Il dialogo e l'annuncio

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6. Le modalità dell'annuncio

68. La guida dello Spirito

Proclamando il messaggio di Dio in Gesù Cristo, la chiesa evangelizzatrice deve ricordare sempre che il suo compito non è esercitato nel vuoto assoluto, poiché lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo, è presente e attivo tra coloro che odono la Buona Novella ancor prima che l'azione missionaria della chiesa sia operativa ( cfr RH 12 ).

Essi potrebbero in molti casi aver già implicitamente risposto all'offerta della salvezza in Gesù Cristo data da Dio: un segno di ciò è la pratica sincera delle proprie tradizioni religiose, nella misura in cui esse contengono autentici valori religiosi.

Essi potrebbero essere già stati raggiunti dello Spirito e, in un certo qual modo, potrebbero essere stati associati in maniera sconosciuta al mistero pasquale di Gesù Cristo ( cfr GS 22 ).

69. Imparare ad annunciare

Consapevole di ciò che Dio ha già compiuto in coloro a cui essa si rivolge, la chiesa si sforza di scoprire il giusto modo di annunciare la Buona Novella, traendo ispirazione dalla pedagogia divina.

Ciò significa che essa apprende da Gesù Cristo stesso e osservando i tempi che sono stati definiti dallo Spirito.

Gesù ha rivelato solo gradualmente a quanti lo ascoltavano il significato del Regno, il piano di salvezza di Dio realizzato nel Suo mistero.

Solo gradualmente, e con infinita cura, Egli ha svelato loro le implicazioni del Suo messaggio, la Sua identità di Figlio di Dio, lo scandalo della Croce.

Persino i suoi discepoli più intimi, come attesta il vangelo, hanno raggiunto la piena fede nel loro Maestro soltanto tramite la loro esperienza pasquale e il dono dello Spirito.

Coloro che desiderano diventare discepoli di Gesù oggi passeranno attraverso lo stesso processo di scoperta e di assunzione di responsabilità.

Di conseguenza, l'annuncio fatto dalla chiesa deve essere graduale e paziente, mantenendo il passo di quanti accolgono il messaggio, rispettando la loro libertà e financo la loro "lentezza nel credere" ( EN 79 ).

70. Le caratteristiche specifiche del Vangelo

L'annuncio della Chiesa deve essere caratterizzato da altre qualità.

Esso dev'essere:

1) fiducioso nel potere dello Spirito e obbediente al mandato ricevuto dal Signore ( cfr. 1 Tm 2,2; 2 Cor 3,12; 2 Cor 7,4; Fil 1,20; Ef 3,12; Ef 6,19-20; At 4,13.29.31; At 9,27-28, ecc. );

2) fedele nella trasmissione dell'insegnamento ricevuto dal Cristo e preservato della Chiesa, che è la depositaria della Buona Novella che deve essere annunciata ( cfr EN 15 ).

"La fedeltà al messaggio di cui noi siamo i servitori ( … ) è un punto cruciale dell'annuncio" ( EN 4 ).

"L'evangelizzazione non è per nessuno un atto individuale e isolato, bensì un atto profondamente ecclesiale ( EN 60 );

3) umile, nella consapevolezza del fatto che la pienezza della rivelazione in Gesù Cristo è stata ricevuta come un dono gratuito ( Ef 3,2 ), e che gli annunciatori del Vangelo non vivono sempre pienamente ciò che esso chiede;

4) rispettoso della presenza e dell'azione dello Spirito di Dio nei cuori di coloro che ascoltano il messaggio e nel riconoscere che lo Spirito è il "principale agente di evangelizzazione" ( EN 75 );

5) dialogico, poiché nel contesto dell'annuncio chi ascolta la Parola non dev'essere un ricettore passivo.

Esiste un processo che va dai "semi del Verbo" già presenti nell'ascoltatore al pieno mistero della salvezza in Gesù Cristo.

La Chiesa deve riconoscere un processo di purificazione e illuminazione nel quale lo Spirito di Dio apre la mente e il cuore di chi ascolta all'obbedienza della fede;

6) inculturato, incarnato nella cultura e nella tradizione spirituale di coloro a cui è rivolto, in modo tale che il messaggio non solo sia loro comprensibile, ma risponda anche alle loro più profonde aspirazioni e rappresenti veramente la Buona novella che essi avevano atteso da tanto tempo. ( cfr EN 20, EN 62 )

71. In stretta unione con Cristo

Per conservare queste qualità la Chiesa non deve soltanto tenere sempre a mente le circostanze della vita e dell'esperienza religiosa di coloro cui si rivolge: essa deve anche vivere in un dialogo costante col suo Signore e Maestro tramite la preghiera e la penitenza, la meditazione e la vita liturgica, e soprattutto nella celebrazione dell'Eucarestia.

Soltanto allora l'annuncio e la celebrazione del messaggio del Vangelo divengono pienamente vivi.

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