e studenteschi, e promuovendo il loro inserimento generoso nelle comunità parrocchiali.

Anzi la Scuola Cattolica stessa potrà mettere a disposizione le proprie risorse di ambienti e di cultura per iniziative di pastorale studentesca aperte a tutti i giovani che si riconoscono nella comunità ecclesiale, in dialogo con le diverse esperienze associative e con gli organismi diocesani interessati.

75. - La pastorale della scuola e del lavoro:

la Scuola Cattolica, con la competenza che le è propria, può contribuire utilmente all'elaborazione di un progetto di evangelizzazione di ambienti umani specifici, come sono quelli della scuola e del mondo del lavoro.

Per questo, essa dovrà collaborare con gli organismi di pastorale scolastica e anche con quelli interessati al mondo del lavoro, specialmente attraverso i Centri di formazione professionale.

76. - La pastorale nei confronti dell'emarginazione:

l'impegno posto dalla Scuola Cattolica nel recupero degli svantaggiati va integrato nell'insieme di iniziative che la Chiesa diocesana attua a favore di coloro che, per motivi diversi, sperimentano l'emarginazione dalla convivenza sociale.

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27 Cfr. PaoloVI, Evangelii nuntiandi, n. 60
28 Cfr. CJC, can. 806 § 1
29 Cfr. C.E.I., Lettera del Segretario Generale ai Membri della C.E.I. ( prot. n. 877 del 10 settembre 1974 ) con la quale si rimette un « Appunto » invitando a costituire nelle diocesi la « Consulta per la pastorale scolastica », in Archivio C.E.I., pos. Uffici
30 Cfr. CJC, can. 803, §§ 1 e 2; can. 801; cfr. anche La Scuola Cattolica, doc. cit., nn. 70-72
31 Cfr. Mutuae relationes, n. 40;
cfr. anche CJC, can. 678
32 Cfr. Sacra Congregazione dei Religiosi e Istituti Secolari, Promozione umana e dimensione contemplativa della vita religiosa, n. 5-6
33 Cfr. Sacra Congregazione per l'Educazione Catolica, Lettera alla Presidenza C.E.I. ( prot. 400/77 del 1° giugno 1977 ) con la quale si comunica che la Conferenza ha autorità, dal 1° luglio 1977, di trattare i problemi che riguardano le Scuole Cattoliche in Italia, in Archivio C.E.I., pos. Scuole Cattoliche, cfr. anche Mutuae relationes, nn. 62-64