Santo Domingo

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4.3. La celebrazione

240 La comunità cristiana celebra le meraviglie del Dio che la salva nella sua storia mediante fatti, prodigi e parole.

Così si costituisce una testimonianza permanente dell'alleanza che vuole vivere il Regno in tutte le sue dimensioni.

4.3.1. La vita liturgica del popolo di Dio

241 In molte Chiese il rinnovamento liturgico del Vaticano II, di Medellin e Puebla sta riuscendo a mutare lentamente la mentalità e la prassi liturgica del popolo di Dio.

Si va comprendendo che la liturgia ha una necessaria dimensione evangelizzatrice e l'evangelizzazione un'indispensabile dimensione liturgica.63

242 Si sono compiuti considerevoli sforzi per rinnovare la pastorale liturgica.

Un buon numero di comunità ecclesiali di base e di movimenti laicali sono riusciti a dar vita alle celebrazioni liturgiche in molti luoghi.

Le norme liturgiche sono molto chiare.

Esistono libri liturgici preparati con cura.

Vi sono esperienze di celebrazioni presiedute da laici, per esempio celebrazioni domenicali in assenza del sacerdote, in conformità alle norme della Chiesa.

La predicazione ne ha guadagnato in semplicità e ricchezza biblica.

In generale vi è una preoccupazione di celebrare liturgie vive, ben preparate e partecipative.

243 Il rinnovamento liturgico, in molti posti, è rimasto tuttavia a livelli abbastanza superficiali.

Esiste un'arbitrarietà, frutto di scarsa formazione liturgica, poca conoscenza della realtà culturale e degli orientamenti liturgici della Chiesa.

In alcune regioni osserviamo un affanno di adattamenti ricercati che si pretende di identificare con la creatività.

244 In alcune Chiese e ambienti si teme che l'unificazione di testi liturgici possa rafforzare un'occidentalizzazione della liturgia, limitandone l'inculturazione e la sana creatività.

4.3.2. L'esperienza della religiosità popolare

245 Nelle Conferenze episcopali sono stati assunti gli orientamenti teologicopastorali di Medellin, Evangelii nuntiandi e Puebla.64

Mentre li riaffermiamo, vediamo la convenienza di invitare a una seria riflessione su alcuni fenomeni nuovi relativi alla religiosità popolare.

246 In primo luogo un crescente pluralismo religioso, situazione nuova che ci invita a un atteggiamento diverso, senza chiuderci nell'intolleranza.

L'identità latinoamericana fondata sull'elemento cattolico tende gradualmente a diversificarsi, rompendo l'unità, a causa di altre opzioni religiose che si propongono come alternative.

247 Non è più sufficiente rivalutare la religiosità popolare di fronte alle tendenze del secolarismo e al fenomeno dei nuovi gruppi religiosi.

Vediamo la necessità di evangelizzare la stessa religiosità popolare e superare l'ignoranza religiosa, affinché possa resistere - rafforzata e purificata - alla tentazione di cedere all'attrazione che tali gruppi esercitano su di essa.

248 Vi è una rinascita dell'elemento religioso non cristiano.

Si tratta di correnti orientali di spiritualità e di esperienze religiose esoteriche che favoriscono un neosincretismo in grado di confondere molti settori del popolo di Dio.

249 È in corso un dialogo con le religioni autoctone, al fine di comprenderne il significato profondo, valorizzando il positivo e offrendo il Vangelo non semplicemente come un sostituto, ma come un progresso che libera ed esprime la pienezza di Dio nella storia di salvezza di tutti i popoli.

250 In America Latina la religiosità popolare è una sfida pastorale ancora aperta.

Non si è riusciti a stimolarla sufficientemente con adeguate strategie pastorali per promuoverne la dimensione liberatrice.

L'abbondanza di studi e orientamenti sul tema non sempre è accompagnata da una prassi pastorale coerente, a causa - in non poche occasioni - di ragioni di natura economica, specialmente in alcuni santuari.

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63 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 47
64 Medellin, Pastorale Popolare;
Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 48;
Puebla 444-469