Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Capitolo X - La celebrazione della passione del Signore

Premesse

312. In questo giorno in cui « Cristo nostra pasqua è stato immolato », ( 1 Cor 5,7 ) con effetto manifesto si sono compiute le cose che a lungo erano state promesse sotto misteriose prefigurazioni: che la vera vittima prendesse il posto della vittima che la indicava e con un solo sacrificio si portasse a compimento la differente molteplicità dei precedenti sacrifici.170

Infatti « l'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell'antico testamento, è stata compiuta da Cristo Signore, specialmente per mezzo del mistero pasquale della sua beata passione, risurrezione da morte e gloriosa ascensione, mistero con il quale morendo ha distrutto la nostra morte e risorgendo ci ha ridonato la vita.

Infatti dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa ».171

Infatti fissando lo sguardo sulla croce del suo Signore e sposo, la Chiesa commemora la propria nascita e la propria missione di estendere a tutte le genti i felici effetti della passione di Cristo che oggi celebra, rendendo grazie per così ineffabile dono.

313. Circa alle tre del pomeriggio, a meno che per una ragione pastorale non venga scelta un'ora più tarda, ha luogo la celebrazione della passione del Signore, che si svolge in tre momenti: liturgia della parola, adorazione della croce, santa comunione.172

314. L'altare sia interamente spoglio: senza croce, senza candelieri, senza tovaglie.173

315. Per la celebrazione della passione del Signore, si preparino:

a) nel secretarium:

- per il vescovo e i diaconi, le vesti di colore rosso come per la messa; il vescovo porta la mitra semplice ma non l'anello e il pastorale;

- per gli altri ministri, i camici o le altre vesti legittimamente approvate;

b) in un luogo conveniente:

- la croce ( velata, se si usa la prima forma );

- i due candelabri;

c) nel presbiterio:

- il "Messale Romano";

- i lezionari;

- la tovaglia;

- il corporale;

- le stole rosse per i presbiteri e i diaconi che ricevono la comunione;

d) nel luogo dove è riposto il ss. Sacramento:

- il velo omerale di colore rosso o bianco per il diacono;

- i due candelieri per gli accoliti.

Riti introduttori

316. Il vescovo e i diaconi, rivestiti dei paramenti di colore rosso come per la messa, si recano in silenzio all'altare.

Il vescovo, dopo aver deposto la mitra e aver fatto la debita riverenza, si prostra a terra o, secondo l'opportunità in ginocchio su un inginocchiatoio nudo, prega in silenzio per breve tempo.

Fanno ciò anche tutti gli altri.174

317. Quindi il vescovo con i diaconi si reca alla cattedra dove, rivolto al popolo, con le mani allargate, proclama l'orazione: Ricordati, Padre, oppure: O Dio, che con la passione.

Poi siede e riceve la mitra.175

Liturgia della parola

318. Allora, mentre tutti sono seduti si proclama la prima lettura del profeta Isaia con il suo salmo.

Segue la seconda lettura dalla lettera agli Ebrei.176

319. All'inizio del canto prima del vangelo, tutti, eccetto il vescovo, si alzano.

Per la proclamazione della storia della passione non si usano né incenso, né lumi.

I diaconi che devono farla chiedono e ricevono dal vescovo la benedizione, come nelle altre volte.

Il vescovo, deposta la mitra, si alza.

Quindi si proclama la storia della passione secondo Giovanni.

Si omettono il saluto al popolo e il segno di croce sul libro.

Dopo che è stata annunziata la morte del Signore, tutti genuflettono e si fa una breve pausa.

Alla fine si dice: Parola del Signore, ma si omette il bacio del libro.

Terminata la proclamazione della storia della passione, il vescovo tiene una breve omelia, al termine della quale il vescovo o un diacono può invitare i fedeli ad una breve preghiera.177

320. Dopo l'omelia, il vescovo, stando in piedi alla cattedra senza mitra, oppure, secondo l'opportunità, all'altare, a mani allargate, dirige la preghiera universale, come è proposta nel messale, scegliendo, se ritiene opportuno, le orazioni più adatte.

Le esortazioni con cui sono indicate le intenzioni di questa preghiera, possono, secondo l'opportunità, essere proposte anche da diaconi all'ambone.

I fedeli per tutto il tempo delle orazioni possono restare o in ginocchio, o in piedi.178

Adorazione dlla santa croce

321. Quindi ha luogo l'ostensione e l'adorazione della santa croce, secondo una delle forme proposte nel messale:

a) Prima forma di ostensione della santa croce: Mentre un diacono porta all'altare la croce velata, accompagnata da due accoliti con le candele accese, il vescovo va all'altare con i suoi diaconi assistenti e li, stando in piedi senza mitra, riceve la croce e la scopre in tre momenti successivi e invita ciascuna volta i fedeli all'adorazione con le parole: Ecco il legno della croce ( che nel canto può essere proseguito dal diacono, o, se è il caso, dalla schola ).

Tutti rispondono: Venite, adoriamo e, terminato il canto, tutti si inginocchiano e fanno una breve preghiera di adorazione in silenzio mentre il vescovo, in piedi, tiene elevata la croce.

Quindi il diacono, accompagnato da due accoliti con le candele accese, porta la croce sul limitare del presbiterio o in un altro luogo adatto e lì la depone o la affida ai ministri che la tengono diritta; a destra e a sinistra della croce si pongono candele.179

b) Seconda forma di ostensione della santa croce: Mentre il vescovo sta in piedi alla cattedra, senza mitra, il diacono sì reca con gli accoliti alla porta della chiesa, dove riceve la croce non velata, mentre gli accoliti prendono i candelieri accesi.

Si forma la processione che, attraverso la chiesa, giunge nel presbiterio.

Presso la porta, in mezzo alla chiesa e davanti all'ingresso del presbiterio, il diacono innalza la croce cantando l'invito: Ecco il legno della croce, a cui tutti rispondono: venite, adoriamo; dopo ogni risposta, mentre il vescovo sta in piedi, tutti si inginocchiano e fanno una breve adorazione in silenzio.

Quindi il diacono depone la croce all'ingresso del presbiterio, o in altro luogo come è stato detto sopra.180

322. All'adorazione della croce il vescovo, dopo aver deposto la mitra, la casula e, secondo l'opportunità le scarpe, si avvicina per primo, a capo scoperto, alla croce, genuflette davanti ad essa e la bacia; ritorna poi alla cattedra, dove riprende le scarpe e la casula e siede senza mitra.

Dopo il vescovo i diaconi, il clero e i fedeli si recano quasi processionalmente all'adorazione della croce, facendo davanti ad essa genuflessione semplice o un altro segno di venerazione ( ad esempio baciando la croce ) secondo l'uso del luogo.

Frattanto si cantano l'antifona: Adoriamo la tua croce, i lamenti dei Signore o altri canti adatti.

Tutti coloro che hanno compiuto l'adorazione, restano seduti al loro posto.181

323. Per l'adorazione sia presentata un'unica croce.

Se poi per il gran numero dei fedeli, non tutti possono accostarsi personalmente alla croce, il vescovo, dopo che una buona parte del clero e dei fedeli ha compiuto l'adorazione, ritorna all'altare, riceve la croce dal diacono e, stando in mezzo, davanti all'altare, con brevi parole invita il popolo all'adorazione della santa croce.

Poi per alcuni istanti tiene elevata in alto la croce, mentre i fedeli in silenzio compiono l'adorazione.182

Santa comunione

324. Terminata l'adorazione, la croce viene portata dal diacono all'altare, al suo posto, mentre il vescovo ritorna alla cattedra: i candelieri con le candele accese si pongono attorno all'altare o presso la croce.

Sull'altare invece si stende una tovaglia e vi si pongono sopra il corporale e il messale.183

325. Quindi il diacono, con il velo omerale, riporta il ss. Sacramento dal luogo della riposizione all'altare, per il percorso più breve.

Due accoliti accompagnano il Sacramento con i candelieri accesi, deponendoli poi attorno o sopra l'altare.

Frattanto il vescovo e tutti gli altri si alzano e stanno in piedi in silenzio.184

326. Appena il diacono ha deposto il Sacramento sull'altare e ha scoperto la pisside, il vescovo si avvicina con i diaconi, e dopo aver fatto la genuflessione, sale all'altare.

Viene proclamato il Padre nostro con il suo embolismo e si distribuisce la comunione, come è indicato nel messale.185

327. Se il vescovo è presente all'azione sacra senza tuttavia celebrarla, conviene che almeno dopo l'adorazione della croce, indossi, sopra il rocchetto, la stola e il piviale di colore rosso e presieda il rito di comunione.

Se tuttavia non fa neppure ciò, dopo aver ricevuto la stola per la comunione, si comunica all'altare dopo il celebrante.

328. Terminata la distribuzione della comunione, il diacono, con il velo omerale, porta la pisside al luogo preparato fuori della chiesa, oppure, se le circostanze lo esigono, la ripone nel tabernacolo.186

329. Quindi il vescovo, dopo aver osservato secondo l'opportunità un certo tempo di sacro silenzio, proclama l'orazione dopo la comunione.187

Riti di conclusione

330. Dopo aver terminato l'orazione dopo la comunione, per il congedo dell'assemblea, il vescovo, stando in piedi rivolto verso il popolo e stendendo le mani sopra di esso, proclama l'orazione: Scenda, o Padre la tua benedizione.188

331. Quindi, dopo aver fatto la genuflessione alla croce, il vescovo riceve la mitra e l'assemblea si scioglie in silenzio.

A tempo opportuno si spoglia l'altare.189

Indice

170 Cf. S. Leone Magno, Sermo 58, De Passione Domini, 1: PL 54, 332
171 Conc.Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 5
172 Cf. Messale Romano, Venerdì nella passione del Signore, Celebrazione della passione del Signore, n. 3
173 Cf. ibidem, n. 2
174 Cf. ibidem, n. 4
175 Cf. ibidem, n. 5
176 Cf. ibidem, nn. 6-7
177 Cf. ibidem, nn. 8-9
178 Cf. ibidem, nn. 10-13
179 Cf. ibidem, nn. 15-16
180 Cf. ibidem, n. 17
181 Cf. ibidem, n. 18
182 Cf. ibidem, n. 19
183 Cf. ibidem, n. 20-21
184 Cf. ibidem, n. 21
185 Cf. ibidem, nn. 22-25
186 Cf. ibidem, n. 26
187 Cf. ibidem, n. 27
188 Cf. ibidem, n. 28
189 Cf. ibidem, n. 28