Mater et magistra

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Presenza attiva dei lavoratori nelle medie e grandi imprese

78 Inoltre muovendoci sulla linea tracciata dai nostri predecessori, noi pure riteniamo che sia legittima nei lavoratori l'aspirazione a partecipare attivamente alla vita delle imprese, nelle quali sono inseriti e operano.

Non è possibile predeterminare i modi e i gradi di una tale partecipazione, essendo essi in rapporto con la situazione concreta che presenta ogni impresa: situazione che può variare da impresa a impresa, e nell'interno di ogni impresa è soggetta a cambiamenti spesso rapidi e sostanziali.

Crediamo però opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che il problema della presenza attiva dei lavoratori esiste sempre, sia l'impresa privata o pubblica: e, in ogni caso, si deve tendere a che l'impresa divenga una comunità di persone nelle relazioni, nelle funzioni e nella posizione di tutti i suoi soggetti.

79 Ciò esige che i rapporti tra gli imprenditori e i dirigenti da una parte e i prestatori d'opera dall'altra, siano improntati a rispetto, a stima, a comprensione, a leale ed attiva collaborazione ed interessamento come ad opera comune, e che il lavoro sia concepito e vissuto da tutti i membri dell'impresa oltre che come fonte di reddito, anche come adempimento di un dovere e prestazione di un servizio.

Ciò importa pure che i lavoratori possano far sentire la loro voce e addurre il loro apporto all'efficiente funzionamento dell'impresa e al suo sviluppo.

Osservava il nostro predecessore Pio XII: "la funzione economica e sociale che ogni uomo aspira a compiere, esige che lo svolgimento dell'attività di ciascuno non sia totalmente sottomesso alla volontà altrui" (Discorso dell'8 ottobre 1956).

Una concezione umana dell'impresa deve senza dubbio salvaguardare l'autorità e la necessaria efficienza della unità di direzione; ma non può ridurre i suoi collaboratori di ogni giorno al rango di semplici, silenziosi esecutori, senza alcuna possibilità di far valere la loro esperienza, interamente passivi nei riguardi di decisioni che dirigono la loro attività.

80 È da rilevare infine che l'esercizio della responsabilità da parte dei lavoratori negli organismi produttivi, mentre risponde alle esigenze legittime insite nella natura umana, è pure in armonia con l'evolversi storico in campo economico-sociale-politico.

81 Purtroppo, come già abbiamo fatto cenno e come si vedrà più diffusamente in seguito, non sono pochi gli squilibri economico-sociali che nell'epoca nostra offendono la giustizia e l'umanità; ed errori profondi informano attività, fini, strutture e funzionamento del mondo economico.

Però è un fatto incontestabile che i sistemi produttivi, sotto la spinta dei progressi scientifico-tecnici si vanno oggi ammodernando e divengono più efficienti con ritmi assai più rapidi che in passato.

Ciò domanda ai lavoratori attitudini e qualifiche professionali più elevate.

82 Nello stesso tempo e di conseguenza, vengono messi a loro disposizione maggiori mezzi e maggiori margini di tempo per la loro istruzione e il loro aggiornamento, per la loro cultura e la loro formazione morale e religiosa.

Si rende pure realizzabile un aumento degli anni destinati alla istruzione di base e alla formazione professionale delle nuove generazioni.

83 In tal modo si crea un ambiente umano che favorisce nelle classi lavoratrici l'assunzione di maggiori responsabilità anche all'interno delle imprese; mentre le comunità politiche sono sempre più interessate a che tutti i cittadini si sentano responsabili dell'attuazione del bene comune in tutti i settori della convivenza.

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