Direttorio di pastorale familiare |
Per quanto riguarda i corsi o gli itinerari di preparazione al matrimonio, essi rientrino nel progetto educativo di ogni Chiesa particolare ed assumano sempre più la caratteristica di itinerari educativi.
A tale scopo ci si preoccupi perché possibilmente ogni comunità parrocchiale sia in grado di offrire questi itinerari di fede innanzitutto ai propri fidanzati.
Questi, per parte loro, vi partecipino volentieri e responsabilmente.
Si faccia in modo anche che simili itinerari vengano proposti nelle diverse divisioni territoriali di ogni diocesi durante tutto il corso dell'anno.
Perché gli itinerari proposti possano essere appropriati alle diverse coppie di fidanzati, si provveda a promuovere molteplici e diversificati percorsi catechistici almeno in ambito zonale, vicariale o decanale, o di unità pastorale.
Si tratta, infatti, di un compito che rientra nell'unica missione di salvezza della Chiesa, che nasce dal suo organico e permanente impegno di evangelizzazione e chiama in causa la parrocchia come soggetto pastorale immediato e concreto.
Superando ogni tentazione o abitudine alla "delega", a livello di ogni singola parrocchia o, quando ciò non fosse possibile, a livello interparrocchiale, si programmino lungo l'anno un congruo numero di itinerari di preparazione comuni a tutti i fidanzati e si individuino coppie di sposi disponibili e preparate ad accompagnare e ad animare il cammino dei fidanzati.
Nello stesso tempo e ai medesimi livelli, oltre a proporre un cammino più ampio e articolato alle coppie più sensibili e impegnate,19 qualora fosse necessario, si preveda e si promuova con spirito missionario un cammino personalizzato di "riscoperta della fede" per i fidanzati che ne avessero bisogno.
In questa prospettiva, gli itinerari di preparazione al matrimonio non possono essere delegati ai consultori familiari e a singoli operatori consultoriali.
Occorre piuttosto arrivare a programmi articolati e differenziati, di cui si fa responsabile la Chiesa particolare attraverso la sua struttura diocesana, zonale e parrocchiale, con i suoi ministri, i coniugi e i collaboratori pastorali.
Perciò i Consultori familiari, che si caratterizzano specialmente come luoghi di promozione umana e non di catechesi, non devono normalmente farsi carico di questi itinerari di fede o corsi di preparazione al matrimonio.
La loro competenza e collaborazione rimangono tuttavia preziose; vanno, quindi, valorizzate soprattutto per quelle iniziative, organiche e stabili, di conoscenza e approfondimento delle problematiche della vita matrimoniale, di cui abbiamo parlato in ordine alla cura pastorale del fidanzamento e ad un adeguato progetto e cammino di pastorale giovanile,20 oltre che per alcuni interventi di formazione delle coppie animatrici e per la loro specifica competenza di consulenza.
I contenuti proposti, partendo dalla realtà umana vissuta dai fidanzati e illuminandola e interpretandola con l'annuncio del Vangelo, dovranno permettere ai fidanzati di giungere a conoscere e a vivere il mistero cristiano del matrimonio.
In tale ottica, vanno tenuti presenti e approfonditi:
la verità e il significato del proprio essere persona e della propria sessualità;
la riscoperta del Signore Gesù come senso della propria vita e della stessa esperienza di coppia;
il valore e le caratteristiche dell'amore e, in particolare, dell'amore coniugale;
il significato del matrimonio e il suo valore sociale e istituzionale, anche di fronte a tendenze, sempre più diffuse, a un suo "superamento" nelle convivenze di fatto;
il bene della fedeltà e della definitività dell'impegno e dell'amore;
il rapporto intrinseco del patto matrimoniale con la trasmissione della vita e la riscoperta del valore della procreazione;
le responsabilità nei confronti della storia e della società che derivano dalla vita matrimoniale;
la sacramentalità del matrimonio, che ne costituisce la novità cristiana;
le dimensioni e le esigenze propriamente ecclesiali della vita matrimoniale e familiare.21
Tali contenuti, la cui più puntuale e concreta determinazione è compito di ogni Vescovo diocesano, vanno comunque proposti con un linguaggio e un'attenzione propriamente catechistici.
Ciò richiede
che ogni argomento sia introdotto in modo essenziale, comprensibile e compiuto,
che la successione degli argomenti sia il più possibile lineare,
che si sia precisi in ciò che si dice,
che si privilegi un'esposizione nutrita dalla rivelazione biblica,
si sia fedeli alla tradizione ecclesiale e si valorizzi quanto emerge dai testi liturgici.
Soprattutto ciò comporta che l'esposizione esatta della dottrina sia in grado di proporsi come messaggio, che interpreta la condizione spirituale delle persone e annuncia la parola che la assume, la purifica e la trasforma.
Proprio perché itinerari educativi e di fede, gli incontri non si riducano a cicli di lezioni o di conferenze.
Essi siano momenti di evangelizzazione e di catechesi, aprano alla preghiera e alla vita liturgica, orientino e spronino alla carità, sappiano anche coinvolgere e interessare i fidanzati così da aiutarli e stimolarli a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale.
Non si tralasci neppure di valorizzare l'apporto che i fidanzati stessi possono offrire per una più adeguata azione pastorale.
Di conseguenza, a livello metodologico, non ci si esima dalla proposta completa e sistematica dei contenuti, dei valori e delle mete.
Non si tralasci neppure di proporre esperienze forti di preghiera, eventuali momenti di ritiro o di esercizi spirituali, la partecipazione alle celebrazioni liturgiche e in particolare all'Eucaristia, l'accostamento al sacramento della Penitenza, esperienze e gesti significativi di carità.
Nello stesso tempo, i singoli incontri siano condotti contemplando diverse attività, quali:
l'ascolto dei presenti,
l'esposizione dei contenuti,
il lavoro di gruppo,
la preghiera,
il dialogo in coppia e in gruppo.
A tale riguardo risultano decisive sia la disponibilità delle coppie di sposi a "farsi carico" di una o due coppie di fidanzati lungo tutto il cammino di preparazione, sia la presenza di una équipe educativa che agisca in modo unitario e sia veramente capace di accompagnare e di animare.
Lo stile sia quello dell'accoglienza e dell'animazione, vissuto anche con gesti e momenti concreti di familiarità, di attenzione, di ascolto, di confronto, di gioia.
È necessario che in questo clima sia vissuto già il primo momento di approccio con ogni coppia di fidanzati: in esso, soprattutto da parte del sacerdote, occorre essere attenti a suscitare le domande appropriate e a far emergere quelle presenti anche se nascoste, per identificarle con precisione e individuare insieme, con delicatezza e discrezione ma con altrettanto coraggio, il cammino più opportuno da compiere perché i fidanzati maturino nella fede la loro decisione di sposarsi.
Con il medesimo atteggiamento sia condotta anche la verifica del cammino compiuto: tale momento può essere opportuno, purché sia attuato a livello personale, con attenzione alle esigenze delle persone e per ipotizzare insieme eventuali tappe future per un continuo cammino di crescita.
Circa i tempi della preparazione immediata, pur riaffermando che normalmente essa deve iniziare almeno tre mesi prima delle nozze22 e pur rispettando la facoltà di ogni Vescovo diocesano di fissare modalità e tempi diversi, riteniamo auspicabile che i fidanzati siano invitati a presentarsi al Parroco almeno un anno prima della data prevista per le nozze.
In questo modo risulterebbe certamente più agevole sia individuare e proporre il cammino comunitario di preparazione più adatto per ogni coppia di fidanzati, sia collocare nei momenti più adeguati i pur necessari colloqui con il Parroco.
All'inizio del cammino comunitario di preparazione catechistica alla celebrazione del matrimonio, può essere opportuna la celebrazione di una preghiera comune perché, con la benedizione di Dio, ciò che viene iniziato possa essere un vero cammino di crescita e giungere a un felice compimento.23
Quanto al numero degli incontri di preparazione e alla durata dell'intero itinerario, mentre suggeriamo che essi coprano un tempo abbastanza prolungato, di circa due mesi, con frequenza settimanale, ricordiamo che spetta al Vescovo diocesano precisare ulteriormente questi aspetti.
In ogni caso sarebbe importante che, anche a tale riguardo, su tutto il territorio della Diocesi si segua una prassi unitaria.
Se possibile, nell'approssimarsi della data delle nozze, venga proposto anche un momento più prolungato di preghiera o di "ritiro spirituale", che aiuti i futuri sposi a riconoscere e a vivere il "mistero" del loro amore.
La partecipazione ai corsi o itinerari di preparazione al matrimonio deve essere considerata come moralmente obbligatoria, senza, per altro, che la sua eventuale omissione costituisca un impedimento per la celebrazione delle nozze.24
Sarà, quindi, necessario non dispensare facilmente da tale partecipazione, ma presentarla come un dovere di coscienza di ciascun fidanzato.
Nello stesso tempo occorrerà essere attenti a quanti per motivi oggettivi ( come nel caso degli immigrati, dei pendolari, di chi ha turni di lavoro non programmabili secondo il calendario dei corsi e degli itinerari ) non potessero partecipare, prevedendo per loro forme diverse di accompagnamento e di confronto.
Nei riguardi di coloro che, invece, intendessero tralasciare questo cammino senza seri motivi oggettivi, è necessario un supplemento di attenzione e di dialogo per aiutarli a cogliere la superficialità e la immaturità del loro atteggiamento e della loro scelta.
Solo in casi estremi - previo il consenso dell'Ordinario e senza abbandonare la fatica della ripresa, del confronto e del discernimento - si dovrà proporre il rinvio della celebrazione del matrimonio.
In ogni caso, perché la convinzione circa l'obbligatorietà di questi itinerari si possa diffondere e diventare coscienza comune, è necessario che gli itinerari stessi siano proposti e condotti con serietà di impostazione, di contenuto e di metodo, che le coppie di fidanzati più impegnate ne siano convinte per prime e se ne facciano propagatrici, che da parte dei presbiteri e delle coppie animatrici si abbia a creare le condizioni e un clima favorevoli e che si diffonda la testimonianza di quanti hanno già fatto questa esperienza.
Accanto agli itinerari comunitari appena descritti e in stretto collegamento con essi, restano sempre necessari e insostituibili i colloqui con il Parroco.
Essi rappresentano un momento importante e privilegiato di personalizzazione del dialogo con la coppia, sia per l'impostazione del cammino da compiere, il suo accompagnamento e la sua verifica, sia per una più puntuale catechesi e spiegazione del rito della celebrazione del matrimonio, sia per affrontare specifici casi di coscienza o problemi particolari, sia per l'espletamento degli indispensabili adempimenti giuridici.
Anche in quest'ultimo ambito, il colloquio con il Parroco deve sempre essere ispirato al criterio di un'autentica pastoralità, nella quale si coniughino adeguatamente attenzione alle persone e rispetto delle norme e delle disposizioni canoniche e civili.
Il Parroco interessato - che di norma è, a libera scelta dei fidanzati, il « Parroco della parrocchia dove l'uno o l'altro dei medesimi ha il domicilio canonico o il quasi domicilio o la dimora protratta per un mese »25 - conduca con precisione l'istruttoria matrimoniale, secondo le prescrizioni canoniche.
Queste comprendono:
« la verifica dei documenti;
l'esame dei nubendi circa la libertà del consenso e la non esclusione della natura, dei fini e delle proprietà essenziali del matrimonio;
la cura delle pubblicazioni;
la domanda all'Ordinario del luogo di dispensa da eventuali impedimenti o di licenza alla celebrazione nei casi previsti » dal diritto.26
Particolare cura sia riservata all'esame dei nubendi, il quale, di norma, conclude la preparazione immediata al matrimonio e suppone la conclusione dell'itinerario o corso per i fidanzati.
Finalizzato a verificare la libertà e l'integrità del consenso, la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali del matrimonio, l'assenza di impedimenti e di condizioni, questo esame sia fatto dal Parroco « con diligenza, interrogando separatamente i nubendi ».27
Esso sia pure valorizzato e vissuto da parte del presbitero insieme con ogni fidanzato come momento significativo e singolare di discernimento sapienziale circa l'autenticità della domanda religiosa del matrimonio e la maturazione avvenuta soprattutto in ordine alla volontà di celebrare un patto coniugale come lo intende la Chiesa.
Siano previsti e favoriti anche altri incontri personali del Parroco con i fidanzati, mediante i quali illuminare, sostenere e verificare il loro cammino: uno di essi sia opportunamente dedicato a preparare i prossimi sposi alla celebrazione liturgica delle loro nozze.
Questi ulteriori incontri appaiono necessari soprattutto quando i fidanzati presentano ancora carenze o difficoltà nella dottrina o nella pratica cristiane.28
Ogni Vescovo diocesano determini, in proposito, il numero minimale e i contenuti di tali colloqui.
Al Vescovo diocesano spettano ulteriori determinazioni atte a precisare il cammino di preparazione al matrimonio.29
In particolare, oltre a quanto abbiamo già ricordato circa il numero e la durata degli incontri di preparazione al matrimonio e circa il numero e i contenuti dei colloqui con il Parroco, ogni Vescovo diocesano, meglio se in accordo con gli altri Vescovi della Conferenza episcopale regionale, potrà offrire direttive riguardanti, ad esempio:
l'inserimento nella preparazione immediata al matrimonio della celebrazione della Confermazione per i nubendi non cresimati;30
l'introduzione di altri adempimenti da premettere alla celebrazione del matrimonio, come la dichiarazione di volontà o la domanda di matrimonio formulata congiuntamente dai nubendi.31
Indice |
19 | Cf sopra, ai nn. 48-49 |
20 | Cf sopra, al n. 44 |
21 | Per una ulteriore determinazione di alcuni nodi o capisaldi contenutistici, si veda La preparazione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia, parte seconda. Vi sono descritte le seguenti tematiche: matrimonio e famiglia, realtà umane; la vita dell'uomo, vocazione all'amore; dal battesimo al matrimonio; il matrimonio, patto d'amore che esalta e salva la libertà della coppia; la novità cristiana del matrimonio: sposi nel Signore; valori e fini del matrimonio cristiano; un cammino nella fede per un matrimonio fruttuoso nella grazia; morale sessuale presentata in termini motivanti |
22 | Cf Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 3 |
23 | A questo riguardo si può fare utile riferimento al "Rito di benedizione dei fidanzati" ( cf Benedizionale, nn. 606-627 ) |
24 | « Benché il carattere di necessità e di obbligatorietà della preparazione immediata al matrimonio non sia da sottovalutare - ciò che succederebbe qualora se ne concedesse facilmente la dispensa - tuttavia, tale preparazione deve essere sempre proposta e attuata in modo che la sua eventuale omissione non sia di impedimento per la celebrazione delle nozze » ( Familiaris consortio, n. 66 ) |
25 | Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 4 |
26 | Ivi, n. 5 Per i singoli punti, oltre alle disposizioni del Codice di diritto canonico, ci si attenga anche a quanto determinato dal Decreto generale sul matrimonio canonico, in particolare ai nn. 4-17 |
27 | Cf Ivi, n. 10 |
28 | Cf Familiaris consortio, n. 66; Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 11 |
29 | Cf Codice di diritto canonico, can 1064 |
30 | Cf Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 8 Si ricordi, in proposito, che per i nubendi non cresimati che già vivono in situazione coniugale irregolare ( conviventi o sposati civilmente ), di norma, l'amministrazione della Confermazione non deve precedere la celebrazione del matrimonio |
31 | Cf Ivi, n. 11 |