Il dialogo e l'annuncio

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5. L'urgenza dell'annuncio

66. Il dovere dell'annuncio

Papa Paolo VI a detto nella sua Esortazione "Evangelii Nuntiandi": "La presentazione del messaggio evangelico non è un fatto opzionale per la chiesa.

E un suo dovere, assegnato dal Signore Gesù, finalizzato alla fede e alla salvezza degli uomini.

Questo messaggio è veramente necessario; è unico ed insostituibile; non ammette indifferenza, sincretismo o compromesso, perché concerne la salvezza del genere umano" ( EN 5 ).

La sua urgenza è stata indicata da Paolo: "come potranno quindi essere chiamati presso di Lui quanti a Lui non hanno creduto?

E come possono credere in Lui se non hanno mai sentito parlare di Lui?

E come sentiranno parlare di Lui se non vi è un predicatore per loro? ( … )

Ma è in questo modo che la fede arriva, tramite l'ascolto, e tramite l'ascolto della parola di Cristo" ( Rm 10,4ss ).

"Questa legge, stabilita un giorno dall'Apostolo Paolo, mantiene al giorno d'oggi tutta la sua forza.

( … ) e tramite l'ascolto della parola che si è guidati alla fede" ( EN 42 ).

È opportuno ricordare anche queste altre parole di Paolo: "se annuncio il Vangelo, non ho alcun motivo per vantarmi, poiché ho una necessità che incombe: guai a me se io non annunciassi il vangelo!" ( 1 Cor 9,16 ).

67. Annunciare la salvezza in Gesù Cristo

L'annuncio è una risposta all'aspirazione umana alla salvezza.

"In ogni luogo in cui in cui Dio apre le porte per la parola al fine di proclamare il mistero di Cristo, il Dio vivente e Colui che Egli ha mandato per la salvezza di tutti, Gesù Cristo, vengono fiduciosamente e perseverantemente annunciati a tutti gli uomini.

E ciò affinché i non Cristiani, i cui cuori sono aperti allo Spirito Santo, possono, credendo, essere liberamente orientati al Signore che - dal momento che è "la via, la verità e la vita" ( Gv 14,6 ) - soddisferà tutte le loro speranze più profonde, se non addirittura le sorpasserà" ( AG 13 ).

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