Formazione teologica dei futuri Sacerdoti

Indice

II Esigenze dell'insegnamento teologico

17 - I. Esigenze fondamentali

La complessa situazione, ora descritta, non può lasciare in differente l'insegnamento teologico.

Esso ha alcune esigenze fondamentali che derivano dalla natura stessa della teologia e dalla sua funzione.

18 - 1. Natura della teologia

1) È necessario anzitutto richiamare l'attenzione sulla natura della teologia.

Pur rinnovandosi e adattandosi alle esigenze dei tempi, la teologia rimane, nella continuità della tradizione, fedele a se stessa come scienza della Rivelazione cristiana.

La fides quaerens intellectum, cioè la fede che spinge a cercare e a sviluppare la propria intelligibilità, consegue mediante la teologia il suo scopo in forma più alta e sistematica.

L'oggetto di cui si occupa la teologia non sono le verità acquisite mediante la ragione, ma le verità rivelate da Dio e conosciute mediante la fede.

L'ambito della fede è in ogni caso invalicabile per la teologia.

Il progresso della stessa non può consistere nel confondersi con le altre scienze, fuori della prospettiva della fede.

19 2) Nell'ambito della fede la teologia risponde sia alle istanze del dinamismo interno della fede - cum assensu cogitare -, sia alle interpellanze della cultura, per integrare la fede nel contesto psicologico e sociale contemporaneo, in mezzo agli interrogativi e alle preoccupazioni fondamentali dell'uomo moderno.

20 3) Come scienza che nasce dalla fede e che si svolge nell'ambito della fede e al servizio della fede, la teologia assume il discorso della ragione e i dati delle culture per meglio comprendere il proprio oggetto.

Perciò essa gode di uno statuto particolare nell'articolazione delle varie scienze, anche religiose, con le quali non può essere confusa, come non può essere costretta nei loro metodi.

a) In particolare essa non può essere confusa e ridotta alla storia delle religioni o dei dogmi, alla psicologia religiosa, alla sociologia della Chiesa, ma conserva la sua natura e la sua funzione specifica anche nel quadro epistemologico delle discipline che si occupano della religione.

b) Nelle condizioni socio-culturali determinate dallo sviluppo delle scienze umane e naturali, la teologia assume i risultati sicuri di queste scienze e tiene conto della mentalità e dello spirito che esse generano negli uomini, come delle interpretazioni che l'uomo dà di se stesso a ogni generazione.

Per questo essa può e deve svolgere un discorso documentato, pertinente e accessibile, soprattutto sui punti del dogma e della morale, che riguardano l'origine, la costituzione, il comportamento, lo sviluppo, la condizione e il destino dell'uomo, senza venir meno ai dati certi e immutabili della parola di Dio.2

21 4) La teologia cattolica non può prescindere dalla dottrina e dall'esperienza vissuta nell'ambito della Chiesa,3 nella quale il Magistero custodisce e interpreta autenticamente il deposito della fede contenuto nella Sacra Scrittura e nella Tradizione.

Perciò il teologo cattolico, nel campo dell'esegesi come anche in altri campi del suo lavoro scientifico, non può incondizionatamente seguire i metodi o accettare i risultati delle teologie opposte o estranee alla Chiesa.

Il conformismo acritico a tali teologie, oltre a non rispondere alla specificità della teologia cattolica, non è nemmeno nell'interesse di un vero ecumenismo.4

22 5) La teologia, avendo per oggetto delle verità che sono principi di vita e d'impegno personale,5 sia per ogni credente sia per la comunità di cui fa parte, ha una dimensione spirituale, per cui il teologo nella ricerca e nello studio non procede nella linea di un puro intellettualismo, ma obbedisce alle esigenze della fede attuando sempre più la sua unione esistenziale con Dio e il suo inserimento vitale nella Chiesa.

In forza della sua stessa natura, la teologia ha carattere vitale, per cui, anche sotto questo aspetto, essa si colloca in un posto a sé nel quadro epistemologico delle scienze.

23 - 2. Funzione della teologia

Come scienza della Rivelazione cristiana, la teologia ha una funzione specifica nell'ampia sfera delle attività e dei ministeri che si svolgono nella Chiesa, comunità di fede e di carità, alla quale Dio ha affidato la Rivelazione e l'opera della salvezza compiuta dal Cristo.

24 1) La teologia indaga e approfondisce il dato rivelato, ne circoscrive i limiti e coopera al suo sviluppo omogeneo secondo le esigenze della fede6 e le indicazioni dei segni dei tempi, nei quali essa legge i segni stessi di Dio.7

Questa sua funzione essenziale non può essere emarginata o sorpassata in alcuna situazione contingente, e quindi nemmeno nel momento attuale.

25 2) Nello svolgere questa sua funzione, la teologia ha un'incidenza rilevante nella vita spirituale, perché chiarisce e approfondisce il senso delle leggi della salvezza e della via del progresso spirituale, che la Rivelazione offre alla vita cristiana.

Ciò vale, anzitutto, per la formazione del futuro sacerdote a una illuminata e solida pietà, fondata sulla comprensione del suo ministero e sull'esatta valutazione della oblazione che la Chiesa gli chiede.8

26 3) Di qui risulta anche la funzione della teologia in ordine all'apostolato cristiano e specialmente al ministero pastorale, del quale essa fa scoprire l'inserimento nell'economia della salvezza e ne aiuta l'adempimento con le risorse dottrinali e le indicazioni pratiche che fornisce.

Ne consegue la necessità di un'eccellente formazione teologica dei futuri pastori d'anime.9

27 4) In ordine all'edificazione del « Corpo del Cristo, che è la Chiesa » ( Col 1,24 ), la teologia è chiamata a svolgere un'opera costruttiva,

sia con l'elaborazione dei dati di fede e di morale desunti dalla Rivelazione al servizio del Magistero, che vengono applicati alle questioni del tempo presente;

sia con la trattazione scientifica dei problemi che toccano il pensiero e la vita della Chiesa;

sia con l'impegno per individuare, illuminare e risolvere positivamente i punti critici che le situazioni presentano a livello dottrinale e pratico.10

In particolare la teologia è chiamata a interpretare, assecondare e servire lo slancio operativo nascente dalla nuova coscienza missionaria della Chiesa.

Ciò avviene specialmente nei rapporti con le religioni e le culture non cristiane, con le quali è necessario stabilire un incontro e condurre un dialogo, che, mentre avvicinano gli spiriti, rendono possibili nuove forme di evangelizzazione.11

All'interno del mondo cristiano la teologia deve tener conto delle nuove esigenze ecumeniche,

sia con lo studio delle fonti comuni,

sia con l'approfondimento delle tesi delle varie Chiese e comunioni cristiane intorno ai punti controversi,

sia con lo sviluppo della dimensione ecumenica dell'ecclesiologia e degli altri trattati che più hanno attinenza con il problema dell'unione dei cristiani.12

28 5) Di fronte ai problemi terreni dell'uomo e del mondo, la teologia è chiamata a cogliere le istanze umane ed evangeliche che sovente essi racchiudono, e a operare in modo da approfondirne i punti di contatto con il messaggio evangelico, senza nasconderne le divergenze.

Essa deve far sì che le soluzioni, che oggi si tenta di dare a quei problemi, possano beneficiare della superiore forza illuminatrice e costruttiva del cristianesimo.13

Rientrano in questo quadro problemi quali la nuova solidarietà tra le classi sociali e tra i popoli, la liberazione dallo sfruttamento e dall'alienazione dell'uomo, la partecipazione alla vita dello Stato e della società internazionale, la vittoria sulla fame, la malattia, l'analfabetismo, l'eliminazione della guerra come mezzo di soluzione delle contese tra i popoli, la creazione di sempre più adeguati equilibri apportatori di pace.14

In questo senso la teologia svolge una funzione « politica » originale e insostituibile, perché illumina i problemi e dirige l'azione nei vari campi della vita dell'uomo, secondo le indicazioni e i precetti della parola di Dio.

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2 Cfr. Paolo VI, Omelia Hodie Concilium, nell'ultima Sessione del Conc. Vat. II, 7 dic. 1965;
Alloc. L'homme existe-t-il?, al Congresso Tomistico Internazionale, 12 sett. 1970: A.A.S. 62, 1970, pp. 602 ss
3 Paolo VI, Esort. Apost. Quinque iam anni, cinque anni dopo il Conc. Vat. II, all'intero episcopato, 8 dic. 1970
4 Cfr. Decr. Unitatis redintegratio, n. 11
5 « "A Dio che rivela è dovuta l'obbedienza della fede" ( Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2 Cor 10,5-6 ), con la quale l'uomo si abbandona a Dio tutt'intero liberamente, prestandogli "il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà" », Cost. Dei verbum, n. 5
6 Cfr. Cost. Dei verbum, n. 8
7 Cfr. Cost. Gaudium et spes, n. 4
8 Questo aspetto della teologia deve essere messo in risalto in modo particolare nel Corso introduttorio, nel quale « il mistero della salvezza sia proposto in modo che gli alunni possano percepire il significato degli studi ecclesiastici, la loro struttura e il loro fine pastorale, e insieme siano aiutati a far della fede il fondamento e l'anima di tutta la loro vita, e vengano consolidati nell'abbracciare la loro vocazione con piena dedizione personale e con lieto animo », Decr. Optatam totius, n. 14
9 Cfr. Decr. Optatam totius, n. 18;
Decr. Presbyterorum Ordinis, n. 19;
Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, nn. 82-85
10 Cfr. Cost. Gaudium et spes, nn. 46ss
11 Cfr. Dichiar. Nostra aetate, passim;
Decr. Ad gentes, n. 11, n. 22
12 Cfr. Decr. Unitatis redintegratio, n. 11;
Cfr., inoltre, Segr. per l'Unione dei Cristiani, Direttorio ecumenico, Parte II;
13 Cost. Gaudium et spes, nn. 46ss
14 Cfr. Cost. Gaudium et spes, nn. 63ss;
Giovanni XXIII: Lett. enc. Mater et Magistra;
Pacem in terris;
Paolo VI: Lett. enc. Populorum progressio;
Lett. Apost. Octogesima adveniens