L'iniziazione cristiana - 2

Indice

La formazione cristiana dei fanciulli nella famiglia e nella comunità

13 Con il passare dei secoli, la diffusione generalizzata del Battesimo dei bambini sviluppò nella Chiesa un crescente interesse alla formazione cristiana postbattesimale:6 una elementare formazione cristiana dei fanciulli che, con gli anni, veniva continuata e integrata da una regolare istruzione religiosa degli adulti, alla quale il Concilio di Trento riconosce un ruolo primario.7

Nell'infanzia, e soprattutto nella fanciullezza, la formazione cristiana veniva assicurata dalla famiglia, ma veniva arricchita dall'istruzione religiosa impartita nelle scuole monastiche, episcopali e parrocchiali, diffuse nel medioevo.

Con il Concilio di Trento, si fece obbligo di promuovere in ogni parrocchia, nelle domeniche e nei giorni festivi, un'istruzione religiosa elementare per tutti i fanciulli.8

Così la catechesi dei fanciulli, già presente in alcune Chiese locali, divenne compito ufficiale e obbligatorio per tutte le parrocchie.

Strumento privilegiato per l'istruzione dei fanciulli era il catechismo, un sommario della dottrina cristiana a domande e risposte.

14 I genitori erano sostenuti nella loro missione educativa in diversi modi dalla Chiesa.

Nella predicazione si indicavano loro i contenuti dell'istruzione da impartire ai figli e il modo di condurli a una condotta virtuosa.

Inoltre venivano offerti ai fedeli laici manuali di vita cristiana, nei quali non mancavano norme e suggerimenti sul come "ottenere l'obbedienza", "insegnare le preghiere e le verità fondamentali della dottrina cristiana", "fare partecipare i figli alle funzioni religiose".

La Confessione, almeno annuale, era occasione per richiamare la responsabilità dei genitori, invitati a interrogarsi su come avevano assolto il loro compito educativo verso i figli.

I genitori erano coadiuvati nella loro missione educativa dai padrini, chiamati anch'essi a "istruire i bambini".9

Il loro impegno viene connesso al Battesimo.

Si ricorda che "genitori e padrini devono educare i bambini nella fede religiosa cattolica, quelli perché li hanno generati e Dio li ha dati a loro, questi perché divennero garanti".10

15 L'educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi trovava espressione pratica nella partecipazione alla vita religiosa e cultuale della comunità parrocchiale.

Numerosi sono i sinodi locali che fanno obbligo ai genitori di condurre alla chiesa i figli che hanno raggiunto l'età della discrezione.

Il fanciullo così era presente alla Messa e alla preghiera dei vespri della comunità, ascoltava i sermoni, prendeva parte alle diverse forme di religiosità popolare, familiarizzava con le immagini sacre.

Mediante i sacramenti e con la partecipazione alla vita religiosa del popolo di Dio, l'educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi in famiglia e a scuola trovò sostegno e compimento, aprendosi nello stesso tempo alla dimensione comunitaria della parrocchia.

L'atmosfera generale di questi secoli costituì una sorta di liturgia della vita, nella quale ogni dettaglio dell'esistenza rivestiva un significato religioso.

In questa educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi rivive una parte non trascurabile dello spirito del catecumenato antico: istruzione religiosa, formazione pratica alla vita morale, presenza determinante di accompagnatori spirituali - genitori, padrini, maestri, sacerdoti - ampio spazio dato alla preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità e delle opere di misericordia, progressiva partecipazione alla vita sacramentale, cultuale e religiosa della comunità cristiana.

Indice

6 Teodolfo di orléans, Sul Battesimo: PL 105, 224: "Poiché i bambini non hanno ancora l'uso di ragione, non possono capire nulla di queste cose, bisogna che, quando saranno arrivati all'età di comprendere, siano istruiti sia sui sacramenti della fede che sui misteri della loro confessione del Simbolo, in modo che possano credere pienamente ad essi e custodirli con grande cura"
7 Concilio di Trento, Sessione XXIV, Decreto di riforma, can. IV
8 ivi: I vescovi "provvederanno anche che almeno nelle domeniche e nelle altre feste in ogni parrocchia i bambini siano diligentemente istruiti nei rudimenti della fede e nell'obbe-dienza a Dio e ai genitori da parte di appositi incaricati che, se sarà necessario, costringeranno anche con le censure ecclesiastiche"
9 Sinodo di Arles (813), can. 10 e 19
10 Concilio di Aix-La-Chapelle (813), can. 18