L'iniziazione cristiana - 2

Indice

I primi secoli

10 Nella Chiesa apostolica non si incontrano affermazioni esplicite sul Battesimo dei bambini.

La prima conversione di un pagano, narrata dal libro degli Atti, è quella di un centurione romano.

L'apostolo Pietro, dopo avere annunciato la parola di salvezza a Cornelio e a tutta la sua famiglia, ordinò che "fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo" ( At 10,48 ).

Il carceriere di Paolo e Sila, accolta la parola del Signore insieme a "tutti quelli della sua casa, si fece battezzare con tutti i suoi" ( At 16,32-33 ).

Anche Crispo, capo della sinagoga, "credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia" ( At 18,8 ).

Nella città di Filippi Paolo battezzò Lidia "insieme alla sua famiglia" ( At 16,15 ) e a Corinto "la famiglia di Stefana" ( 1 Cor 1,16 ).

Probabilmente nelle espressioni "casa" e "famiglia" sono inclusi anche i figli.

Pure sull'educazione religiosa dei figli si conosce poco.

Si può ritenere che essa fosse un impegno comune delle famiglie cristiane, secondo quanto esorta l'apostolo Paolo: "Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore … E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore" ( Ef 6,1.4 ).

A imitazione di Cristo, soprattutto i padri sono invitati ad ammonire, senza esasperarli ( Col 3,21 ), i figli, la cui educazione ha un riferimento privilegiato al quarto comandamento.

Per questo viene richiesto ai figli di " praticare la pietà verso quelli della propria famiglia" ( 1 Tm 5,4 ) e di obbedire "ai genitori in tutto" ( Col 3,20 ).

11 In contesti culturali e religiosi differenti, con diverse esperienze di vita e organizzazioni sociali, sono sorte varie forme di introduzione alla vita cristiana sia degli adulti sia dei figli ancora minorenni.

Per questi ultimi, secondo le limitate testimonianze dei Padri, si possono identificare alcune forme fondamentali.

Una prima forma di iniziazione prevedeva un'educazione religiosa, soprattutto familiare, nell'infanzia e fino alla preadolescenza, rinviando la decisione per il Battesimo all'età più matura.

Divenuto adulto o avendo raggiunto una sufficiente capacità di scelta responsabile, chi decideva di accedere al Battesimo doveva iscriversi al catecumenato e percorrere il cammino formativo previsto.

I grandi Padri del IV secolo - quali Basilio di Cesarea, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo, Ruffino di Aquileia, Paolino di Noia, Agostino, Gregorio di Nazianzo -, benché nati in famiglie cristiane e riconoscenti per l'educazione religiosa ricevuta, decisero di accedere al Battesimo solo in età adulta.

Un'altra forma di iniziazione cristiana prevedeva l'ammissione dei bambini di genitori cristiani ai sacramenti dell'iniziazione, a cui seguiva una educazione religiosa a carico soprattutto della famiglia.

Il Battesimo degli infanti, presente con ogni probabilità già nella Chiesa delle prime generazioni, è una pratica diffusa nel III secolo ed espressamente attestata a Roma, ad Alessandria, a Cartagine.

Secondo la Tradizione apostolica, al termine della solenne Veglia battesimale, prima degli adulti venivano battezzati i bambini, alcuni capaci di rispondere e altri ancora infanti, per i quali rispondevano i genitori o qualcuno della famiglia.2

12 Ordinariamente nei primi secoli non sembra che la Chiesa abbia rivolto una specifica e diretta attenzione all'educazione dei fanciulli.

I bambini dei genitori cristiani, eccetto quelli in pericolo di morte, quando venivano battezzati in tenera età erano associati alla fase conclusiva dell'iniziazione degli adulti, che culminava nella celebrazione unitaria di Battesimo, Confermazione ed Eucaristia durante la Veglia pasquale nella chiesa madre, sotto la presidenza del vescovo.

I genitori cristiani erano gli unici educatori della fede dei loro figli.

Nel loro compito educativo potevano contare sul sostegno e sull'incoraggiamento dei pastori.

Questi esortavano a educare i figli nel timore di Dio e ad ammonirli nel Signore, a raccomandare loro di servire Dio nella verità e di fare ciò che a lui piace, a formarli a operare la giustizia, fare elemosine, pregare Dio, e, all'occorrenza, a frenarli con utili rimproveri.3

Non mancano Padri della Chiesa, come Girolamo, Origene, Basilio e Agostino, che invitano con insistenza alla lettura della Sacra Scrittura in famiglia.

Particolarmente suggestiva è l'immagine scelta da Giovanni Crisostomo nel rivolgersi ai genitori cristiani: "Tornati a casa, prepariamo due tavole: una per il cibo del corpo, l'altra per il cibo della Sacra Scrittura".4

I genitori con la cura dei figli non solo assolvono a una funzione educativa cristiana, ma svolgono anche un'azione di intermediari nella loro santificazione.5

Indice

2 Ippolito Romano, Tradizione apostolica, 21
3 Clemente Romano, Lettera ai Corinzi, 21
4 Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi, 2,4
5 Gelasio, Lettera 97, 58-59