Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Parte VI - I Sacramentali

Capitolo I - La benedizione dell'Abate

Premesse

667. L'abate, che nel monastero tiene le veci di Cristo, si comporti come padre, maestro ed esempio di vita cristiana e monastica.

Per questo nulla deve insegnare, stabilire o comandare che si discosti dalla legge del Signore.

Manifesti tutto ciò che è buono e santo più con i fatti che con le parole, sempre intento a servire più che a comandare.

Guidi la comunità con ogni senso di moderazione e fermezza alla sequela di Cristo, cosicché i monaci del suo monastero si mostrino modello di vita evangelica nella preghiera e nel servizio fraterno.475

668. La benedizione dell'abate di norma è celebrata dal vescovo del luogo in cui si trova il monastero.

In tal modo il vescovo partecipa al momento più alto della vita monastica.

Come i monasteri sostengono la vita di una Chiesa particolare con l'esempio, il lavoro e la preghiera, così il vescovo riconosca in essi una parte importante del suo ufficio benché non deve intromettersi nella guida interna del monastero.476

669. Tuttavia per una giusta ragione e con il consenso del vescovo del luogo, l'eletto può ricevere la benedizione da un altro vescovo o da un altro abate.477

670. La benedizione abbaziale si fa soltanto per gli abati che, dopo l'elezione canonica, esercitano il governo di una qualche comunità.

671. È assai conveniente che la benedizione dell'abate si svolga nella chiesa del monastero a capo del quale è stato eletto.

672. La benedizione dell'abate si svolga di domenica o in un giorno festivo, a meno che ragioni pastorali non consiglino diversamente.478

673. Nei giorni in cui sono permesse le messe rituali,479 si può celebrare la messa per la benedizione dell'abate, con le letture proprie,480 usando il colore bianco o festivo.

Se invece non si dice la messa rituale, una delle letture può essere presa fra quelle proposte nel "Lezionario" per le medesima messa.

Quando ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici481 si celebra la messa del giorno con le sue letture.

674. L'eletto sia assistito da due monaci del suo monastero i quali, se sono presbiteri e concelebrano la messa, indossano le vesti sacerdotali, diversamente l'abito corale o la cotta sopra la veste.482

675. Conviene che con il vescovo e l'eletto concelebrino la messa gli abati per caso presenti e gli altri sacerdoti.483

676. Il vescovo e i concelebranti indossano le vesti sacre richieste per la celebrazione della messa; il vescovo indossa anche la dalmatica.

Anche l'eletto indossa le vesti sacerdotali e, sotto la casula, la croce pettorale e la dalmatica.

Il diacono indossa le vesti del suo ordine.

Gli altri ministri il camice o la veste approvata per loro.

667. Oltre a quanto è necessario per la celebrazione della messa, si preparino:

a) il "Pontificale Romano"

b) la regola;

c) il pastorale per l'eletto;

d) l'anello e la mitra per l'eletto, se deve riceverli;484

e) un calice di sufficiente grandezza per la comunione sotto le due specie.

678. Le benedizioni dell'anello, del pastorale e della mitra si svolgono di solito a tempo opportuno, prima della stessa benedizione dell'eletto.485

679. La benedizione dell'eletto si svolge di norma alla cattedra. Ma se una migliore partecipazione dei fedeli lo richiede, si prepari la sede del vescovo davanti all'altare o in un luogo più adatto.

Il posto dell'eletto e dei suoi assistenti sia preparato in presbiterio, in modo che i fedeli possano agevolmente seguire lo svolgimento del rito486

Descrizione del rito

680. La processione si svolge attraverso la chiesa verso l'altare nel modo consueto.

I presbiteri concelebranti seguono il diacono che porta il libro dei vangeli, quindi l'eletto in mezzo ai suoi assistenti, poi il vescovo con mitra e pastorale e un poco indietro i due diaconi che lo assistono.

681. I riti iniziali e la liturgia della parola, fino al vangelo incluso, si svolgono nel modo consueto.

682. Dopo la proclamazione del vangelo ha inizio la benedizione dell'abate.

Se è il caso, il vescovo con mitra si reca alla sede preparata per lui, come è detto sopra, altrimenti siede alla cattedra.

Ugualmente siedono tutti gli altri.

L'eletto viene accompagnato dai monaci che lo assistono alla presenza dei vescovo e gli fa riverenza.

Uno degli assistenti presenta l'eletto al vescovo, dicendo: Reverendissimo padre.

Il vescovo lo interroga, dicendo: Potete testimoniare che sia stato validamente eletto?

Il monaco risponde: Ne siamo certi e lo attestiamo.

Il vescovo soggiunge: Rendiamo grazie a Dio.487

683. Quindi il vescovo, prendendo lo spunto dal testo delle letture proclamate nella messa, parla brevemente al popolo, ai monaci e all'eletto sul ministero dell'abate.488

684. Dopo l'omelia l'eletto si alza e sta in piedi davanti al vescovo che lo interroga, cominciando con queste parole: Secondo una antica istituzione dei santi padri.

L'eletto alle singole domande risponde: Sì, lo voglio.

Alla fine il vescovo conclude dicendo: Il Signore adempia i tuoi propositi, e tutti dicono: Amen.489

685. Quindi il vescovo depone la mitra e si alza.

Ugualmente si alzano tutti gli altri.

Il vescovo, a mani giunte, rivolto verso il popolo, dice l'invito: Preghiamo con cuore unanime Dio nostro Padre.

Poi il diacono dice: Mettiamoci in ginocchio, e subito tutti si mettono in ginocchio al loro posto; l'eletto invece si prostra.

Nel tempo pasquale e nelle domeniche, il diacono non dice: Mettiamoci in ginocchio; l'eletto si prostra ugualmente, mentre tutti gli altri restano in piedi.

Allora i cantori iniziano le litanie, nelle quali si possono aggiungere, a suo luogo, i nomi di alcuni santi: per esempio del patrono, del titolare della chiesa, del fondatore, del patrono dell'eletto, dei santi dello stesso ordine, o alcune invocazioni adatte alle singole circostanze: infatti le litanie tengono il posto della preghiera universale.

Terminate le litanie, il diacono, se prima aveva invitato a mettersi in ginocchio, dice: Alzatevi, e tutti si alzano.490

686. L'eletto si avvicina al vescovo e si inginocchia davanti a lui.

Il vescovo, stando in piedi senza mitra, a mani allargate, dice la preghiera di benedizione scegliendone una da quelle proposte nel pontificale.491

687. Dopo la preghiera di benedizione, il vescovo siede con mitra.

Ugualmente siedono tutti gli altri.

Il neoabate si avvicina al vescovo, che gli consegna tra le mani la regola dicendo: Ricevi la regola.

Quindi, se è il caso, il vescovo mette l'anello al dito anulare della mano destra del neoabate dicendo: Ricevi l'anello.

Poi, se è ancora il caso, gli impone la mitra senza dire nulla.

Infine gli consegna il pastorale, dicendo: Ricevi il pastorale.492

688. Infine il neoabate, deposto il pastorale, riceve dal vescovo e da,tutti gli abati il bacio di pace.

Se le circostanze lo permettono fanno lo stesso i presbiteri e i monaci presenti.

689. La messa prosegue nel modo consueto.

Si dice il simbolo secondo le rubriche; si omette la preghiera universale.

690. Nella liturgia eucaristica, il neoabate, tiene il primo posto fra i presbiteri concelebranti.

Tuttavia se il prelato che lo ha benedetto non è vescovo e la benedizione è stata fatta nella chiesa dello stesso eletto, allora il neoabate può presiedere la liturgia eucaristica.

691. I genitori e i parenti del neoabate e i membri del monastero possono ricevere la comunione sotto le due specie.

692. Alla fine della messa colui che ha presieduto la liturgia eucaristica dice: Il Signore sia con voi e impartisce la benedizione; poi viene compiuto dal diacono nel modo consueto il congedo.

693. Dopo il congedo, mentre, secondo l'opportunità, si canta l'inno Te Deum o un altro canto adatto, tutti processionalmente attraverso la chiesa ritornano nel secretarium e si ritirano in pace.

Se invece si tratta di un abate che ha giurisdizione su qualche territorio, terminata l'orazione dopo la comunione, si canta l'inno Te Deum o un altro canto analogo, secondo le consuetudini del luogo.

Nel frattempo il neoabate, accompagnato dagli assistenti, percorre la navata della chiesa e impartisce a tutti la benedizione.

Terminato l'inno, il neobate, stando in piedi all'altare o alla cattedra con mitra e pastorale, può rivolgere brevemente la parola al popolo.

Il resto si svolge nel modo consueto.493

Indice

475 Regola di S. Benedetto, capp. 2 e 64
476 Pontificale Romano, Rito della benedizione dell'abate, n. 2
477 Cf. ibidem, n. 2
478 Cf. ibidem, n. 1
479 Cf. più sotto l'Appendice III
480 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 806-8 10
481 Cf. più sotto l'Appendice II
482 Cf. Pontificale Romano, Rito della benedizione dell'abate, n. 3
483 Cf. ibidem, n. 4
484 Cf. ibidem, n. 8
485 Ibidem, n. 7;
cf. Pontificale Romano, Ordinazione del diacono, del presbitero e del vescovo: Benedizione delle insegne pontificali
486 Cf. Pontificale Romano, Rito della benedizione dell'abate, n. 10
487 Cf. ibidem, nn. 16-18
488 Cf. ibidem, n. 19
489 Cf. ibidem, n. 20
490 Cf. ibidem, nn. 21-22
491 Cf. ibidem, n. 23
492 Cf. ibidem, nn. 24-27
493 Cf. ibidem, n. 32