Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo II - Benedizione dell'Abbadessa

Premesse

694. L'abbadessa, eletta dalla sua comunità, si comporti come esempio di vita cristiana e monastica per le sue stesse monache.

Per questo nulla deve insegnare, stabilire o comandare che si discosti dalla legge del Signore.

Manifesti tutto ciò che è buono e santo più con i fatti che con le parole, intenta a servire più che a comandare.

Guidi la comunità con ogni senso di moderazione e fermezza alla sequela di Cristo, cosicché le monache del suo monastero si mostrino modello di vita evangelica nella preghiera e nel servizio fraterno.494

695. La benedizione dell'abbadessa di norma è celebrata dal vescovo del luogo in cui si trova il monastero.

Ma per una giusta ragione e con il consenso del vescovo del luogo, l'eletta può ricevere la benedizione da un altro vescovo o da un abate.495

696. La benedizione dell'abbadessa si svolga di domenica o in un giorno festivo, a meno che ragioni pastorali non consiglino diversamente.496

697. Nei giorni in cui sono permesse le messe rituali,497 si può celebrare la messa per la benedizione dell'abbadessa, con le letture proprie,498 usando il colore bianco o festivo.

Se invece non si celebra la messa rituale, una delle letture può essere presa fra quelle proposte nel "Lezionario" per le medesima messa.

Quando ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici,499 si celebra la messa del giorno con le sue letture.

698. L'eletta, assistita da due monache del suo monastero, prende posto in presbiterio, fuori della clausura, in modo da potersi presentare facilmente al vescovo e la celebrazione possa essere vista e partecipata dalle monache e dai fedeli.

La benedizione si faccia normalmente alla cattedra.

Ma se una migliore partecipazione dei fedeli lo richiede, la sede del vescovo può essere posta anche davanti all'altare o in altro luogo più adatto.500

699. Conviene che i sacerdoti presenti alla celebrazione concelebrino col vescovo e che sia presente almeno un diacono e altri ministri.

700. Oltre alle vesti sacre, e a quanto è necessario per la celebrazione della messa, compresa la dalmatica per il vescovo, si preparino:

a) il 'Pontificale Romano";

b) la regola;

c) l'anello, se si deve dare;

d) un calice di sufficiente grandezza per amministrare la comunione sotto le due specie.501

Descrizione del rito

701. Prima della celebrazione il vescovo con i concelebranti, i ministri e il clero si reca alla porta della clausura.

L'eletta, con le due monache che l'assistono, esce e prende posto nella processione alla chiesa immediatamente davanti al vescovo.502

702. I riti iniziali e la liturgia della parola, fino al vangelo incluso, si svolgono nel modo consueto.503

703. Dopo la proclamazione del vangelo ha inizio la benedizione dell'abbadessa.

Se è il caso, il vescovo con mitra si reca alla sede preparata per lui, come è detto più sopra, altrimenti siede alla cattedra.

Ugualmente siedono tutti gli altri.

L'eletta viene condotta dalle monache assistenti alla presenza del vescovo e gli fa riverenza.

Una delle monache assistenti presenta l'eletta al vescovo, dicendo: Reverendissimo padre, come nel pontificale.

Il vescovo la interroga, dicendo: Potete testimoniare che sia stata validamente eletta?

La monaca risponde: Ne siamo certe e lo attestiamo.

Il vescovo soggiunge: Rendiamo grazie a Dio.504

704. Quindi il vescovo, prendendo lo spunto dal testo delle letture sacre proclamate nella messa, parla brevemente al popolo, alle monache e all'eletta sull'ufficio dell'abbadessa505

705. Dopo l'omelia l'eletta si alza e sta in piedi davanti al vescovo che la interroga: Figlia carissima, vuoi mantenerti fedele al tuo santo proposito.

L'eletta alle singole domande risponde: Sì, lo voglio.

Alla fine il vescovo conclude dicendo: Il Signore adempia i tuoi propositi, e tutti dicono: Amen.506

706. Quindi il vescovo depone la mitra e si alza.

Ugualmente si alzano tutti gli altri.

Il vescovo, a mani giunte, rivolto verso il popolo, dice l'invito: Preghiamo con cuore unanime Dio nostro Padre.

Poi il diacono dice: Mettiamoci in ginocchio, e subito tutti si mettono in ginocchio al loro posto; l'eletta invece, dove si usa, si prostra.

Nel tempo pasquale e nelle domeniche, il diacono non dice: Mettiamoci in ginocchio; l'eletta si inginocchia, oppure, dove si usa, si prostra, mentre tutti gli altri restano in piedi.

Allora i cantori iniziano le litanie, nelle quali si possono aggiungere, a suo luogo, i nomi di alcuni santi: per esempio del patrono, del titolare della chiesa, del fondatore, del patrono di colei che riceve la benedizione, delle sante dello stesso ordine, o alcune invocazioni più adatte alle singole circostanze: infatti le litanie tengono il posto della preghiera universale.

Terminate le litanie, il diacono, se prima aveva invitato a mettersi in ginocchio, dice: Alzatevi, e tutti si alzano.507

707. L'eletta si avvicina al vescovo e si inginocchia davanti a lui.

Il vescovo, stando in piedi senza mitra, a mani allargate, dice la preghiera di benedizione scegliendone una fra quelle proposte nel pontificale.508

708. Dopo la preghiera di benedizione, il vescovo siede con mitra.

Ugualmente siedono tutti gli altri.

La neoabbadessa si avvicina al vescovo, che le consegna tra le mani la regola dicendo: Ricevi la regola.509

709. L'anello non si consegna, se la neoabbadessa l'ha già ricevuto nel giorno della professione o della consacrazione.

Se però non lo ha ricevuto, il vescovo glielo può mettere al dito anulare della mano destra, dicendo: Ricevi l'anello.510

710. Allora la neoabbadessa saluta il vescovo con un inchino profondo, e torna alla propria sede con le due assistenti.511

711. Quindi la messa prosegue nel modo consueto.

Il simbolo si dice secondo le rubriche; si omette la preghiera universale.

712. L'eletta, i suoi genitori e parenti e gli abitanti nel monastero possono ricevere la comunione sotto le due specie.

713. Dopo che il vescovo ha impartito la benedizione, il diacono congeda il popolo nel modo consueto.

714. Dopo la messa, mentre opportunamente si canta l'inno Te Deum o un altro, canto analogo, il vescovo accompagna la neoabbadessa alla clausura.

Se il vescovo è ordinario del luogo e ha giurisdizione immediata sulle monache, conduce la neoabbadessa nel coro e la invita a sedere al suo posto, a meno che essa non abbia già compiuto ciò subito dopo l'elezione.512

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494 Regola di S. Benedetto, capp. 2 e 64
495 Cf. Pontificale Romano, Rito della benedizione dell'abbadessa, n. 2
496 Cf. ibidem, n. 1
497 Cf. più sotto l'Appendice III
498 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 106-110
499 Cf. più sotto l'Appendice II
500 Cf. Pontificale Romano, Rito della benedizione dell'abbadessa, nn. 3, 5
501 Cf. ibidem, n. 4
502 Cf. ibidem, n. 6
503 Cf. ibidem, n. 7
504 Cf. ibidem, nn. 11-30
505 Cf. ibidem, n. 14
506 Cf. ibidem, n. 15
507 Cf. ibidem, nn. 16-17
508 Cf. ibidem, n. 18
509 Cf. ibidem, n. 19
510 Cf. ibidem, n. 20
511 Cf. ibidem, n. 21
512 Cf. ibidem, n. 22