Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo XI - La veglia pasquale

Premesse

332. Per antichissima tradizione, questa è una notte di veglia in onore del Signore. ( Cf. Es 12,42 )

La veglia che in essa si celebra, dal momento che commemora la notte santa nella quale il Signore è risorto, è ritenuta « a madre di tutte le sante veglie ».191

In essa infatti la Chiesa aspetta vegliando la risurrezione del Signore, e la celebra con i sacramenti della iniziazione cristiana.

333. L'intera celebrazione della veglia pasquale si svolge di notte: essa quindi deve o cominciare dopo l'inizio della notte, o terminare prima dell'alba della domenica.192

334. Dal momento che la celebrazione della veglia pasquale è la più importante e la più nobile di tutte le solennità dell'anno liturgico, il vescovo non tralasci di celebrarla di persona.

335. La messa della veglia è la messa pasquale della domenica di risurrezione.

Chi celebra o concelebra la messa della notte, può celebrare o concelebrare la seconda messa di pasqua.193

336. Oltre a quanto è necessario per la celebrazione della messa stazionale, si preparino:

a) per la benedizione del fuoco:

- un fuoco che divampi ( in un luogo fuori dalla chiesa dove si raduna il popolo );

- il cero pasquale; ( cinque grani di incenso; uno stilo );

- uno strumento adatto per accendere il cero al nuovo fuoco;

- una lampada per illuminare i testi che il vescovo deve recitare;

- le candele per i fedeli che partecipano alla veglia;

- uno strumento con il quale il turiferario possa mettere nel turibolo i carboni ardenti presi dal nuovo fuoco;

b) per l'annunzio pasquale:

- il candelabro per il cero pasquale vicino all'ambone;

- se il candelabro non può essere collocato vicino all'ambone, un leggio accanto al cero per il diacono o per il cantore ( qualora ve ne fosse la necessità ),194 che deve proclamare l'annunzio pasquale;

c) per la liturgia battesimale:

- un vaso con l'acqua;

- quando vengono amministrati i sacramenti dell'iniziazione cristiana: l'olio dei catecumeni, il sacro crisma, il cero battesimale e il "Rituale Romano".

Le luci della chiesa vengono tenute spente.

Benedizione del fuoco e preparazione del cero

337. Il vescovo, i concelebranti e i diaconi, nel secretarium o in un altro luogo adatto, indossano, fin dall'inizio della veglia, le vesti di colore bianco come per la messa.195

338. Il vescovo, con mitra e pastorale, insieme ai concelebranti, al clero e ai ministri si reca al luogo dove è radunato il popolo, per benedire il fuoco.

Uno degli accoliti porta il cero pasquale davanti ai ministri.

Non si usano né la croce processionale, né lumi.

Il turiferario reca il turibolo senza carboni.

339. Il vescovo, deposti pastorale e mitra, stando in piedi rivolto verso il popolo, dice: Nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito santo, e saluta il popolo dicendo: La pace sia con voi.

Poi egli stesso o un diacono o uno dei concelebranti si rivolge brevemente al popolo per spiegare l'importanza della celebrazione proclamando le parole del "Messale Romano": Fratelli, in questa santissima notte, o altre simili a queste.196

340. Quindi il vescovo benedice il fuoco proclamando, a mani allargate, l'orazione: O Padre che per mezzo del tuo Figlio.

Terminata l'orazione, riprende la mitra e, aiutato dal diacono, accende il cero pasquale al nuovo fuoco senza dire nulla.

Il turiferario mette nel turibolo i carboni ardenti presi dal nuovo fuoco.197

341. Se per motivi pastorali si ritiene opportuno mettere in risalto con alcuni simboli la dignità e il significato del cero pasquale, dopo la benedizione del nuovo fuoco, un accolito porta il cero pasquale davanti al vescovo, il quale, stando in piedi con mitra, incide una croce sullo stesso cero pasquale.

Quindi traccia sopra la croce la lettera greca alfa e sotto, invece, la lettera omega; entro i bracci della croce traccia quattro cifre per indicare l'anno corrente, dicendo frattanto: Il Cristo ieri e oggi.

Poi dopo aver fatto l'incisione della croce e degli altri segni, il vescovo può infiggere nel cero, in forma di croce, cinque grani di incenso, dicendo: Per mezzo delle sue sante piaghe.

E infine accende il cero al nuovo fuoco benedetto, dicendo: La luce del Cristo che risorge glorioso.

Quanto è descritto sopra può essere fatto tutto o soltanto in parte, secondo le diverse situazioni pastorali.

Ugualmente le conferenze episcopali possono stabilire altri elementi maggiormente adatti all'indole dei popoli.198

La processione

342. Dopo aver acceso il cero, il vescovo mette l'incenso nel turibolo, mentre il diacono riceve dall'accolito il cero pasquale.

343. Tutti si avviano in processione verso la chiesa.

Il turiferario con il turibolo fumigante incede davanti al diacono che porta il cero pasquale.

Seguono il ministro che porta il pastorale, il vescovo con i diaconi che gli prestano servizio, i concelebranti, il clero, il popolo, tutti con in mano le candele spente.

Sulla soglia della chiesa, il diacono si ferma, e, alzando il cero, canta: Cristo, luce del mondo, e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

Il vescovo accende la propria candela alla fiamma del cero pasquale.

Quindi il diacono avanza fino a metà della chiesa, si ferma e alzando il cero, canta per la seconda volta: Cristo, luce del mondo, e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

E tutti accendono la candela, comunicandosi reciprocamente il fuoco.

Finalmente il diacono, giunto davanti all'altare, rivolto verso il popolo canta per la terza volta: Cristo, luce del mondo, e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

Quindi pone il cero pasquale sul candelabro, preparato nel mezzo del presbiterio o presso l'ambone.

Frattanto si accendono le lampade della chiesa.199

L'annunzio pasquale

344. Il vescovo, giunto all'altare, si reca alla cattedra, consegna al diacono la candela e siede con mitra; quindi mette nel turibolo l'incenso e lo benedice, come per il vangelo nella messa.

Il diacono si avvicina al vescovo, chiede e riceve la benedizione.

Il vescovo dice sottovoce: Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra, perché tu possa proclamare degnamente il suo annunzio pasquale: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Il diacono risponde: Amen.200

345. Mentre il diacono si allontana, il vescovo depone la mitra e si alza per ascoltare l'annunzio pasquale, tenendo in mano la candela accesa.

Ugualmente tutti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.

Il diacono, dopo aver incensato il libro e il cero, canta l'annunzio pasquale dall'ambone o dal leggio.201

La liturgia della parola

346. Finito l'annunzio pasquale, deposte le candele, tutti siedono.

Il vescovo, prima che inizino le letture, seduto con mitra, introduce la liturgia della parola con una breve monizione, a meno che non abbia affidato questo compito a un diacono o a uno dei concelebranti.

Può proclamare o la monizione dei messale: Fratelli carissimi, dopo il solenne inizio della veglia, o un'altra monizione espressa con parole simili.202

347. In questa veglia vengono proposte nove letture, cioè sette dall'antico testamento e due ( epistola e vangelo ) dal nuovo testamento.

Se circostanze pastorali lo richiedono, il numero delle letture dell'antico testamento può essere ridotto; si abbia tuttavia sempre presente che la proclamazione della parola di Dio è parte fondamentale della veglia pasquale.

Si proclamano almeno tre letture dell'antico testamento, e in casi eccezionali, almeno due.

Non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell'Esodo.203

348. Quando tutti sono seduti e pronti all'ascolto, il lettore si reca all'ambone e proclama la prima lettura.

Quindi il salmista o cantore esegue il salmo; l'assemblea risponde con il ritornello.

Quindi, deposta la mitra, il vescovo si alza e, quando tutti sono in piedi, dice: Preghiamo, e dopo che tutti hanno pregato per un po' di tempo in silenzio, proclama l'orazione colletta corrispondente alla lettura.

E così si fa dopo ogni lettura dell'antico testamento.204

349. Dopo l'ultima lettura dell'antico testamento con il responsorio e l'orazione corrispondente, si accendono le candele dell'altare e viene intonato solennemente l'inno: Gloria a Dio, che poi tutti proseguono, mentre si suonano le campane secondo gli usi locali.205

350. Terminato l'inno, il vescovo proclama, secondo l'uso solito, l'orazione colletta: O Dio, che illumini questa santissima notte.206

351. Quindi siede e riceve la mitra.

Quando tutti sono di nuovo seduti, il lettore all'ambone proclama l'epistola.207

352. Terminata l'epistola, secondo l'opportunità e secondo la consuetudine del luogo, uno dei diaconi o il lettore si avvicina al vescovo e gli dice: Reverendissimo Padre, vi annunzio una grande gioia, l'alleluia.

Dopo questo annunzio oppure, se esso non ha luogo, immediatamente dopo, l'epistola, tutti si alzano.

Il vescovo, in piedi senza mitra, intona solennemente l'Alleluia, aiutato, se è necessario, da uno dei diaconi o dei concelebranti.

Lo canta tre volte elevando gradualmente il tono della voce: il popolo dopo ogni volta lo ripete nel medesimo tono.

Quindi il salmista o il lettore proclama il salmo, a cui il popolo risponde con l'Alleluia.208

353. Quindi il vescovo siede, mette l'incenso nel turibolo e dà la benedizione al diacono per il vangelo nel modo consueto.

Per la proclamazione del vangelo, non si portano i candelieri.209

354. Subito dopo il vangelo si tiene l'omelia.

Segue poi la liturgia battesimale.210

La liturgia battesimale

355. È del tutto conveniente che il vescovo stesso amministri i sacramenti del battesimo e della confermazione nella veglia pasquale.211

356. La liturgia battesimale si compie o al fonte battesimale o nello stesso presbiterio.

Dove tuttavia, secondo l'antica tradizione, vi è un battistero al di fuori dell'aula della chiesa, bisogna recarsi ad esso per celebrare la liturgia battesimale.212

357. Per primi vengono chiamati i catecumeni, che sono presentati dai padrini, oppure, se sono bambini, vengono portati dai genitori e dai padrini.213

358. Poi, se si deve compiere la processione al battistero o al fonte, essa si avvia subito secondo questo ordine: precede l'accolito con il cero pasquale e lo seguono i catecumeni con i padrini, poi i diaconi, i concelebranti e il vescovo con mitra e pastorale.

Durante la processione si cantano le litanie.

Terminate le litanie, il vescovo depone il pastorale e la mitra e proclama la monizione: Carissimi, accompagniamo con la nostra unanime preghiera.214

359. Se invece la liturgia battesimale si compie nel presbiterio, il vescovo, deposti pastorale e mitra, proclama la monizione introduttoria: Carissimi, accompagniamo con la nostra unanime preghiera; poi i due cantori intonano le litanie: tutti stanno in piedi ( perché si è nel tempo pasquale ) e rispondono.215

360. Al termine delle litanie e dopo che il vescovo ha proclamato la monizione come sopra, egli, stando in piedi presso il fonte battesimale, senza mitra e a mani allargate, benedice l'acqua proclamando l'orazione: O Dio, per mezzo dei segni sacramentali; mentre dice: Discenda, Padre, in quest'acqua, può secondo l'opportunità, immergere il cero pasquale nell'acqua, una o tre volte come è descritto nel messale.216

361. Terminata la benedizione dell'acqua seguita dall'acclamazione del popolo, il vescovo si siede e riceve la mitra e il pastorale; poi interroga gli eletti perché compiano la rinunzia, per la precisione gli adulti secondo il rito dell'iniziazione cristiana degli adulti217 i genitori o i padrini dei bambini invece secondo il rito del battesimo dei bambini.218

362. Se l'unzione con l'olio dei catecumeni adulti non è stata compiuta prima fra i riti immediatamente preparatori, la si compie in questo momento, secondo il rito della iniziazione cristiana degli adulti, con l'aiuto, se è necessario, di alcuni presbiteri.219

363. Quindi il vescovo, informato per tempo dal padrino sul nome di ciascun adulto battezzando, interroga ciascuno circa la professione di fede, come è descritto nel rito della iniziazione cristiana degli adulti.220

Se invece si tratta di bambini, richiede la triplice professione di fede da tutti i genitori e i padrini insieme, come è prescritto nel rito del battesimo dei bambini.221

364. Terminate le domande, il vescovo depone il pastorale, si alza e battezza gli eletti, aiutato, se necessario, dai presbiteri e anche dai diaconi, come è prescritto nel rito dell'iniziazione cristiana degli adulti222 e nel rito del battesimo dei bambini.223

365. Quindi il vescovo si siede di nuovo.

Dopo il battesimo i bambini ricevono l'unzione del crisma dai presbiteri o diaconi, soprattutto quando i battezzati sono piuttosto numerosi, mentre il vescovo dice contemporaneamente su tutti i battezzati: Dio Onnipotente.

A tutti invece, sia agli adulti, sia ai bambini viene consegnata una veste bianca, mentre il vescovo dice: N. e N., siete diventati nuova creatura.224

Quindi il vescovo o un diacono prende il cero pasquale dalle mani dell'accolito e dice: Avvicinatevi, padrini; e vengono accesi i ceri dei neofiti, mentre il vescovo dice: Siete diventati luce in Cristo.225

Per i bambini si omettono la consegna del cero e il rito dell'Effeta, come è indicato nel rito del battesimo dei bambini.226

366. Terminato il battesimo e gli altri riti esplicativi, a meno che tutto non abbia avuto luogo davanti all'altare, si ritorna al presbiterio in processione come prima, mentre i neofiti oppure i padrini o i genitori tengono in mano il cero acceso.

Durante la processione si esegue un cantico battesimale, ad esempio Qui baptizati estis.

367. Se i battezzati sono adulti, il vescovo amministri ad essi, in presbiterio, il sacramento della confermazione, osservando le norme prescritte nel rito della iniziazione cristiana degli adulti.227

Rinnovazione delle promesse battesimali

368. Terminati il rito dei battesimo e della confermazione, oppure, se non ha avuto luogo né l'uno ne l'altro, dopo la benedizione dell'acqua, il vescovo, ricevuti mitra e pastorale, stando in piedi davanti al popolo, riceve la rinnovazione delle promesse battesimali dei fedeli, che stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.228

369. Terminata la rinnovazione delle promesse battesimali, il vescovo tenendo la mitra, asperge il popolo con l'acqua benedetta, aiutato, se è il caso, da alcuni presbiteri, procedendo secondo l'opportunità lungo l'aula della chiesa, mentre tutti cantano l'antifona: Ecco l'acqua o un altro canto di carattere battesimale.229

Nel frattempo i neofiti vengono accompagnati ai loro posti tra i fedeli.

Se la benedizione dell'acqua battesimale è stata compiuta al di fuori del battistero, il diacono e gli accoliti portano con riverenza il vaso dell'acqua al fonte.

Fatta l'aspersione, il vescovo ritorna alla cattedra, dove, omesso il simbolo, stando in piedi senza mitra, guida la preghiera universale, alla quale prendono parte per la prima volt i neofiti.230

La liturgia eucaristica

370. Quindi comincia la liturgia eucaristica che è celebrata secondo la forma della messa stazionale.

Conviene che il pane e il vino vengano portati all'altare dai neofiti231, oppure, se sono bambini, dai genitori o dai padrini.

Nella preghiera eucaristica si faccia memoria dei battezzati e dei padrini, secondo le formule che sono proposte nel messale e nel rituale per le singole preghiere eucaristiche.232

Prima della comunione, cioè prima della formula Ecco l'agnello di Dio, il vescovo può rivolgere ai neofiti una breve monizione sul valore di un così grande mistero che è il culmine della iniziazione e il centro di tutta la vita cristiana.

Conviene che i neofiti ricevano la sacra comunione sotto le due specie, insieme ai padrini, ai genitori, ai parenti e ai catechisti.

Nel congedare l'assemblea, il diacono aggiunge un duplice Alleluia alla formula consueta: La messa è finita, andate in pace; i fedeli fanno similmente nella risposta.233

Per impartire la benedizione alla fine della messa, il vescovo proclami convenientemente o la formula della benedizione solenne per la messa della veglia pasquale proposta nel messale,234 o la formula della benedizione finale del rito del battesimo degli adulti o dei bambini, secondo le circostanze.235

Indice

191 S. Agostino, Sermo 219
192 Messale Romano, Veglia pasquale, n. 3
193 Cf. ibidem, n. 5
194 Cf. ibidem, n. 17
195 Cf. ibidem, n. 6
196 Cf. ibidem, n. 8
197 Cf. ibidem, n. 9
198 Cf. ibidem, nn. 10-12
199 Cf. ibidem, nn. 14-16
200 Cf. ibidem, n. 17.
Il presbitero che proclama l'annuncio pasquale, si avvicina al vescovo e chiede e riceve la benedizione come il diacono.
Invece il cantore che, per necessità, proclama l'annuncio pasquale, non si avvicina al vescovo, non incensa il libro e il cero e omette le parole E voi, fratelli carissimi, fino alla fine dell'invito, nonché il saluto Il Signore sia con voi
201 Cf. ibidem, nn. 17-19
202 Cf. ibidem, n. 22
203 Cf. ibidem, nn. 20-21
204 Cf. ibidem, n. 23
205 Cf. ibidem, n. 31
206 Cf. ibidem, n. 32
207 Cf. ibidem, n. 33
208 Cf. ibidem, n. 34
209 Cf. ibidem, n. 35
210 Cf. Ibidem, n. 36
211 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, Introduzione n: 44
212 Cf. Messale Romano, Veglia pasquale n: 37
213 Cf. ibidem, n. 37
214 Cf. ibidem, nn. 39,41 e 38
215 Cf. ibidem, nn. 38-39
216 Cf. ibidem, nn. 42-43
217 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 217
218 Cf. Rituale Romano, Rito del battesimo dei bambini, nn. 56-57
219 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 218
220 Cf. ibidem, n. 219
221 Cf. Rituale Romano, Rito dei battesimo dei bambini, n. 58
222 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, nn. 220-222
223 Cf. Rituale Romano, Rito del battesimo dei bambini nn. 60-61
224 Cf. Rituale Romano, Rito dell'inizíazione cristiana degli adulti, n. 225;
Rito del Battesimo dei bambini, n. 63
225 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 226;
Rito del battesimo dei bambini, n. 64
226 Cf. Rituale Romano, Rito del battesimo dei bambini n. 28, 3
227 Cf. Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, nn. 227-231
228 Cf. Messale Romano, Veglia pasquale, n. 46
229 Cf. ibidem, n. 47
230 Cf. ibidem, nn: 48-49
231 Cf. ibidem, n. 51
232 Cf. ibidem, Messe Rituali: Nel conferimento del battesimo;
cf Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 233 e n. 391
233 Cf. Messale Romano, Veglia pasquale, n. 56
234 Cf. ibidem, Benedizioni solenni, Nella veglia pasquale e nel giorno di pasqua, n. 7
235 Cf. Rituale Romano, Rito del battesimo dei bambini, n. 70; nn. 247-249